Il Pontino Nuovo • 1/2019
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Pag. 40 IL PONTINO NUOVO Cronaca di Ardea ANNO XXXIV - N° 1 - 1/15 GENNAIO 2019
Prosegue l’ondata di interesse e
curiosità che sta suscitando “La
strategia del bruco – racconto au-
tobiografico di una liberazione
dalla schiavitù”, ospitato nella 4°
edizione del “Librart d’autunno”
di Aprilia, magistralmente orga-
nizzato dall’associazione “Noi, i
libri e...”
Piero Zomegnan responsabile
Mondadori Store di Castel Roma-
no, ha presentato il libro e il suo
autore Daniele Furia, che ha rac-
contato la sua opera: “La strate-
gia del bruco nasce dall’esigenza
che accomuna tutti i libri presenti
in questa rassegna, ovvero quella
di dover comunicare qualcosa di
importante, nel mio caso questo
qualcosa é l’insieme delle espe-
rienze personali che mi hanno
portato a riconoscere determina-
te meccaniche del sistema sociale
in cui viviamo, trasformando
quindi radicalmente il mio ap-
proccio alla vita ed effettuando di
conseguenza scelte che possono
considerarsi le strade meno bat-
tute del bosco. Racconto della
realtà in cui viviamo, fatta di bu-
rocrazia, di confini, di stati, di
frontiere, di creazioni dell’essere
umano in genere, dal momento
che tutta la struttura che ci cir-
conda l’abbiamo comunque gene-
rata noi in quanto esseri umani.
Abbiamo ad esempio accettato la
politica che ci divide dalle altre
popolazioni, o un sistema in cui
pagare le tasse anziché poter
concedere il nostro “valore” alla
società, arrivando alla triste real-
tà che ci si senta “bravi cittadi-
ni” nel riempire un bollettino po-
stale per la raccolta della spazza-
tura, invece di preoccuparsi di
migliorare il proprio comporta-
mento incivile nelle strade e que-
sto non ci può portare a qualcosa
di buono. Per tutto questo e altro
mi sono quindi trovato di fronte
alla mia “nemesi”, come succede
più o meno a tutti quando ci si
sofferma in un posto specifico: di
fronte allo specchio. Sentivo che
non mi riconoscevo nella società
che mi circondava e se è giusto
accettare che la società che per-
cepiamo sia il riflesso di noi stes-
si, mi sono dovuto e voluto impe-
gnare nel chiedermi in cosa, allo-
ra, io stessi davvero sbagliando
nel mondo. Il primo errore che ho
potuto riconoscere è stato quello
di non aver riconosciuto determi-
nati avvenimenti o specifiche in-
formazioni. Mi sono trovato a
Marcello Bramati, Lorenzo San-
na, “Leggere per piacere. Come
far crescere l’amore per i libri nei
bambini dai 5 agli 11 anni”,
Sperling e Kupfer, Milano 2017,
pp. 168, euro 16,00.
Si sa, nelle società dell’occidente
tecnologizzato l’alfabeto icono-
grafico sta prendendo il posto del-
l’alfabeto tradizionale della scrit-
tura, le immagini sostituiscono la
pagina scritta. Perché affannarsi
tanto a scrivere (o leggere) la pa-
rola ‘campanella’ quando c’è
un’icona che la raffigura? Perché
perdere tempo a scrivere ’mucca’,
quando l’immagine stilizzata che
la raffigura rende perfettamente
l’idea? Basta il colpo d’occhio, il
meccanico stimolo-risposta, la ri-
produzione piuttosto che la pro-
duzione o la interpretazione di un
testo, contro la procedura cogniti-
va-mnemonica della scrittura-let-
tura. Così gli apparati di appren-
dimento attivi da quando l’uomo
ha imparato i segni della scrittura,
saltano, si atrofizzano, si mutila-
no; il colpo d’occhio rapido con-
tro la pagina prodotta, scritta, fab-
bricata, rilegata…non c’è partita.
La civiltà della scrittura sta lenta-
mente abdicando, però non tutti
ne sono convinti né tutti cedono
passivamente le armi: per com-
prendere per esempio, un moder-
nissimo e sofisticato ipertesto ico-
no-sonoro-alfabetico occorre co-
munque saper leggere, compren-
dere senso e significato; così co-
me serve per comprendere un te-
sto di istruzioni di uno smartpho-
ne non basta solo l’istantaneo,
sintetico slogan di copertina. Il ri-
schio è quello di una regressione
a livello di ‘analfabetismo funzio-
nale’, vale a dire l’incapacità di
capire il senso di un qualsiasi te-
sto complesso, diverso dai testi
letti abitualmente per uso quoti-
diano. Si rischia anche il declino
della nostra civiltà, così come es-
sa si è andata sviluppando dal Ri-
nascimento e dall’Illuminismo in
poi ad incremento a vantaggio del
fenomeno del fondamentalismo
bigotto e superstizioso che, diffu-
so nella società, alligna proprio
negli anfratti più profondi dell’il-
letteralità e dell’ignoreanza. Nel
guazzabuglio dell’egemonia sotto
culturale, nella sovra ri-produzio-
ne semiotico-iconografica, fatto
di luci artificiali, di twitter, di lo-
cuzioni primitive, di slogan, si
corre seriamente il rischio che la
lettura e il libro vengano conside-
rate cose superate, noiose ed inu-
tili a tutto vantaggio di ristrette
elite che manterranno il potere
della conoscenza attraverso la
produzione narrativa alfabetica e
letteraria, la produzione-riprodu-
zione-interpretazione di un testo
complesso.
Più brevemente, leggere, come
inoltre sostengono i due autori di
questo testo, il saper ‘maneggia-
re’ un libro aiutano “a sviluppare
la concentrazione, a migliorare il
lessico e di conseguenza l’abilità
di scrittura, a potenziare la fanta-
sia e il desiderio di conoscenza, la
lettura concede anche di ritagliar-
si molto tempo per sé in un ango-
lo di silenzio e calma....Leggendo
si cresce in ricchezza e profondi-
tà”(pp. 35, 36).
In Italia si leggono pochi libri, ma
–paradossalmente- si scrive e si
pubblica molto e questo dà molto
da pensare. Comunque chi vuole
che nel proprio figlio nasca la
passione per la lettura ed i libri,
che provi interesse per la narra-
zione, acquisisca capacità riflessi-
ve, sia capace di stare solo oltre
che con gli altri, acquisisca com-
petenze introspettive ecc., deve
saper istillare loro questa passio-
ne, senza forzature, fornendo loro
tutti i supporti diretti ed indiretti.
Certo in una casa dove non circo-
la un libro la cosa sarà molto dif-
ficile e quell’analfabetismo ‘fun-
zionale’ o ‘di ritorno’, sarà tra-
mandato da generazione in gene-
razione. Questo libro ci offre una
serie di possibilità che ci aiutino a
trasmettere questa passione, ci il-
lustra esempi, stratagemmi e stra-
tegie, consigli e pareri. Una scrit-
tura valida sul piano precettistico
e anche, se vogliamo pedagogico;
ci aiuta appunto a trasmettere, tra-
mandare alle generazioni a venire
una cosa che la famiglia in qual-
che modo possiede. Ma limitata
mi sembra la validità sociologica,
perché non tiene conto di quelli
che sono i contesti famigliari, di
quelli che sono i modelli, gli stili
di apprendimento e di riproduzio-
ne del patrimonio culturale ed in-
tellettivo intrafamigliari; di chi
non ha niente, o ben poco, da tra-
smettere e tramandare. Infatti le
situazioni esemplificate dai due
autori sono ambientate in fami-
glie dove i genitori e i nonni sono
fervidi lettori, ci parlano di stanze
domestiche fornite di scaffali con
libri di ogni tipo, scuole ed inse-
gnanti modello e motivati alla dif-
fusione della lettura, città medio
grandi con teatri e sale cinemato-
grafiche…Tuttavia principi indi-
cati nel volume, certe sue indica-
zioni conservano la loro validità
anche se la realtà sociale poi,
troppo spesso, è tutt’altra.
Giuseppe Chitarrini
mettere in discussione tutto, come
risvegliatomi da un’amnesia. Ho
cominciato quindi una mia inda-
gine personale che mi ha portato
addirittura a denunciare il Go-
verno Italiano con un atto forma-
le, ma quella è stata soltanto una
delle mie prime mosse che intra-
presi e che racconto nel libro.
Per riassumere, diciamo che que-
ste pagine sono un invito e uno
stimolo, completo di riferimenti
riscontrabili, ad avviare una pro-
pria indagine multidisciplinare,
civile, spirituale o addirittura sto-
rica, privandosi del giudizio per
le scoperte che ne conseguono, al
solo fine di tentare di riconoscere
se stessi”.
Poi Piero... chiede a Daniele Fu-
ria: Secondo te é giusto denuncia-
re questo sistema, che tu stesso
critichi e rifiuti apertamente co-
me scritto nel tuo libro, attraver-
so l’utilizzo delle norme o dei co-
dici, come il codice penale, gene-
rato appunto da questo stesso si-
stema?
Daniele Furia risponde: “Nel li-
bro questo paradosso é presente
al punto di spingere il lettore di
fronte a informazioni importanti
sul diritto positivo con il suo co-
dice penale o anche i codici inter-
nazionali, per passare poi al di-
ritto Naturale, fino ai codici del
diritto Divino, che è stato usurpa-
to ad ogni abitante del pianeta.
Racconto di come sia riuscito ad
annichilire questa struttura che a
tutti gli effetti si comporta come
un “mostro”, ad esempio inizian-
do dal riconoscere che la stessa
denuncia, appunto, rappresenta
un conflitto oltre che penale, an-
che sociale, civile o del proprio
benessere psicofisico. Questo mi
ha immancabilmente condotto al-
la più risolutiva e rara delle solu-
zioni: la ricerca del non conflitto,
fuori e dentro. Chiunque speri-
menti su se stesso qualcosa di co-
sì potente e raffinato, può infine
materializzare un vero e proprio
spazio vitale fatto di pace, di feli-
cità e di lati positivi di cui gode-
re, che prima non si erano nean-
che mai rivelati. Insomma ciò che
ho scritto, in ultima analisi, si
presenta come l’informale excur-
sus di una trasformazione in cor-
so di tutta l’umanità”.
La casa editrice Europa Edizioni,
ancor più apertamente di quanto
non abbia fatto Daniele Furia,
nella quarta di copertina scrive:
“Armandosi della giusta dose di
coraggio, si può trasformare il
bruco in farfalla; leggere per cre-
dere”.
A noi non resta quindi che scopri-
re quale sia la strategia che acco-
muna tutti noi.
Luca Barrini
La nostra collaboratrice Rita Ce-
rasani, nella stupenda cornice del
Granaio Borghese di Artena, ha
presentato, con la partecipazione
del sindaco Felicetto Angelini,
l’assessore alla cultura Lara Ca-
schera, il consigliere Alessandra
Bucci, il Vicepresidente dell’U-
NITRE Leonello Bianchi, il coin-
volgente romanzo “L’altra gio-
ventù”, scritto dalla nota giornali-
sta, poetessa, nonché docente e
dirigente dell’Università delle Tre
Età di Segni, Fernanda Spigone.
E’ stato un pomeriggio all’inse-
gna della Cultura con la C maiu-
scola quello di venerdì 21 dicem-
bre. Dopo gli interventi dell’Ass.
Caschera e di Rita Cerasani sul
’68, anno contraddistinto da tante
contestazioni studentesche in tut-
to il mondo, dagli assassinii di
Martin Luther King e Bob Ken-
nedy, ha preso la parola l’Autrice,
spiegando che pur non essendo
un romanzo autobiografico, nell’
Il racconto autobiografico di una liberazione dalla schiavitù di Daniele FuriaCome far crescere l’amore per i libri nei bambini
La strategia del brucoLeggere per piacere
Il romanzo “L’altra gioventù”
Lorenzo SannaMarcello Bramati
“L’altra Gioventù” vi è tanto del
Suo vissuto ai tempi dell’Univer-
sità. ‘Altra gioventù’ chiamata co-
sì, sia dagli studenti non contesta-
tori nei confronti dei manifestanti,
sia da questi ultimi nei confronti
dei primi. Altro dualismo è ri-
scontrabile nelle due diverse esi-
stenze delle protagoniste Dora e
Silvia, segnate dai fatti della vita
che cambieranno il loro destino.
Per il Sindaco questo romanzo
rappresenta una pietra miliare de-
gli avvenimenti accaduti 50 anni
fa, inoltre la fine descrizione dei
luoghi, teatro delle vicende (Ro-
ma, Segni, i Monti Lepini, il fiu-
me Sacco) appare un motivo in
più, molto indovinato, per ‘gustar-
lo’. Dopo la lettura di alcuni passi
descrittivi sulla natura da parte di
Cerasani e le domande poste dal
pubblico all’Autrice Spigone, la
presentazione si è conclusa con
gli auguri natalizi ed un arriveder-
ci ad altri momenti di cultura così
qualificanti.
C.R.
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