L’Associazione La Lente: il cimitero di Pratica di Mare è del Comune di Pomezia
Il cimitero di Pratica è abbandonato
Il presidente dell’Associazione La Lente Roberto Mambelli mi ha riferito che una signora ha scritto agli uffici competenti del Comune di Pomezia sollecitandoli ad intervenire perché un albero sta danneggiando in modo grave la tomba di famiglia dislocata nel cimitero storico di Pratica di Mare.
“A tutt’oggi - mi ha riferito Mambelli - non ha ottenuto alcuna risposta. Tra l’altro mi è stato riferito che nella stessa situazione vi sono anche altre tombe ormai oppresse dagli alberi e dalle erbacce. Anche perché l’unica pulizia che viene fatta dentro il cimitero è degli stessi familiari dei defunti. Tutto ciò accade perché il Comune non si decide a entrare in possesso del cimitero di Pratica.
Il cimitero di Pratica di Mare - mi ha sottolineato il presidente Mambelli – è di proprietà comunale. Vi è la delibera n. 102 del 7 ottobre del 1939 del commissario prefettizio dott. Aurelio Leone che dichiara che nel territorio comunale vi sono tre cimiteri pubblici: quello di Pratica di Mare, Pomezia e Ardea. Cosa aspetta il Comune di Pomezia a prenderne a pieno titolo possesso?”
A suffragare ciò che mi ha riferito il presidente Mambelli anche io nel realizzare nel 1990 il libro “Pomezia” ho letto che il cimitero di Pratica di Mare fu realizzato dopo il cosiddetto editto napoleonico di SaintCloud del 12 giugno del 1804 che fu esteso anche nel Regno d’Italia il 5 settembre del 1806. Tale editto stabilì che i defunti dovevano essere sepolti fuori dalle mura cittadine da qui la necessita anche a Pratica di costruire un cimitero fuori dal borgo.
Il cimitero quindi fu realizzato subito dopo quella data e quando anche il nostro territorio era stato annesso all’Impero Francese, tra il 1808 e il 1814, in un terreno lontano circa 2km dal borgo di Pratica, espropriato nella tenuta Petronella - Naro di proprietà dell’omonima famiglia Naro. Il cimitero fu usato fin dalla sua realizzazione dalle famiglie che abitavano nel borgo e nei casali circostanti.
Il cimitero è poi stato gestito dal Governatorato di Roma che aveva un suo guardiano, anzi una guardiana, la signora Maria Filzi. Successivamente con la costituzione del Comune di Pomezia il 3 giugno del 1938, consultando una delibera del commissario prefettizio Aurelio Leone sull’organico comunale, ho trovato che la stessa signora Maria Filzi era incaricata di fare la guardiana del cimitero di Pratica di Mare, (delibera n. 09 del 5/10/1938: Manutenzione, custodia e scavo tombe al cimitero di Pratica di Mare signora Filzi Maria ved.
La Bella che fino ad oggi ha disimpegnato tale incarico per conto del Governatorato di Roma).
Nel dopoguerra dal 1944 e fino alla sua morte avvenuta il 14/07/ 1993 a gestire di fatto il cimitero è stato il parroco di Pratica don Benvenuto Cocuzza. Una persona molto autorevole e questo probabilmente ha generato in qualcuno la errata convinzione che il cimitero non fosse comunale.
Resta il fatto che il cimitero di Pratica ha assunto poi una notevole importanza da quando vi è stato sepolto Sergio Leone.
E’ infatti dalla seconda metà degli anni ‘90 che è sepolto nel cimitero di Pratica di Mare Sergio Leone, morto a Roma il 30 aprile del 1989 e tumulato in un primo momento al cimitero del Verano e poi negli anni ’90 traslato nel cimitero di Pratica.
Oltre alla tomba di Sergio Leone, vi sono le tombe delle famiglie che abitavano nel borgo e nei casali dei Borghese. Vi è anche la tomba dell’exSindaco Pietro Bassanetti, del dott. Giuseppe Vultaggio e dell’arch. Claudio Michelato che ha redatto il piano regolatore di Pomezia.
Nel cimitero sono seppellite anche tre monache dell’ordine delle Suore della Croce che vivevano nel loro convento nel borgo di Pratica dove avevano anche una scuola elementare e un arciprete Luigi Persichilli deceduto a Pratica nel 1892.
Non si riesce a capire cosa aspetta il Comune a entrarne in possesso e tutelarlo e preservarlo come conviene ad un cimitero storico che tra l’altro contiene le spoglie di Sergio Leone, un regista di fama mondiale.
A.S.
Mozione del PD per potenziare il distretto farmaceutico
Produzione vaccini
A Michela Califano, commissario del Pd di Pomezia, dopo che ha depositato una mozione del Pd alla Regione Lazio per potenziare il distretto farmaceutico di Pomezia proprio in funzione di una produzione nel Lazio dei vaccini anticovid, gli è arrivato il sostegno del segretario regionale del Pd senatore Bruno Astorre che in una nostra intervista ha ribadito l’impegno del Lazio ad una produzione autonoma di vaccini.
Anche l’assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D’Amato ha ribadito che: “Sono almeno 4, anche 5, le aziende nella nostra regione che sono state inserite nel dossier consegnato al ministro Giorgetti. Si tratta di aziende alle quali potrebbero arrivare parte di quei 200 milioni liberati a metà marzo dal Mise per interventi di ricerca e riconversione industriale per la produzione dei vaccini, fondi che si affiancano alle ulteriori risorse previste nel decreto sostegni per la creazione del “Polo per la vaccinologia e farmaci biologici”.
- On. Califano, quali potrebbero essere le aziende farmaceutiche interessate?
“Indubbiamente bisogna partire da chi già sta lavorando nel campo della produzione dei vaccini anticovid. Alla Irbm di Pomezia si è collaborato con l’Università di Oxford, al vaccino prodotto da AstraZeneca. A Castel Romano, alla ReiThera, è in fase di sperimentazione un candidato vaccino italiano, nato in collaborazione con l’Istituto Spallanzani di Roma, che ha ricevuto finanziamenti dal Miur e dalla Regione Lazio. Sempre a Castel Romano, alla Takis, insieme all’Università di Milano-Bicocca, è in fase di sperimentazione un altro vaccino che verrà prodotto da Rottapharm Biotech. Nello stabilimento Menarini Biotech di Pomezia si sta testando un anticorpo monoclonale che, nelle speranze di ognuno, potrà sconfiggere definitivamente il coronavirus. In grado di produrre sia vaccini adenovirali che a Rna messaggero vi sarebbe anche l’americana Thermo Fisher Scientificdi Ferentino (Frosinone). Sempre in provincia di Frosinone, ad Anagni, verrà prodotto il candidato vaccino Sanofi-Gsk, mentre in uno stabilimento poco lontano, alla Catalent, si producono milioni di fialette che contengono il siero AstraZeneca e potrebbe farlo anche per Pfizer-Biontech e per la Johnson & Johnson. Ma vi sono anche altre aziende farmaceutiche che si stanno riconvertendo per specializzarsi nell’infialamento di vaccini. E’ il caso della HauptPharma di Latina, stabilimento della multinazionale tedesca Aenova che produce farmaci per conto terzi e che ha avviato un progetto di riconversione di un reparto che consentirà l’infialamento di vaccini con l’adenovirus come quello di Astrazeneca sia con l’Rna messaggero come quello di Pfizer e Moderna”.
È un fiorire di studi e produzioni che vede protagonisti i distretti farmaceutici di Castel Romano, Pomezia, Latina e Frosinone che permette al Lazio di ritagliarsi un ruolo nella battaglia mondiale dei vaccini che da mesi si sta consumando sullo sfondo della pandemia. A.S.