Tanti sono gli eroi trascurati che hanno permesso e permettono la nostra sopravvivenza in tempo di pandemia
Grazie alle tante “Ragazze di Conad”
Ormai il mondo ed il nostro Paese stanno cercando con mille difficoltà di ritrovare la strada di quella rassicurante normalità da cui un terribile virus ci ha allontanato per mesi. Ritornare ad una dimensione di vita ordinaria non sarà possibile per tanto tempo ancora ed il patogeno, che non siamo ancora stati capaci di sconfiggere, ci costringerà in futuro ad una convivenza comunque difficile. Dovremo continuare ad andare in giro magari incontrando vecchi amici senza nemmeno riconoscerli o rivedere care conoscenze senza nemmeno poter stringer loro la mano. E’ comunque la sorte di chi dal Covid è stato risparmiato e di chi non può che nutrire oggi sentimenti di riconoscenza e gratitudine verso coloro che nella tempesta sono caduti in mare ma anche per coloro che hanno fatto in modo che la barca non naufragasse. Non mi riferisco certamente ai politici di questo Paese che non hanno dato nessun segno di efficacia e verso i quali il giudizio dovrà essere dato in modo adeguato e magari a guerra terminata. Non mi sento nemmeno di ringraziare baroni e baronetti travestiti da prime donne che ci hanno assillato con qualunque cosa venisse loro in mente purché ciò avvenisse a favore di telecamera. Molti di loro la guerra l’hanno teorizzata ma non combattuta. Poi ci sono ufficiali, graduati e truppa che sono stati e sono ancora sul campo di battaglia dove, troppo spesso, sono stati mandati al massacro senza le armi con cui difendersi proprio per l’incapacità di chi sedeva nelle stanze dei bottoni. Loro sono gli eroi di questa guerra, eroi a cui tutti dovremo guardare col rispetto che si deve a coloro che ti hanno salvato la vita ma anche con la gratitudine che è dovuta a coloro che fanno quel lavoro non solo per averlo giurato con le parole di Ippocrate, ma anche perché quello è il lavoro da cui traggono gli strumenti per vivere e per far vivere le proprie famiglie. Il confronto è stato ed è ancora molto difficile e troppi hanno pagato con la vita la propria coerenza ed abnegazione; ma questo era ed è il loro lavoro, un lavoro di cui il rischio del contagio era ed è una componente implicita. C’è una categoria di persone, però, che non ha giurato fedeltà all’etica della vita e che non ha speso anni sui libri per imparare come si ripara un corpo umano; mi riferisco a persone che sono state addestrate a gestire il modo con cui si distribuiscono i mille prodotti alimentari di cui, la complessa vita moderna, riempie gli scaffali dei supermercati. Mi riferisco a quelle che ho voluto chiamare “le Ragazze di Conad”, ma che raccolgono le migliaia di addetti ed addette ai tanti supermercati italiani. Loro non erano al fronte, ma solo chi conosce la strategia militare sa che le guerre si vincono con la logistica. Loro erano silenziose, sempre in movimento per rifornire gli scaffali che sprovveduti clienti continuavamo a svuotare nel timore di un’ improbabile carestia. Erika, Laura, Caterina nascoste dietro mascherine, che sono divenute di tipo adeguato solo a pandemia avanzata, sono state intorno a noi durante quelle timorose e rapide visite al supermercato per rifornire il frigorifero. Sempre gentili, sempre disponibili e pronte ad un sorriso che solo gli occhi riuscivano a trasmettere. Sempre calme e pazienti con clienti spesso resi nervosi dalla situazione, sempre li silenziose fra la gente, oppure alle casse con clienti che non poche volte erano sprezzanti delle regole ed dimostravano la loro stupidità con il mancato uso di una mascherina. Eppure alcune di loro, in alcuni supermercati italiani, hanno preso il contagio e sono decedute. Eroi delle retrovie che non hanno mai visto il fronte ma che hanno permesso al mondo di andare avanti. Ho fatto una piccola indagine e ho concluso che lo stipendio medio base di una commessa di un grande supermercato si aggira, per coloro che lavorano a tempo pieno, intorno a 750-850 Euro al mese. Un salario modesto che non ha mai fatto perdere alle tante commesse dei supermercati l’orgoglio per il proprio lavoro, che è stato prezioso nella gestione di una grave emergenza nazionale. Grazie “Ragazze di Conad”.
Sergio Franchi