Il regista Massimiliano Bruno mattatore e cuore pulsante della manifestazione
Aprilia Film Festival
Il regista Massimiliano Bruno mattatore è il cuore pulsante della serata finale dell’Aprilia Film Festival, il festival internazionale del corto d’autore, giunto alla seconda edizione e organizzato da Nicola Fabrizio presso il polo culturale della ex Claudia, con la direzione artistica affidata a Federico Paolini. Reduce dall’ultimo lavoro, “Non ci resta che il crimine”, con Marco Giallini, Alessandro Gassmann, Gianmarco Tognazzi, Edoardo Leo e Ilenia Pastorelli, che sarà distribuito nelle sale cinematografiche a partire dal prossimo 22 novembre, il regista che ha esordito nel 2011 con il film Nessuno mi può giudicare, interpretato da Paola Cortellesi, Raoul Bova e Rocco Papaleo con il quale ha ottenuto 5 candidature al David di Donatello e ha vinto il Nastro d’Argento e il Globo d’oro per la miglior commedia, consacrandolo come regista e sceneggiatore di pellicole di successo, Massimiliano Bruno ha conquistato il pubblico grazie alla sua spontanea ilarità ed ironia e con la giuria tecnica, composta anche da Luciano Fontana, Antonio Gargiulo, Herbert Simone Paragnani e Mark Melville ha assegnato i premi per le varie categorie. A conquistare il premio più ambito, miglior cortometraggio durante la serata conclusiva del 20 settembre scorso, è stato il corto “In Zona Cesarini”, per la regia di Simona Cocozza. Un corto ambientato a Napoli durante un pranzo in famiglia con un inaspettato ospite, destinato a cambiare la vita di un padre troppo sicuro di sé e delle sue convinzioni. Un tema importante, trattato con leggerezza e ironia e per questo Simona Cocozza ha portato a casa anche il premio per la Migliore Regia, oltre che la menzione speciale della giuria dei giornalisti. A portarsi a casa il Premio Aprilia è stato “All the time in the world- Tutto il tempo che vogliamo” per la regia di Bruno Ugioli e Riccardo Menicatti, che ha vinto anche la miglior sceneggiatura: con delicatezza e poesia i due registi hanno saputo raccontare l’amore di due anziani, capace di resistere anche alla malattia. A ritirare i premi una irresistibile Lina Bernardi, che per ringraziare ha dedicato al pubblico i versi di William Blake. Tra i tre corti animati proposti dalla scuola francese, la giuria ha assegnato il primo posto al corto drammatico e distopico Black Lead, mentre “Partenopea” ha strappato la fascia di miglior documentario a “Sette metri e mezzo”, dell’apriliano Lorenzo Nuccio, risultato comunque il corto più apprezzato dal pubblico per la serata di sabato 19 settembre. La platea invece la sera successiva ha premiato “Spoiler”, per la regia di Simone Miccinilli, commedia esilarante che ha ottenuto anche una menzione speciale. Pietro De Silva, protagonista de “La volta buona” e Claudia Cervelli per “Silenzi”, sono stati giudicati miglior attore e migliore attrice; Teo per la regia di Piergiorgio Sedita ha ottenuto il premio per il miglior montaggio. Il pluripremiato “Sad Letters”, per la regia di Antonio De Rosa e con una magistrale interpretazione di Leo Gullotta ha conquistato il premio per la migliore fotografia.
Francesca Cavallin
Il dipinto di Nardinocchi nella Collezione Farnesina
Volta a Roma
“Volta a Roma” è il nome del suggestivo dipinto acrilico su tela, l’opera dell’artista di Aprilia Aleardo Nardinocchi che verrà esposta in maniera permanente nella Collezione Farnesina, presso il Museo del Ministero degli Esteri. Un riconoscimento importante per l’architetto di Aprilia prematuramente scomparso alcuni anni fa, ma l’opera del quale continua a dare lustro alla città nord pontina. La tela 150X 100 cm verrà ospitata all’interno della sala dove trovano posto gli artisti contemporanei più prestigiosi, tra i quali Guttuso e De Chirico.
Un’opera, quella di Aleardo Nardinocchi, che raccoglie in sé le suggestioni di una città che si configura come spazio urbano complesso, ricco di esperienze percettive di grande suggestione, alcune anche inimmaginabili. Nonostante il suo centro appaia, planimetricamente, una sorta di grande corpo scavato, in realtà, proprio per assecondare le sue qualità orografiche, spesso si configura attraverso frammenti. Il frammento non solo porta con sé caratteristiche spaziali più o meno omogenee in grado di generare tensione qualitativa ma è proprio il sistema di crescita della città che ingloba parti per crearne nuove, si appoggia su situazioni esistenti. In questo senso la stratificazione diventa chiave di lettura essenziale per la comprensione dello spazio: sotto c’è sempre qualcosa, a volte da scoprire, da disvelare, o semplicemente da conservare nella terra e l’estate romana accende questi frammenti e ne trasfigura l’immagine esclusivamente monumentale rendendoli luoghi per stare.
Il quadro è stato concesso in comodato d’uso gratuito dall’associazione Aleardo Nardinocchi. “Si tratta di una mostra importante- spiega Roberto Nardinocchi, padre di Aleardo e presidente dell’associazione - che ha visto nel catalogo il nome di Aleardo accostato a quello di artisti celebri, come Richard Meyer, l’architetto Paolo Portoghesi e Perilli. Quando si è aperta questa possibilità di poter avere un quadro al museo del Ministero mi sono attivato e ora partirà l’allestimento per la mostra permanente”.
Francesca Cavallin