Lupetta che alla data di entrata in vigore della legge che ne imponeva la costituzione era già esistente ed operante e quindi non attinto né coinvolto da aspetti normativi afferenti la nascita e creazione di esso. Per essere più chiaro, la legge 126/58 si riferisce ai Consorzi da costituire e non invece a quelli già costituiti. La Sig.ra Riccobono – e non solo Lei – confonde il concetto della obbligatorietà della costituzione del Consorzio con il diverso concetto della iniziativa a ciò preordinata. Tanto è vero che gli organi apicali della magistratura ordinaria ed amministrativa del nostro paese e segnatamente la Corte di Cassazione, Sez. Unite, con ordinanze n. 2598/2013 e 2599/2013; il Consiglio di Stato, in sede giurisdizionale, con sentenza n. 3739/2009 del 30.01.2009 e da ultimo il Tribunale di Velletri con sentenza n. 1890/2011 del 20.07.2011 si sono già pronunciati al riguardo. È altrettanto vero che la Commissione Speciale Consorzi del Comune di Ardea, nel vano tentativo di inficiare la portata delle pronunce sopra dette, arriva a sostenere che esse sono inopponibili al Comune in quanto detto ente non è stato parte nei relativi procedimenti. È evidente l’approssimazione e la confusione che caratterizza le conoscenze della Commissione su tale materia in quanto essa confonde gli effetti della sentenza con l’accertamento in punto di diritto della relativa statuizione. Se il ragionamento della Commissione fosse fondato io potrei sostenere che per me Totò Riina è stato un cittadino modello perché le decine di ergastoli da esso collezionate sono state pronunciate all’esito di una serie di procedimenti nei quali io non ero parte. La Commissione Speciale Consorzi, nella sua proposta del 07.11.2019, si avventura altresì in una incomprensibile interpretazione degli effetti del giudicato della sentenza del Consiglio di Stato sulla quale mi limito ad affermare che essa (rectius: la interpretazione) è un po’ … come dire … figlia di una pericolosissima inconsapevolezza delle proprie conoscenze giuridiche. Ritengo di poter affermare, senza timore di smentita, che la Sig.ra Riccobono sia vittima dell’ebbrezza da potere, che usualmente si manifesta attraverso una smisurata crescita della propria autostima ed in un altrettanto inarrestabile aumento del proprio ego che, travolgendo i limiti della consapevolezza, abbatte ogni capacità critica ed impedisce il sorgere di dubbi la cui presenza, al contrario, induce alla ricerca, allo studio ed infine alla conoscenza. E ciò è tanto vero che il comportamento della Sig.ra Riccobono è manifestamente caratterizzato da una preoccupante ignoranza della materia consortile ed amministrativa.
Infatti, la Sig.ra Riccobono, nella citata intervista, si è altresì avventurosamente esibita in una disamina della storia urbanistica del territorio ardeatino addebitando la attuale situazione dei consorzi ad una errata gestione delle lottizzazioni urbanistiche iniziate negli anni ’70. Anche in tale giudizio, però, la Sig.ra Riccobono è vittima delle proprie approssimative conoscenze della materia urbanistica in quanto se è pur vero che lo strumento della lottizzazione convenzionata è previsto dalla legge urbanistica n. 1150/42, quale modus per l’attuazione delle previsioni di PRG, esse però (le lottizzazioni) si sono cominciate ad approvare solo successivamente all’approvazione dei diversi PP.RR.GG. che nel Comune di Ardea è avvenuta nel 1984. Gli insediamenti abitativi che si sono verificati tra il 1942 ed il 1984 sono, invece, avvenuti in esecuzione degli ormai desueti Piani di Fabbricazione e non invece in esecuzione dei piani di lottizzazione. In questi giorni, inoltre, mi è giunta notizia di un vivace movimentismo da parte della Sig.ra Riccobono, la quale starebbe sollecitando i dirigenti del Comune di Ardea a predisporre urgentemente una determina di … “scioglimento del Consorzio Lido dei Pini – Lupetta”, al fine di evitare la richiesta di pagamento dei contributi consortili per l’anno 2020 da parte dell’Agenzia delle Entrate Riscossione. Sono sicuro, però, che tale notizia sia una mera boutade in quanto tale atto, ove effettivamente formato e notificato, oltre che esporre il dirigente firmatario ad una evidente responsabilità penale e patrimoniale configurerebbe anche una probabile ipotesi di abuso d’ufficio a carico della Sig.ra Riccobono. Ad ogni buon conto suggerirò al CdA del Consorzio di predisporre una idonea informativa alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Velletri oltre che presso la Procura Generale presso la Corte dei Conti per verificare la fondatezza di quanto appena detto che costituirebbe, ove veritiero, un evidente atto vessatorio e di intimidazione. Non aggiungo altre considerazioni (sarebbero tante e singolari) però voglio manifestare a tutti il dubbio che mi assilla: Perché la Sig.ra Riccobono sta facendo tutto ciò? E, soprattutto, perché non approfondisce la conoscenza degli argomenti di cui parla? Nell’articolo da me predisposto mi sono limitato a spiegare le ragioni giuridiche per le quali le dichiarazioni della sig.ra Ricconono, nonché le conclusioni della proposta formulata dalla commissione consorzi, sono infondate e non rilevanti sotto alcun profilo, aggiungendo che ciò dipende probabilmente dalla non conoscenza della materia».
Avv. Fabio De Marco
(componente CdA Consorzio Lido dei Pini-Lupetta)
La replica del sindaco
Mario Savarese
È inconcepibile il comportamento del segretario del Consorzio Lupetta.
L’avvocato, che certamente è esperto più di diritto di quanto possa esserlo nelle molteplici discipline di cui si è occupato da assessore, sicuramente sarà in grado di qualificare il comportamento di una persona che ingiuriosamente offende un corpo politico, amministrativo o di una rappresentanza di esso, o di una pubblica autorità costituita in collegio, e cosa comporti poi se lo stesso soggetto, con il paventare denunce foriere di pesanti condanne, tenti di condizionare, a proprio favore o di altri da se stesso rappresentato, un giudizio o un provvedimento. Difficile credere che altrettanta capacità possa riflettersi nel caso in cui il giudizio su un simile comportamento debba l’avvocato esprimerlo su se stesso; si sarebbe altrimenti astenuto da questa indebita e ingiuriosa interferenza.
Cercando di celare con un linguaggio fin troppo lezioso il suo giudizio, l’avvocato rivolge offese personali e generalizzate al Presidente Riccobono e all’intera Commissione Speciale sui Consorzi.L’avvocato definisce il Presidente in uno stato di “pericolosa ebbrezza di potere” esercitato in “eccesso” attraverso “le fantasiose tesi della Commissione, figlie di una pericolosissima inconsapevolezza delle proprie conoscenze giuridiche” e ancora rivolto al Presidente “vittima dell’ebbrezza da potere, che manifesta attraverso una smisurata crescita della propria autostima ed in un altrettanto inarrestabile aumento del proprio ego che, travolgendo i limiti della consapevolezza, abbatte ogni capacità critica ed impedisce il sorgere di dubbi” concludendo con “il comportamento è manifestamente caratterizzato da una preoccupante ignoranza della materia”.
Fa poi seguire le non troppo larvate minacce: “tale atto… oltre che esporre il dirigente firmatario ad una evidente responsabilità penale e patrimoniale configurerebbe anche … ipotesi di abuso d’ufficio a carico della Sig.ra Riccobono” e ancora “suggerirò al CdA del Consorzio di predisporre una idonea informativa alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Velletri oltre che presso la Procura Generale presso la Corte dei Conti per verificare la fondatezza di quanto appena detto che costituirebbe, ove veritiero, un evidente atto vessatorio e di intimidazione”.
Eppure l’avvocato ha rivestito in passato per tre anni la carica di consigliere comunale e per circa sei anni in varie esperienze successive quella di assessore con deleghe volta per volta diverse che lo hanno visto impegnato in urbanistica, PRG, edilizia, ambiente, viabilità, protezione civile, spettacolo, turismo, cultura, politiche giovanili. Non credo avrebbe tollerato che in quei ruoli, pur lontani dalla sua specifica preparazione, gli si rivolgessero accuse d’incompetenza o di eccesso di potere. Nessuno si sognò di lanciare verso di lui accuse quando, pur rivestendo la carica di segretario amministrativo del Consorzio Lupetta sedeva in Consiglio comunale quale assessore all’urbanistica in quell’agosto del 2016 quando si approvò un debito fuori bilancio dei ben 290.000 € a favore del Consorzio che rappresentava: neppure il bon ton di uscire dall’aula in quella circostanza.Convocherò, per un doveroso chiarimento, il presidente del Consorzio Lupetta nei prossimi giorni. Nel frattempo spero che l’avvocato trovi il tempo e il modo di scusarsi per quanto è accaduto.
Mario Savarese