Il Litorale • 17/2019
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ANNO XIX - N° 17 - 1/15 OTTOBRE 2019 Il Litorale Pag. 23
S i m p o s i o
LIBERO INCONTRO ARTISTICO CULTURALE
anche i Buddha sono solo dei Profeti.
BUDDISMO E CRISTIANESIMO hanno impressionan-
ti somiglianze, oltreché ragguardevoli differenze. Ambe-
due permettono la costruzione di un radicale umanesimo
attraverso la libertà, parlando per parabole e similitudini al
fine di rendere più comprensibile il loro messaggio e de-
plorarono con grande indignazione la pratica dei sacrifici
umani ed animali dell’epoca. Condannarono la superbia e
lo strapotere dei ricchi e dei potenti, prediligendo la purez-
za della vita, la buona condotta morale, la “pietas” e l’a-
more infinito per il prossimo. Padre nostro insegnava Gesù
e non «Padre mio» affermando con ciò la fratellanza uni-
versale dando così una sicura ed eterna risposta ai razzisti,
di tutte le epoche, basata sulla comune paternità in un dio,
ed in tal senso affermando il principio di uguaglianza, dif-
ficilmente raggiungibile, per altre vie.
Cristo e Buddha, sono molto simili per l’infinità bontà
che li caratterizza come uomini, Cristo infatti invita i suoi
seguaci ad offrire l’altra guancia se offesi, Buddha, nella
“Parabola della sega”, così si esprime: « ...così, o fratelli,
anche se, i banditi della strada maestra vi tagliassero mem-
bro dopo membro con una sega o due mani e l’anima di
qualcuno di voi fosse per ciò offesa, costui non obbedireb-
be al mio insegnamento» precorrendo in questa ottica la
dottrina evangelica.
La differenza fra i sessi. In Gesù è accidentale e transito-
ria: «Nella resurrezione, infatti, gli umani né si sposano,
né sono sposati, ma tutti sono come angeli di Dio nel cie-
lo» (Matteo, 129). Dio infatti creò l’uomo a sua immagine
e quell’unico uomo “maschio e femmina lo creò per questa
vita”. Il Messia “è fatto da donna”, (Paolo, Lettera ai Gala-
ti), riconoscendo così alla donna la dignità di essere: “Ma-
dre di Dio”. Inoltre Maria, Marta e Maddalena, furono le
Kushinagar – Mahaparanirvana Teple,
Buddha disteso, particolare, V secolo
La storia della ricerca religiosa è anche la storia della
vita umana che pur mutevole nei tempi e nei luoghi, è
sempre stata costellata da punti luminosi incarnati, forieri
di verità e tendenti ad interpretare le esigenze ed il bisogno
di trascendenza e di spiritualità dell’uomo.
Le prime luci provengono dall’Oriente e sono quelle
dell’India misteriosa e profonda, dalle scintillanti vette
dell’Himalaya, dove mistici affratellati fra loro, uniti ad al-
tri gruppi provenienti dal “Picco d’Adamo”, varcarono
l’Indo, raggiungendo l’altopiano iranico, che in tal modo
divenne la culla geografica-morfologica di tutti i sistemi
filosofici e religiosi. Ma il centro spirituale orientale non
perse mai la sua sede fra le nevi inaccessibili dell’Himala-
ya, dove peraltro tuttora risiedono maestri guida, anche se
perseguitati da poteri politici intolleranti.
Il Gautama Tathagata, Siddharta, Buddha Satya, nac-
que all’alba della civiltà indiana verso il 563 a. C. a Lum-
binivana, presso il confine del Nepal, dopo essersi sposato
con Yashodhara che gli dette il figlio Rahula, rinunciò al
mondo per darsi al misticismo e alla predicazione. Di lui,
oltre alla tradizione orale, restano a testimoniare la sua
presenza i “Sermoni” e i “Dialoghi” che lo videro maestro
e sagace interlocutore. I maestri che lo iniziarono furono
gli asceti brahamanici allora Kalama e Udraka Ramaputra.
L’illuminazione del Buddha avvenne, dopo profonde me-
ditazioni ad Uravela sotto l’albero del “ficus religiosa”. Il
suo primo sermone è noto sotto il nome “Il giro della Ruo-
ta della Legge”. Il suo discepolo fu Ananda che lo accom-
pagnò nei suoi viaggi prendendosi cura di lui fino alla
morte accogliendo le istruzioni per la vita futura dell’ordi-
ne: «[…] il Thathagata (il Budda storico) pensa che non
sia lui a dover guidare i confratelli e che l’Ordine non deb-
ba dipendere da lui. Del resto Ananda, sii tu stesso la lam-
pada che ti illumina, sii il tuo rifugio, guardati dal rifugio
che non sia tu stesso, la verità sia la tua sola lampada... ».
La realtà è ingannevole. Bisogna da essa salvarsi, perché
Domenica 6 ottobre – ore 17.00
UMANESIMO DI
CRISTO E BUDDHA
di Lia Bronzi
MUSICA & LETTERATURA INSIEME
Intervento di Lia Bronzi
Il Buddha disse ad Ananda
i Buddha sono solo dei profeti
Intermezzo musicale con
Silvia D’Augello al pianoforte
Aperitivo in giardino
Sorrisi di fede -
un viaggio in INDIA
di Valentina Gobbi
CANTINA BACCO
Nettuno
Venerdì 4 – ore 17.00
Presentazione libro con Roberto Pedrona
Sabato 5 – ore 17.00
Percorso fotografico con Renzo Ridolfi
di
I ragazzi del coro,
è un romanzo giallo di Daniele Sesti, (2° premio al Con-
corso Letterario dell’Argentario, 2018), sarà presentato da-
gli amici dell’associazione Laeta Corda di Aprilia e dal
loro maestro e direttore artistico Cristian Alderete.
La trama Cosa hanno in comune Chopin e Simon & Gar-
funkel, Gli U2 e Shostakovich, Brahms e i Nirvana, Bee-
thoven, Bon Jovi, Mameli, i Pink Floyd, Mozart e i Beat-
les? È la domanda alla quale dovranno dare una risposta i
membri di un coro di Roma partiti per una settimana in un
ex convento, ora albergo situato tra i monti del Cimino, per
uno stage sul madrigale: interpretazione e tecniche di ese-
cuzione. Con loro, il corpo docente: musicisti, musicologi
e critici. Quella settimana, infatti, viene funestata da una
serie di omicidi ai quali ogni volta corrisponde una traccia
musicale lasciata sul luogo del delitto. Tra lezioni di canto
e dotte conferenze, i ragazzi del coro sono coinvolti nelle
tragiche vicende di cui sono testimoni e con le autorità col-
laboreranno per la risoluzione dell’enigma musicale che di
delitto in delitto si arricchisce di elementi e particolari.
Tutti partecipano emotivamente, mettendo a nudo le pro-
prie piccole e grandi debolezze, le proprie idiosincrasie, i
propri vissuti personali. Intrecciano e rinsaldano relazioni,
messe a dura prova dalle tensioni che, inevitabilmente, la
situazione, in cui loro malgrado si sono venuti a trovare, ha
causato. Un enigma la cui soluzione ha origini lontane e
che si annida tra le righe di un pentagramma.
Più che un giallo, si potrebbe definire un noir vuoi per le
sfumature introspettive di alcuni dei personaggi, vuoi per
la struttura che ricorda i romanzi di Agatha Christie che
prevede che tutti gli attori del dramma si trovino nello stes-
so posto e luogo e che tra essi, inevitabilmente, si scopra il
colpevole. Il romanzo si snoda tra un delitto e l’altro rive-
lando poco alla volta le relazioni tra i personaggi e i loro
segreti e bugie.
Ma è anche una riflessione sul concetto di Arte dichiara
l’autore che, suggerita da uno dei personaggi chiave, il
Professor Delle Valli, quando cita il concetto di arte come
inteso da Shostakovich. Ed anche su ciò che è vera arte e
ciò che è solo mistificazione”. Molti i riferimenti musicali
e molti suggerimenti che vi invitiamo a seguire. Di più,
non possiamo dire… In fondo, sempre di giallo trattasi…
Un libro non solo da leggere, ma... ma da ascoltare.
Intervento musicale conclusivo
“Moti del cuore nei secoli”
Preparato da Cristian Alderete, baritono accompagnato da
Francesco Del Fra al pianoforte.
Un viaggio già intrapreso in questa sede con:
Io sono il nuovo povero di Maurizio De Vito.
Mercoledì 9 ottobre - ore 17.00
STORIA CONTEMPORANEA
AMERICA
La società tra i ruggenti
anni venti e i critici anni trenta
con Francesco Bonanni
Vedi articolo di F. Bonanni su Il Litorale N°16
seguaci del Cristo fino alla sua morte, mentre le peccatrici
furono dal Messia completamente perdonate. Anche Bud-
dha ebbe seguaci femminili come Visakha, Ambapali ed
altre, che, con la loro inesauribile forma di carità, contri-
buirono non poco al sostentamento dell’Ordine, mentre il
loro zelo religioso fu basilare per la divulgazione iniziale
del Buddhismo.
La sofferenza. Buddha preferisca considerare gli uomini e
le donne con la ragione, facendo appello al loro senso uni-
versale del dolore, secondo la logica del saggio più che del
mistico: «la morte colpisce tutti ma in questa valle di dolo-
re c’è un sentiero che conduce all’immortalità, colui che si
è spogliato di ogni egoismo» dove si evince che, più che
trasformare la realtà, è necessario rifuggire da essa per adi-
re al Nirvana. Cristo invece conforta l’infelicità ed il dolo-
re umano con tocco salutare e delicato, con i suoi miracoli
ed il premio di una vita eterna futura. Nei confronti dei po-
tenti Cristo non trattiene rapporti amichevoli, è semmai in
contestazione, e divide la storia in due tronconi: In Ante e
Post “Cristum Natum”, con messaggi sociali dal contenuto
antico, in grado di affrontare ancora oggi le difficoltà del
mondo. Buddha al contrario senza paura né adulazione in-
trattiene rapporti con i potenti, così come si evince dai dia-
loghi con Prasenayil, re di Cosala, che fu dal Profeta invi-
tato a condurre una vita retta e premurosa del benessere
del popolo.
La debolezza umana. Come Cristo, Buddha seppe valuta-
re le debolezze umane che, nascono per: «difetto di com-
prensione e di intelligenza delle quattro verità sante».
Dunque ambedue le dottrine hanno indubbiamente traman-
dato un ideale sociale ed egualitario e di libertà che, attra-
verso sangue versato e lotte, durante i millenni, ha avuto
ed ha un influsso duraturo sulle vicende umane, anche
quando uomini sbagliati lo hanno tradito. Ma potranno gli
uomini, pur portatori di idee religiose diverse, trovare una
loro unità al fine di lavorare per il bene di tutti e la pace
nel mondo? L’interrogativo è grande ma forse non è insor-
montabile, se ognuno di noi saprà portare la propria pie-
truzza per la costruzione del Tempio dell’umanità intera,
nel rispetto e nella tolleranza delle idee altrui, al fine di ac-
corciare le distanze fra Oriente ed Occidente nella para-
dossalità di un circolo ermeneutico costituito dai due gran-
di blocchi, appunto, ma pur sempre territori confinanti, do-
ve ciascuno uomo vive vicino all’altro.
(Estratto dalla conferenza tenutasi il 19 novembre 2009 a Firenze,
Palazzo del Pegaso, durante gli incontri interreligiosi, con impor-
tanti rappresentati delle religioni presenti in Toscana)
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