Importante traguardo per i coniugi Lucia Pentangelo e Tommaso Passa
72 anni di matrimonio
La mattina del 14 febbraio l’Amministrazione Comunale, venuta a conoscenza dei 72 anni di matrimonio dei coniugi Tommaso Passa e Lucia Pentangelo, li ha voluti omaggiare con un mazzo di fiori ed una targa ricordo. A consegnare gli omaggi il sindaco della Città di Nettuno Alessandro Coppola e l’assessore ai Servizi Sociali Maddalena Noce che hanno fatto visita alla coppia presso la loro abitazione. Un riconoscimento per l’impegno quotidiano con il quale hanno costruito una famiglia, difeso i valori puri sui quali essa si fonda, dedicato le loro vite, al lavoro, all’educazione dei figli, alla crescita delle generazioni che si sono succedute e contributo alla storia e alla crescita della nostra città.
“Il loro cammino sarà stato costellato - si legge nella targa - di momenti belli e momenti felici, ma anche da passaggi complicati senza che hanno perso il senso del “restare uniti” e il coraggio delle loro scelte. La durata di questi matrimoni è un importante esempio per tutti i cittadini e soprattutto per i giovani, nei quali va coltivato il valore della famiglia”.
Città di Nettuno
L’apertura ad una collaborazione non era una cosa seria
Il Consorzio rinuncia
Sono anni che seguo le vicende, quasi sempre involutive, che accompagnano il decorso storico del Consorzio di Lavinio e le diatribe che ne segnano un percorso fatto, in gran parte di beghe legali con i cittadini. Ho seguito la triste storia del Comitato dei Dissenzienti e dell’esito della sua azione giudiziaria, che io ho sempre dato per scontato e che ne ha fortemente segnato la stessa sopravvivenza: era una speranza per molti cittadini di Lavinio che vorrebbero porre fine ad un Consorzio che essi ritengono inutile. Chi ha avuto la pazienza di leggere quello che vado scrivendo da anni e magari anche la buona volontà di condividere con noi quanto facciamo sul territorio, sa bene che non c’è un’acredine preconcetta nei confronti di un ente che, negli anni, ha fatto cose indispensabili per il nostro territorio. Ha permesso che una lottizzazione diventasse un quartiere di Anzio, forse il più complesso ed il meglio strutturato. Tanti anni fa. Poi, come previsto dallo statuto e dalla logica, ha perso le sue stesse ragioni di vita è viene tenuto in rianimazione attraverso una respirazione assistita e cioè a svolgere una piccola parte di ciò per cui era stato costituito; perché ormai sono esistenti altri enti che gestiscono quei servizi che inizialmente svolgeva. Ho sempre considerata la sua scarsa utilità di oggi come un fatto transitorio come è transitoria ogni fase dello sviluppo di un territorio. Il Consorzio ha soddisfatto esigenze essenziali nel ventesimo secolo. Poi la richiesta di quei servizi è venuta meno ma sono sopravvenute, nel secolo ventunesimo, nuove esigenze alle quali l’amministrazione pubblica non da una risposta adeguata oppure fornisce risposte del tutto carenti. Allora, perché disperdere una risorsa e la sua esperienza e non ridisegnarla per dare servizi nuovi che integrino quelli forniti dall’amministrazione pubblica e da altri enti? Esistono ragioni di limiti statutari? Quelli si risolvono se la gente condivide le modifiche che si intendono produrre: se il Consorzio di Lavinio diventa una istituzione locale che la gente sente propria e di cui condivide gli obiettivi ed apprezza i servizi. Insomma l’opposto di quello che accade oggi. Ho tentato in molti modi di aprire un dialogo al momento della formazione del Comitato dei Dissenzienti perché prevedevo l’esito del confronto. Scrissi a suo tempo che quella brutta diatriba sarebbe solo servita a pagare parcelle: e così è stato. Certo che per invertire la rotta bisogna innanzi tutto cambiare timoniere e magari mandare la barca in cantiere per un sostanziale restauro ed ho seguito con qualche curiosità le nuove elezioni generali. Quando ho visto che la partecipazione all’Assemblea Generale è stata di poco piu di mezzo cittadino su cento; si proprio di mezzo cittadino su cento aventi diritto al voto, ho capito che la campana non avrebbe cambiato il suono, perché i nuovi eletti non erano rappresentativi dei cittadini consorziati. L’elezione del nuovo Presidente non mi è poi sembrata quella relativa al “nuovo che avanza” e così i nomi dei soliti noti. Poi un giorno mi scrive, sorprendendomi, il Prof Angelo Persia , che non conosco ma che ricordo mi contattò in passato per illustrarmi alcune sue idee, per comunicarmi che il Consorzio di Lavinio aveva deciso di scendere della torre eburnea in cui si è isolato da anni per tornare a diventare uno strumento fatto da cittadini di Lavinio, per il cittadini di Lavinio. Ebbene la cosa mi ha sorpreso perché “nominare un Consigliere per ristabilire i contatti con i cittadini e per aprirsi alla collaborazione ed alla partecipazione” è un atto moderno e lungimirante che non mi aspettavo dal Consorzio. L’approccio del Prof. Persia fu aperto ed incoraggiante tanto che ne feci oggetto di dibattito nell’ambito del Direttivo di Uniti Per l’Ambiente che è un coordinamento di Comitati ed Associazioni a cui aderisce anche un Consorzio simile a quello di Lavinio e che è quello di Lido dei Pini. L’atteggiamento condiviso era quello di pessimismo, anche perché del nostro gruppo fanno parte cittadini “dissenzienti” ed anche un ex Presidente del Consorzio di Lavinio. Ma la logica, da me perseguita, di un possibile confronto costruttivo è prevalsa ed ho proposto un incontro col Prof Persia ed il Presidente del Consorzio vincolandolo ad una sola condizione: che lo stesso dovesse servire ad aprire una reale collaborazione in termini di partecipazione e di condivisione. Una partecipazione con “pacca sulla spalla” non interessa alla gente e nè0 tanto meno ai cittadini organizzati che tanto stanno cercando di fare sul territorio. Quindi ad un segno di apertura del Consorzio, che impegnava addirittura un suo prestigioso Dirigente, non è corrisposto l’ostracismo di gente indignata ma la disponibilità di cittadini impegnati che si aspettavano fatti concreti e misurabili e cioè un restauro della barca per una navigazione diversa ed una rotta condivisa. Ho proprio l’impressione che questo abbia sconvolto la dirigenza del Consorzio al punto che l’entusiasmo del Prof Persia, che io credo del tutto genuino, si è spento, mi risulta non per una sua scelta e la richiesta di un confronto non ha avuto seguito. Avevo concluso un mio precedente articolo con “se sono rose fioriranno”.....non erano rose; era la solita gramigna che cresce nei terreni aridi.
Sergio Franchi