L’iniziativa del Partito Democratico di Aprilia
Consulta immigrati
La partecipazione alla vita politica della città come punto di partenza per un reale percorso di integrazione delle comunità straniere presenti in città. Una idea che il Partito Democratico di Aprilia ha deciso di fare propria e promuovere, istituendo al suo interno una Consulta permanente per il dialogo con le minoranze, uno spazio dove poter discutere con i diretti interessati e i loro rappresentanti problematiche e istanze delle varie comunità, favorendo politiche di ascolto e confronto. Una proposta innovativa e che sembra intenzionata a colmare il gap istituzionale sull’argomento. Negli anni infatti, soprattutto quando fatti di cronaca hanno portato alla ribalta in città temi quali diversità culturale e l’esigenza di un maggiore confronto e integrazione, non sono mancate proposte rivolte a istituire a livello comunale una consulta per la partecipazione delle comunità straniere presenti in città. Il progetto però non si è mai concretizzato e il PD ha deciso ora di rilanciarlo creando un momento di confronto in seno al partito.
“Vorremmo creare uno spazio – spiega il responsabile dei rapporti con le comunità, Andrea Fantoni – dove i diretti interessati possano discutere le problematiche che li riguardano e le istanze di cui vorranno eventualmente farsi portavoce favorendo politiche di ascolto, realizzazione di indagini socio-politiche, l’organizzazione e promozione di convegni a tema d’interesse, l’individuazione e condivisione di “buone pratiche”, la paziente opera di sensibilizzazione e di contrasto delle pratiche tradizionali nefaste (es. mutilazioni genitali femminili, matrimoni precoci e combinati, segregazione femminile), la valorizzazione delle culture di provenienza, la creazione di appositi spazi ed eventi in cui le varie comunità nazionali ed etniche possano esprimere la propria specificità, incontrarsi, fraternizzare fra loro e con gli apriliani”.
Un progetto coraggioso e al tempo stesso necessario, secondo il Partito Democratico di Aprilia, in una città nata dall’immigrazione e dove negli ultimi anni si è registrato un importante incremento delle comunità straniere, complessivamente pari al 12,5% della popolazione totale, con una netta prevalenza della comunità rumena (pari al 57%), indiana (14,44%) e cinese (solo l’1,33%). Comunità presenti da anni sul territorio, alcune anche giunte alla terza generazione, senza aver avuto realmente modo di mostrare le proprie specificità culturali o avanzare le proprie istanze.
“L’idea – sottolinea Fantoni - è quella di creare un network aperto a chiunque voglia contribuire per fare di Aprilia una città sempre più inclusiva in una logica di reciproco arricchimento nell’interesse generale e ci farebbe piacere se nei prossimi giorni esponenti delle soggettività a cui è rivolta la nostra iniziativa volessero prendere contatti col Partito per iniziare a gettare insieme le basi di questo ambizioso esperimento”.
Francesca Cavallin
Verso la cittadella della salute territoriale che accorpa tutti i servizi e gli uffici della Asl
Casa della Salute Aprilia
La Casa della Salute è stata inaugurata nel dicembre 2020. Il taglio del nastro è avvenuto precisamente il 16 dicembre 2020. Si tratta della 22esima “Casa della Salute” della Regione Lazio ad essere attivata, con un finanziamento di 600mila euro Nella provincia di Latina si tratta della terza struttura, dopo quelle di Sezze e Priverno ed i numeri iniziano ad essere importanti. È stata raggiunta, infatti, la quota di 1 milione e 800 mila prestazioni totali nel I° semestre del 2019 e il trend è in continua crescita. La struttura di Aprilia è dotata di un’area accoglienza, un Punto Unico di Accesso (PUA), uno Sportello Unico di Prenotazioni (CUP) per pagamento ticket e prenotazione prestazioni specialistiche, punto prelievi, Medicina di Base. Per quanto riguarda la specialistica medica è attivo l’ambulatorio di Cardiologia, Chirurgia Generale, Chirurgia Vascolare, Oculistica, Odontoiatria, Otorinolaringoiatra, Neurologia, Diabetologia, Geriatria, Medicina Legale, Psicologia Clinica.
C’è infine l’Unità di Cure primarie (UCP) per la presa in carico dei pazienti cronici. Per i pazienti cronici l’apertura di questa struttura significa che sono stati codificati alcuni percorsi per il diabete, scompenso cardiaco, terapie anticoagulanti e il BPCO.
Qui ci sono dei setting assistenziali particolarmente importanti, come quello di chemioterapia, l’unica svolta all’interno di un presidio territoriale della Casa della Salute. Questo è importante per una umanizzazione del paziente. L’assessore regionale D’Amato ha annunciato la volontà di ampliare la struttura con la realizzazione di una nuova ala. Già stanziate le risorse che si attestano a 2milioni e mezzo di euro.
Vogliamo sottolineare come il finanziamento di 2 milioni e 650 mila euro per l’ampliamento della Casa della Salute di Aprilia sia stato il frutto di un lavoro lungo di programmazione e di sollecitazione che ha visto la sinergia fra istituzioni locali, consiglio regionale e giunta; vogliamo in tal senso ringraziare per l’impegno il Presidente Zingaretti e l’Assessore D’Amato
Questa pandemia ci ha mostrato quanto sia decisiva la qualità della medicina del territorio. Aprilia è una città di quasi 80mila abitanti, la più grande del distretto. In questo senso il ruolo della Casa della Salute dovrà essere orientato a una funzione distrettuale e comprensoriale. Un presidio fondamentale fra il Goretti e l’Ospedale dei Castelli nella erogazione delle cure primarie, nella presa in carico della continuità assistenziale, nelle politiche di prevenzione, nella diagnostica, nel potenziamento della neuropsichiatra infantile, nei percorsi diagnostici e terapeutici assistiti.
Per lo sblocco autorizzativo si preannunciano tempi brevi. Per la costruzione della terza ala si procederà con l’affidamento della progettazione e da quel momento in poi sarà necessaria la sinergia fra gli uffici del Comune, della Asl e della Regione. Siamo sicuri che tale collaborazione ci sarà. Tutti gli attori in campo sono consapevoli dell’importanza dell’obiettivo. La collaborazione sarà necessaria anche per legare le caratteristiche strutturali alla qualità e alle tipologie dei servizi che si vorranno erogare.
«Con questo completamento ci sarà una vera e propria cittadella della salute territoriale che si rapporterà con l’Ospedale dei Castelli e con il DEA di secondo livello di Latina.
Con il concetto di Cittadella della Salute si vuole quindi presentare all’opinione pubblica locale l’obiettivo di raccordare con efficienza quei servizi sanitari pubblici alla persona che sono stati tra i principali mali endemici che, per anni, hanno afflitto la sanità distrettuale. La Cittadella della salute altro non vuole essere che una struttura che accorpa, tutti insieme e ognuno con uno spazio adeguato, gli uffici della azienda sanitaria che serve un bacino di utenza importante ed i servizi sanitari per i quali non è richiesta la degenza ospedaliera. Un beneficio in termini di efficienza, ma anche dal punto di vista dei vantaggi economici che una struttura come questa garantisce alla nostra comunità.
Nelle “Linee del programma di Governo per la promozione ed equità della salute dei cittadini” che il Ministro della salute On. Livia Turco ha presentato alla Commissione affari sociali della Camera dei Deputati in data 27 giugno 2006, veniva evidenziato come la Casa della salute non sia semplicemente «un modello di riorganizzazione della medicina territoriale. È un’idea, un’opportunità, la proposta di una sperimentazione da condividere in un contesto di ascolto e valorizzazione delle tante esperienze territoriali per una medicina vicina ai cittadini, accessibile e fruibile.
Per cogliere l’opportunità rappresentata dalla Casa della salute occorre procedere nella costruzione del sistema delle cure primarie individuando nel distretto «il punto di incontro tra domanda di salute dei cittadini ed offerta di cure, benessere e nuova socialità; il luogo della programmazione integrata delle attività sanitarie e assistenziali; l’area-sistema ricomprendente in un modello a rete presidi e servizi, ora dispersi, finalizzati a dare risposte territoriali ai problemi di salute e di cura dei cittadini. In tal modo vi sarebbero i presupposti per «cominciare a costruire il secondo pilastro della sanità pubblica, da affiancare all’ospedale».
Tutto ciò al fine di perseguire: «centralità del cittadino, promozione della presa in carico, in particolare delle fragilità, integrazione socio-sanitaria» .
Emilia Ciorra
Responsabile Politiche sociali
PD Aprilia