Ad Anzio la partenza dei villeggianti non ha fatto diminuire i rifiuti abbandonati
Stanare i responsabili
E’ una lunga sporca storia e qualcuno deve pure raccontarla. E’ una storia di degrado che la gente subisce ogni sacrosanto giorno tanto che la soglia della sopportazione è scesa ad un punto tale che molti attraversano strade piene di rifiuti e non ci fanno più caso. Eppure l’estate è alle spalle ed i romani sporcaccioni sono tornati nella Capitale, tra le loro strade che, in quanto a cumuli di rifiuti, possono anche far rimpiangere quelli dei quartiere di Anzio. Ad ognuno i propri rifiuti ed ad ogni città i propri amministratori ed anche in questo i romani non hanno certamente ragioni per gioire. L’estate è trascorsa, la bandierina blu ha sventolato sui pennoni degli stabilimenti balneari, ordinanze sono state emanate e purtroppo quasi ignorate e Verdone ha fatto ridere il Consiglio Comunale ma Anzio ha trascorso un’altra stagione con le strade invase dai rifiuti. Gruppi Whatsapp che raccolgono le opinioni della gente ed i loro post all’arsenico pullulano. Io ne amministro alcuni che fanno informazione ambientale ed ho invitato i membri di quei gruppi ad astenersi dal pubblicare foto di rifiuti abbandonati per evitare interminabili file di foto che più che informare servono solo a far sfogare chi le pubblica ma che certamente non fanno notizia ne, tanto meno, informazione. E’ inconcepibile che uno dei servizi fondamentali della comunità sia da anni allo sfascio e la politica di Anzio sia incapace di porvi rimedio. Ricordiamo che la politica da gli indirizzi all’apparato amministrativo ed ha l’obbligo di verificare e valutare gli esiti di attività che, giova sempre ricordare, ricadono nella esclusiva responsabilità dei Dirigenti a cui spetta, in modo non delegabile, la gestione. Alla fine però è la politica ed in particolare quella che ha l’onere di amministrare, che deve dare risposte e che deve dire alla gente perchè Anzio è una città in cui il servizio di raccolta dei rifiuti ottiene risultati del tutto inferiori a tantissime altre città con le stesse caratteristiche. Se la politica non sa dare risposte convincenti allora significa che essa non ha saputo fissare l’obiettivo della raccolta differenziata dei rifiuti oppure che essa deve provvedere a sostituire coloro a cui è demandata la gestione del servizio, insieme a chi dovrebbe riscuotere i contributi per tale gestione e riesce a farlo solo da un utente su due. Quindi o chiarimenti convincenti o licenziamento di chi non sa fare il proprio mestiere; a meno che non si decida di non prendere decisioni, come si è fatto finora, ma allora equivale ad affermare che Anzio è popolato da trogloditi sporcaccioni e da evasori cronici tutti fuggiti da Sperlonga, da Fregene, da Sabaudia e da San Felice Circeo.
Siamo all’inizio dell’inverno e, nonostante non facciano notizia, ne pubblichiamo due di foto che indicano il perdurare della situazione in quartieri come Lavinio. Quello che indigna il popolo bue è il fatto che il comportamento di chi amministra Anzio non cambia e quando capita di parlarne se ne minimizza la portata. Ricordo un Consigliere di lungo corso della passata Consigliatura che, in Consiglio Comunale, affermava “Sono sicuro che l’Assessore (Placidi n.d.r.) non ci dorme la notte per risolvere il problema ma se la situazione perdura si deve terminare subito il contratto Camassa” era tre anni fa! E’ una forma di arroganza diffusa quella per cui cittadini che inveiscono contro le istituzioni fino al giorno in cui vengono eletti poi diventano parte di una specie di “Casta di Noantri” che ne fa tanti Marchesi del Grillo; nobili pronti però ad elemosine il voto alla prossima tornata elettorale. Nel frattempo il servizio di raccolta dei rifiuti nei quartieri di Anzio fa pena da anni e nessuno racconta almeno a quel 50% che ne pagano i costi che cosa stia succedendo con l’intento che le spiegazioni non siano quelle fumose che scaricano sempre su altri le responsabilità delle proprie incapacità. E torno alle responsabilità dei dirigenti il cui valore professionale si misura sempre col rapporto tra obiettivi fissati e risultati ottenuti e, in uno Stato di Diritto, non ci sono scuse ne impedimenti perchè esso fornisce tutti gli strumenti per applicare norme e leggi. Non ci si può nemmeno nascondere dietro ai “cittadini incivili” per due ragioni: la prima perchè il tasso dei cosiddetti incivili ad Anzio non è certamemte superiore a quello di altre città simili e poi perchè fra gli obiettivi di chi dirige il servizio non può mancare quello di “civilizzare gli incivili”.
Sergio Franchi
Rotary e Campus Biomedico contro i tumori cutanei
Amici per la pelle
Un pubblico particolarmente numeroso, interessato ed attento ha partecipato il 15 novembre scorso ad un incontro di specialisti di elevata e lunga esperienza nel campo della Chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica, docenti dell’Università Campus Bio-Medico di Trigoria (Roma). L’incontro è stato organizzato presso l’Hotel Enea di Pomezia dal locale Rotary Club, allo scopo di illustrare un progetto del Campus denominato “Amici per la pelle”.
Il progetto è volto ad identificare in modo rapido ed efficace, con l’utilizzo della telemedicina, i casi più gravi di tumori cutanei in pazienti di età superiore ai 65 anni, assicurando loro un notevole miglioramento del percorso clinico, terapeutico ed assistenziale.
Il tema trattato ed il livello dei relatori ha richiamato l’interesse di autorevoli rappresentanti della Giunta locale, dell’Amministratore unico di “Impresa in Comune” S.p.a, della Coordinatrice delle Farmacie comunali, presenti all’incontro per ascoltare i massimi esponenti della Cattedra di Chirurgia plastica ricostruttiva dell’Ateneo di Trigoria impegnati a far conoscere un progetto che, inizialmente limitato al territorio pometino, in breve tempo potrebbe fungere da modello per la Regione Lazio.
Il Prof. Paolo Persichetti - una carriera di oltre 35 anni e da tempo nel gotha dei maggiori luminari nel campo della Chirurgia ricostruttiva, estetica e dermatologica - ha introdotto il tema, mettendo in particolare evidenza le ragioni della scelta verso la telemedicina, già realtà avanzata nei paesi anglosassoni, affidando poi alla Prof.ssa Stefania Tenna ed alla dott.ssa Barbara Cagli, della stessa Cattedra, di esporre le ragioni che le hanno indotte ad ipotizzare percorsi diagnostici innovativi ed i risultati da questi derivanti.
Risultati, invero, incoraggianti dal momento che, nella breve fase di sperimentazione iniziale nel Policlinico del Campus, sono stati diagnosticati ben 50 casi di tumore cutaneo. Sono intervenuti nel dibattito anche il Prof. Franceschi, titolare della Cattedra di Ortopedia dell’arto superiore del Campus Biomedico ed il Prof. Caggiati, direttore della divisione di Chirurgia Plastica dell’I.D.I.: a supporto della sperimentazione proposta, hanno riferito sulle esperienze acquisite nel corso della propria attività professionale e sulle problematiche emerse, attribuibili prevalentemente alle farraginosità di percorsi terapeutici articolati in fasi tra loro non collegate ed in tempi talora irrimediabilmente lunghi per raggiungere il luogo di cura appropriato ed ottenere le cure necessarie.
La telemedicina, hanno ribadito i relatori, consente la visualizzazione delle immagini e dei dati clinici del paziente in condivisione - da remoto - con i diversi specialisti coinvolti: chirurghi plastici, oncologi, dermatologi, geriatri, ecc., con l’evidente vantaggio di ridurre notevolmente i tempi necessari per aggredire una patologia estremamente subdola. Ciò potrà consentire, nel tempo, una significativa contrazione dei costi della Sanità pubblica, anche per effetto di una minore esigenza di ricoveri ospedalieri: per i soggetti ultrasessantacinquenni, infatti, il rischio di sviluppare un tumore cutaneo è di circa 40 volte più alto che nelle persone tra i 20 ed i 44 anni di età ed è pertanto elevatissimo il numero di pazienti in lista di attesa.
Gli interventi dei relatori - ai quali si è aggiunta l’emozionante testimonianza del dott. Gianluca Pistore, venuto appositamente dal Club di Cassino per riferire della inesorabile fine del proprio genitore a soli 51 anni colpito da un melanoma e per questo impegnato a sostenerne la prevenzione - hanno suscitato grande interesse nei presenti e numerose sono state le domande poste ai relatori i quali, generosamente, non si sono sottratti al dibattito, protrattosi ben oltre l’orario consueto.
Tenuto conto delle finalità umanitarie e sociali che il Progetto intende perseguire, il Club Pomezia Lavinium, ha deliberato di sostenerlo con un contributo non limitato al solo aspetto economico ma esteso ad ogni iniziativa utile a favorire il conseguimento dei risultati attesi, a beneficio di una parte della popolazione particolarmente disagiata e bisognosa, qual è quella degli anziani di età superiore ai 65 anni residenti nel territorio pometino e, in prospettiva, in quelli residenti nell’intero territorio regionale
Il Club sarà lieto di fornire ulteriori, dettagliate informazioni per favorire sia la più ampia diffusione nell’opinione pubblica del progetto, sia le modalità per un’eventuale adesione allo stesso da parte di altri Club interessati.
Rotary Club
Pomezia-Lavinium