BIOGAS - Si poteva bloccare prima ma la politica non lo ha fatto
Col senno del poi
Se da un lato le sempre crescenti esigenze di vivere una vita comoda tendono a richiedere la graduale deturpazione dei territori, una maggiore consapevolezza e tanti strumenti legali in più dovrebbero contribuire a mitigare il degrado. Questo è vero ma solo laddove consapevolezza e dedizione sono prerogative dominanti della classe politica che resta responsabile di difendere l’ambiente. Altrove le difese sono allentate e la soglia della decenza si abbassa celermente. A fare da acceleratore del degrado e all’impoverimento delle popolazioni sono le decisioni o le non decisioni che riguardano la realizzazione di progetti fortemente impattanti, Ne leggiamo sui giornali di cittadini mobilitati per evitare che si realizzi una discarica oppure che si costruisca un inceneritore sul loro territorio.
Qualche volta si tratta della semplice applicazione della legge del “non nel mio cortile” ma altre volte si tratta di resistere all’arroganza di decisioni che arrivano dall’alto senza che le persone che ne pagano il prezzo vengano nemmeno coinvolte. Proprio di questo si tratta nel caso della realizzazione della Centrale Biogas da forsu che è in via di esercizio in via della Spadellata ad Anzio, Più che di arroganza si tratta di violenza verso la gente se si decide di realizzare un megaimpianto per la produzione di biogas a pochi metri da abitazioni e circa a 249 metri da una scuola e da un centro abitato, nelle vicinanze di un tempio di culto, a fianco di un grosso produttore di alimenti e nell’ambito di terreni coltivati. Conosco decine di casi del genere ma nessuno è stato gestito con l’opacità ed il menefreghismo con cui è stato gestito questo progetto. Dovrà essere la Magistratura penale a dire se fu commesso reato; certamente fu commessa un’illegalità se è vero come è vero che quella centrale non rispetta la normativa che è stata creata per difendere, attraverso le distanze di sicurezza, l’incolumità delle persone e delle cose.
Questo fatto resta una pietra miliare del decadimento, del degrado e dell’impoverimento della Zona di Lavinio-Lido dei Pini-Sacida. Eppure molti in Comune sapevano e chi poteva intervenire non l’ha fatto. Personalmente ho incontrato il Sindaco Bruschini piu volte nel suo ufficio a Villa Sarsina pregandolo di intervenire anche alla luce di quanto stava avvenendo presso il suo Assessorato all’Ambiente. Non riesco a valutare il tipo di interventi che furono posti in atto; una cosa è certa: nessun risultato. Consci del fatto che in tutti i casi in cui le ragioni della gente sono prevalse c’era sempre un Sindaco con la fascia tricolore a guidare il dissenso, i cittadini provarono ad alzare la voce : ci furono riunioni, gazebo e finanche una raccolta firme che pervenne al Sindaco di Anzio con circa 2000 sottoscrizioni. Ma la voce non era alta abbastanza per vincere una sordità endemica. Oggi che si dice: “ma ormai la centrale è in funzione....” mi piace di rileggere quella petizione
PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI IL SINDACO DI ANZIO INTERVENGA
SOSPENDERE GLI IMPIANTI PER VERIFICARE CHE LE NORME DI SICUREZZA SIANO APPLICATE
Una speculazione incontrollata sta massacrando una zona di Anzio. Due centrali per la produzione di gas da rifiuti organici ed un deposito di rifiuti ordinari e pericolosi sono programmati nel raggio di 300 metri al centro degli impianti sono ubicate abitazioni ed una scuola ed nelle immediate vicinanze di produzioni agricole di qualità. Una delle centrali è già in costruzione contro ogni logica ed in deroga alla distanza minima di 500 metri da obiettivi sensibili. La legislazione che dovrebbe regolare questi insediamenti è in fase di revisione.
Solo il Sindaco può bloccarne i lavori prima che sia troppo tardi e può farlo in forza del Regio Decreto 27/7/34, n. 1265 art. 216 e 217. Si chiede al Sindaco di Anzio di sospendere i lavori per la realizzazione della centrale per la produzione di gas in corso e di eseguire la verifica che tutte le norme di cautela e sicurezza in difesa della popolazione siano applicate per tutti e tre gli impianti. In considerazione dell’altissima e pericolosissima concentrazione di rifiuti si chiede che ogni ulteriore evoluzione progettuale debba essere considerata alla luce della normativa in corso di redazione da parte della Regione Lazio.
Allora sarebbe stato più semplice e meno oneroso fermarsi per chi ha investito il danaro, ma non fu fatto. Ma se c’è un’ illegalità, l’illegalità resta e l’avviamento della centrale ne ha costituito solo la concretizzazione. E l’onere passa a chi oggi dovrebbe intervenire per verificare in via formale se quella irregolarità consumata costituisce pericolo per la gente. Senza considerare il danno economico che gli abitanti hanno patito senza che nessuno pensasse a compensarlo.
Sergio Franchi
Spendaccioni istituzionali
Spendere otto mila euro di soldi pubblici per la comunicazione istituzionale è già oltragioso di per sé, considerando che lo stesso identico “servizio” poteva essere dato attraverso l’utilizzo della diretta facebook dalla pagina istituzionale del Comune. Se poi nei contenuti si prende in giro l’intelligenza delle persone dicendo che la puzza viene dai campi adiacenti l’impianto biogas di via della spadellata e non dall’impianto stesso, abbiamo superato la soglia del ridicolo.
Perché non si convoca la commissione ambiente da maggio? Perché la città non è stata messa a conoscenza degli esiti del sopralluogo dei vigili e delle altre azioni che il comune avrebbe intrapreso? Perché non c’è traccia nel dibattito politico della futura gestione dei rifiuti?
Ovviamente come Alternativa per Anzio, insieme al Consigliere Luca Brignone, abbiamo da tempo attivato tutti i canali a disposizione per monitorare l’evoluzione della situazione.
Pretendiamo una immediata verifica dei valori delle emissioni nell’ambiente come previsto dal Piano di Monitoraggio e Controllo allegato all’Autorizzazione Integrata Ambientale rilasciata in passato con l’assenso del centro destra. Pretendiamo la verifica del rispetto di tutte le prescrizioni progettuali.
Questo impianto non doveva essere realizzato. Il suo impatto sul territorio purtroppo era facilmente prevedibile. Ora non è ammissibile abbassare la guardia e far finta di niente.
Alternativa per Anzio