Con la pandemia è spuntata un’altra forma di inquinamento
Le mascherine e l’immondizia
Un nuovo tassello si è aggiunto proprio in questi giorni nel variopinto e multiforme mosaico della immondizia al dettaglio che giace, abbandonata, sull’asfalto delle strade e dei marciapiedi. Alle cacche di sempre, fazzolettini di carta, pacchetti vuoti e schiacciati di sigarette, volantini pubblicitari, carte unte e bisunte della pizza ecc. ecc. Si sono aggiunte delle nuove ‘presenze’: le mascherine e i guanti in lattice, che se ne stanno lì abbandonate con il loro carico di virus, microbi e batteri. Forse non basta un assessorato al decoro e all’igiene pubblica, ci vorrebbe un vero e proprio garante come c’è il garante per i bambini, quello per i detenuti ecc. Certo la colpa è tutta dei cittadini (anzi della gente) che è maleducata e dotata di scarsissimo senso civico, però è anche vero che un’istituzione amministrativa dovrebbe promuovere, incrementare, educare, facilitare alla corretta pratica civile e al rispetto per la cosa pubblica.
Poniamo che un cagnolino, durante la sua passeggiata serale fa il suo bisogno, è poi periglioso per il suo padrone, dopo che ha imbustato il prodotto corporale, trovare un cassonetto, un contenitore per deporre la busta; impresa non facile perché in giro ci sono ben pochi di questi preziosi presidi, a parte qualcuno nella zona centrale, e uno che è stato avvistato, tempo fa, all’inizio di via S. Barbara dove c’è l’edicola: una bella impresa per uno che abita in zona Loricina o del Sacro Cuore.
Sono proprio le mascherine e i guanti che ci consentiranno di rompere il rattrappimento delle relazioni sociali che si è venuto ad instaurare con il lock down e con loro dovremo convivere per i prossimi mesi fino a quando non sarà trovato e messo a disposizione un ‘rimedio’ radicale contro il Virus (ricordo, per inciso ai più ottimisti, che il vaccino per l’Hiv ancora non è stato individuato, anche se poi è vero che le circostanze e gli interessi politici ed economici che ruotano attorno ai due virus sono molto diversi). E’ quindi importante escogitare un sistema di smaltimento efficace e funzionale per questi inquinanti quanto utili presìdi sanitari; si dice che per loro ci vorrebbero dei sistemi di deposito e riciclo ad hoc, altri dicono invece che basterebbe buttarli, dopo averli imbustati e sigillati nei comuni secchioni dell’indifferenziata ecc. Insomma il liberarsi di questa indispensabile, quanto deteriorabile, attrezzatura dopo l’uso non è e non sarà cosa semplice, ma al contempo costituiscono un problema oltre che di correttezza civica anche di carattere igienico e sanitario, visto poi che molte sono anche monouso.
Insomma si sta aprendo un nuovo fronte in materia di oltraggio ambientale, esperiamo che non si trasformi in qualche altro disastro. Intanto la questione mascherine sta innescando una nuova tendenza, pare, infatti, che chi indossi la mascherina sia di sinistra, chi non la indossa sia di destra, come Bolsonaro e Trump che vanno a giocare a golf: della serie ‘Me ne fregò; lo sanno anche i bambini il negazionismo come ed ovunque si manifesti crea guai molto seri.
Certo, mi rendo conto che le priorità e le urgenze adesso sono altre, su tutto ormai incombe il peso della crisi, della perdita di posti di lavoro, della disoccupazione, degli aiuti della depressione economica; però il benessere civile e civico, la bellezza e la correttezza, il rispetto di sé e degli altri, la disciplina civica possono costituire un prerequisito anche di carattere etico, un incoraggiamento a guardare avanti.
Giuseppe Chitarrini
Oasi felice
Lavinio è un’oasi felice in cui vivere, se non fosse per pochi ma importanti problemi che riscontriamo. In testa a tutti, l’abbandono e l’incuria relativi all’immondizia. Questa foto è stata scattata in fondo a Via dei Garofani, queste situazioni andrebbero seguite e sanzionate, in modo che non avvengano più, basterebbero delle telecamere nei punti più strategici dove la gente incivile fa di ogni luogo una discarica a cielo aperto.
L.S.M.
Il fascino dei pavimenti in legno sinonimo di bellezza, confort ed eleganza
Trinchero Parquet leader italiano
Tutto il fascino dei pavimenti in legno dall’inizio dei primi anni ottanta porta il nome di Trinchero Parquet di Andrea Trinchero. Un nome che negli anni, grazie alla passione per l’attività e all’esperienza quarantennale del proprietario. Andrea Trinchero è divenuto sinonimo di alta professionalità, dove la bellezza, il confort e l’eleganza dei pavimenti posati nei molteplici modi, riescono a soddisfare anche i clienti più importanti ed esigenti. Non è un caso se Andrea Trinchero negli anni ha realizzato i pavimenti in legno dei più eleganti salotti in Italia e all’estero. Fornitore ufficiale della Santa Sede da 35 anni, a partire dal pontificio di Giovanni Paolo II , per continuare con Joseph Ratzingher fino ad oggi con papa Bergoglio.
Nell’ambito del settore alberghiero fornitore degli Sheraton Hotels, dell’Hotel Excelsior, Grand Hotel, restauratore della pavimentazione dello G.N.A.M Galleria di Arte Moderna a Roma. Trinchero Parquet ha esportato il proprio prodotto posato in opera, non solo in Europa, passando da Londra a Parigi, ma addirittura all’estero, da New York / Boston / Los Angeles / Hollywood, Istanbul, passando per Tai Pei.
La nuova struttura è situata a Pomezia (RM), in via delle Albicocche 16. Si posiziona su una superfice di 2000 Mq, ospita l’elegante showroom distribuito su tre piani, oltre al laboratorio di falegnameria, che offre lavorazione per complementi di arredo. Trinchero Parquet infatti offre al cliente un servizio completo, dalla fornitura dei prodotti cementizi Mapei alla scelta dei pavimenti in legno di aziende leader del settore, alla posa in opera specializzata, per finire con la vendita dei prodotti di manutenzione per la pulizia dei pavimenti in legno.
Ampia inoltre la gamma delle tipologie di parquet e delle installazioni che il cliente può scegliere. Passione e tradizione sono il segreto del successo, come spiega il proprietario dell’attività Andrea Trinchero.
“È una attività che si tramanda da 4 generazioni e che ho ereditato da mio nonno. Da quando avevo solo 9 anni seguivo le sue orme per divertimento, tanto che a 13 anni ero già in grado di comporre un disegno a spina con le tavolette di legno e realizzare un intero pavimento. A 19 anni ero già deciso a proseguire in questo mestiere, e a 20 anni avevo già aperto il mio primo negozio, sette anni dopo ne possedevo tre. Una scelta anomala e incosciente per l’età, dettata da un grande amore e una grande passione per questo mestiere. Amore e passione che dal 2000 hanno trasformato la Trinchero Parquet in una delle aziende italiane leader del settore, tanto da conquistare in poco tempo anche i mercati esteri. Ad oggi la Trinchero Parquet si affaccia sul mercato dei pavimenti con soluzioni a 360 gradi, basti pensare che all’interno dello spazio espositivo potete visionare e toccare i materiali sia cementizi che lignei proposti nella fase contrattuale e visiva. Inoltre i pavimenti esposti sono tutti correlati da certificazioni: CE, FRENCH LABEL A+, CERTIFICAZIONE IGNIFUGA, E1-HCH0, CARB-ATOM93120, CERTIFICAZIONE ANTISCIVOLO”.
Per informazioni contattare il numero 3319991223 oppure 06 51841973.