Il Litorale • 17/2019
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Pag. 38 Il Litorale Sport ANNO XIX - N° 17 - 1/15 OTTOBRE 2019
Don Steno Borghese, era stato in
carica quale Delegato Podestale,
a capo dell’amministrazione co-
munale fino all’11 ottobre 1944,
quando per volontà popolare fu
eletto sindaco il sindacalista di
Marzabotto Pietro Comastri e
una nuova giunta che doveva go-
vernare Anzio e Nettuno. Intanto
si andavano costituendo le sezio-
ni dei partiti politici e don Steno
Borghese fu consigliere della se-
zione della Democrazia Cristia-
na di Nettuno.
Prima della fine di quell’annno
1944, esattamente il 29 dicem-
bre, si costituì l’A.S. Nettuno
Calcio che ebbe quale suo presi-
dente proprio il principe Borghe-
se. Furono Andrea Monaco e
Silvio Mancino a offrirgli l’inca-
rico quando andarono nella sua
villa e gli chiesero di concedere
una piccola parte del suo vasto
terreno. Lo chiesero per i giova-
ni della squadra di calcio Liber-
tas.
La risposta del principe Borghe-
se fu: “Non facciamo politica
nello sport, se dobbiamo fare il
campo di gioco, facciamolo per
il Nettuno”.
Felici per la concessione, Mona-
co e Mancino gli dissero: “Allo-
ra Eccellenza, lei sarà il presi-
dente”.
Nacque così il campo sportivo
Filiberto De Franceschi. All’ini-
zio scelsero una parte del terreno
a ridosso del grande cancello che
s’affaccia sulla via del Colle, at-
tualmente via Benedetto Menni,
all’imbocca della strada delimi-
tata dal grande edificio della Di-
vina Provvidenza. Stavano quasi
per finire quando s’accorsero
che quello spazio non consentiva
di realizzare il rettangolo di gio-
co con le misure regolamentari.
Si spostarono perciò più a ovest,
oltre la cosiddetta “buca delle
arance”, a quel punto don Steno
pretese che a dirigere i lavori
fosse un suo tecnico di fiducia e
nominò capo cantiere Valerio
Vettori, coadiuvato dal figlio
Umberto.
Ricordava Umberto Vettori: “I
lavori per la sistemazione finale
del campo di villa Borghese li
diresse mio padre, che con il
principe Steno aveva rapporti di
lavoro. Il muro di rialzo e il pia-
no di livellamento fu opera sua e
dei suoi muratori e con la colla-
borazione di tanti volenterosi
che, quando ancora la guerra in
Italia non era finita, volevano,
con il gioco del calcio, dimenti-
care le sofferenze».
In tanti, tantissimi ci lavorarono,
chi senza lavoro, chi dedicava il
tempo libero.
Salvatore Bianchini, primo por-
tiere del dopoguerra fu uno di
questi: “Rientrai da Napoli,
dov’ero sfollato con la mia fami-
glia, e insieme agli amici miei
coetanei aiutavamo i più grandi.
Lavoravamo con pala e piccone,
la terra la mettevamo dentro un
carrello che poi spingevamo su
un binario e la scaricavamo nel
punto più basso del terreno per
rialzarlo a piano”.
Don Steno, di tanto in tanto s’af-
facciava a vedere quell’esercito
di nettunesi che, come formiche,
si muovevano dentro il suo terri-
torio e soffrì molto quando per
necessità furono abbattuti gli al-
beri che si trovavano all’interno
del rettangolo di gioco.
Remo Casarini ricordava: “To-
gliemmo quegli alberelli con i
botti, quelli che usavano i pesca-
LA STORIA DEL NETTUNO CALCIO - Tra gli incontri più entusiasmanti quello tra Nettuno e Latina del 16 dicembre 1945 finito 4-3
Nettuno 1945-1946. Da sinistra, in piedi: Spigoni, Bianchini, Barsotti, De Lucia, Mastrogirolamo, Aglietti, Grossi, Cellucci, Ricci, Lauri; accosciati:
Ruggeri, Cibati, Luciani, Mariola.
Giocatori e dirigenti al centro del campo dopo una vittoria.
Da sinistra, il dottor Tirillò, monsignor Nicola De Franceschi, parroco della chiesa di San Giovanni e don Steno
Borghese, alla cerimonia d’inaugurazione del campo sportivo di villa Borghese.
Con il principe Borghese si riprende a giocare al calcio
tori e ad ogni alberello che sal-
tava in aria a don Steno usciva-
no le lacrime dagli occhi “pove-
ri alberelli miei” sospirava».
Don Steno poi lo affittò per 1 li-
ra annua, e concesse anche la se-
de, che era un locale al palazzo
baronale, e il salone denominato
Arcobaleno, che la squadra usa-
va come palestra e per le feste da
ballo per raccogliere fondi per la
squadra.
La partita contro il Latina avreb-
be dovuto rappresentare una pas-
seggiata per l’undici nettunese,
invece fu combattutissima e con
il risultato altalenante. Il Latina
era andato in vantaggio due vol-
te con Masella e Baraldi, ma
Ruggeri aveva ristabilito la pari-
tà. Poi fu il Nettuno a portarsi in
vantaggio con Quinto Ricci, ma
Arcella del Latina dopo dieci
minuti portò il risultato a 3-3.
Neppure un minuto dopo il Net-
tuno, proiettato in avanti, guada-
gnò un calcio d’angolo.
Sullo spiovente s’avventò il cen-
tromediano Mastrogirolamo, che
colpì di testa e insaccò all’ango-
lino alto della porta del Latina.
Vani i tentativi del Latina per ri-
prendere il match che terminò
con la vittoria dei verde-azzurri
che navigavano al centro classi-
fica. Per il Latina invece una pe-
sante sconfitta e un penultimo
posto.
IL MATCH:
16 dicembre 1945
NETTUNO – LATINA 4-3
Reti: 10’pt Masella (Lt), 10'st
Ruggeri (N.), 12'st Baraldi (Lt),
13’ st Ruggeri (N), 30’st Ricci
(N), 43’ st Arcella (Lt), 44’st
(Mastrogirolamo (N).
Nettuno: Luciani; Mariola, Ci-
bati; Lauri, Mastrogirolamo,
Barsotti; Marini, Cellucci, Rug-
geri, De Lucia, Ricci.
Latina: Parisi; Sarubbo, Di Spi-
gno; Zenobi, Scarpato, Leoni;
Masella, Baraldi, Arcella, Del
Ragno, Carosi.
Arbitro:Alterio.
Silvano Casaldi
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