Intervista ad Andrea Buratti portavoce locale di Italia Viva di Matteo Renzi sul periodo di crisi della politica nazionale che ha portato alle dimissioni di Conte
Italia Viva ha sempre posto questioni di merito
Chiedo ad Andrea Buratti, portavoce locale di Italia Viva di Pomezia, come ha vissuto i giorni della crisi del Conte due quando anche a livello locale esponenti del M5S ma anche del Pd su facebook vi insultavano?
“Fin dall’inizio della crisi del Conte bis veniva ripetuto continuamente che si trattava di una crisi “incomprensibile” e che nessuno aveva capito le ragioni dello strappo. Italia Viva ha posto delle questioni di merito, come ad esempio sul Recovery plan, spiegando che il lavoro sul Recovery fosse fortemente insufficiente nella prima incredibile bozza che prevedeva una task force di 6 super managers e 300 esperti con poteri sostitutivi nei confronti dei ministri e i cui meccanismi di nomina non erano affatto chiari, e ancora carente nella seconda bozza, migliorata anche grazie all’ apporto di Italia Viva ma ancora insufficiente. Infatti, l’Ufficio Parlamentare di Bilancio, la Banca d’Italia e l’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani hanno bocciato il Recovery Plan di Conte. Oggi in molti, anche nel partito democratico, riconoscono la validità delle questioni poste. Personalmente mi appariva evidente la necessità di un cambio di passo, auspicato e più volte richiesto anche dal partito democratico, che però non si è mai concretizzato. Spesso mi chiedo dove sia la responsabilità nell’andare avanti anche se è tutto fermo, a maggior ragione in un momento cruciale come questo in cui si va a creare un ulteriore debito che graverà sulle spalle delle nuove generazioni. Di fronte a tutto ciò, l’ex presidente Giuseppe Conte, invece di cercare di ricomporre la maggioranza che lo sosteneva, ha preferito cercare, senza successo, di sostituire Italia Viva per andare avanti con i famosi responsabili e il duo Mastella-Ciampolillo, dando luogo a uno spettacolo che gli stessi grillini qualche anno fa avrebbero definito “mercato delle vacche” e che oggi diventa un nobile gesto di responsabilità. Gli insulti li utilizza chi non ha argomenti: la verità è che in troppi hanno commentato la crisi anticipatamente, senza osservarne gli esiti. Esisteva lo spazio per un governo migliore che fosse all’altezza delle sfide enormi che abbiamo davanti e che fosse in grado di dare all’Italia una boccata di serietà, competenza e fiducia. La crisi aperta da Italia Viva, con le dimissioni di Teresa Bellanova, Elena Bonetti e Ivan Scalfarotto, porta l’Italia e il Recovery Plan da Conte a Draghi mentre i 5 stelle e il PD sarebbero andati avanti con Mastella: io non ho dubbi su quale sia la posizione responsabile e quale invece non lo sia”.
- Ora che quasi tutti sono saliti sul carro di Mario Draghi e plaudono al suo incarico, cosa si sente di dire?
“Il Presidente della Repubblica Mattarella ha saggiamente conferito a Mario Draghi l’incarico di formare un nuovo governo, parlando di un governo “di alto profilo” e facendo appello a sostenerlo a tutte le forze politiche, che nascerà ove a seguito delle consultazioni - ancora in corso - riuscirà ad ottenere la fiducia dai due rami del parlamento. Io sono molto contento che finalmente l’Italia possa avere un governo capace con alla guida una figura di assoluto valore come Mario Draghi. Draghi non ha ancora ottenuto la fiducia dalle due camere, è infatti ancora il presidente incaricato, ma già dal momento del suo incarico abbiamo iniziato ad osservare degli elementi molto positivi. Lo spread, cioè la differenza di rendimento tra i titoli di stato italiani e quelli tedeschi, è sceso sotto quota 100, un valore che non si vedeva dal governo Renzi nel 2015. Questo significa maggiore fiducia internazionale nei confronti dell’Italia e un risparmio che l’Osservatorio sui Conti Pubblici stima in 1 miliardo di euro quest’anno, con la prospettiva di un ulteriore abbassamento fino a 70 punti base. Sembra un discorso molto tecnico ma in realtà significa semplicemente spendere meno soldi per ottenere i prestiti e quindi risparmiare i soldi degli italiani. La posizione del PD e del Movimento 5 stelle su questa vicenda è stata molto miope e tenere la linea “o Conte o voto” per poi essere costretti a smentirla qualche giorno dopo non mi appare fenomenale. Adesso il Partito Democratico si rende conto, a mio avviso con un non trascurabile ritardo, che esiste vita oltre Conte ed è pronto a sostenere Draghi senza condizioni o veti. Presto vedremo i contiani diventare draghiani. Il m5s ha inizialmente dichiarato, tramite il proprio reggente Crimi, l’indisponibilità a votare un governo Draghi e quindi l’indisponibilità ad accogliere l’appello del Presidente della Repubblica ; indisponibilità confermata da autorevoli esponenti come Toninelli o Di Battista, per poi smentire qualche ora dopo. Anche la Lega sembra prendere in considerazione l’ipotesi di entrare in maggioranza e questo desta preoccupazioni. Purtroppo ci siamo abituati al Presidente del Consiglio che cambia le proprie idee in base ai partiti che lo sostengono e non si tiene in considerazione che con Draghi succederebbe l’esatto contrario, con la parte euroscettica della Lega (Borghi-Bagnai) a sostegno di chi ha salvato l’euro. La speranza è che il governo Draghi riesca a spendere bene i soldi del Next Generation EU e a fare delle riforme necessarie. Io sono ottimista”.
- Nella vicina Albano, Italia Viva ha un esponente di spicco, il viceSindaco professore Luca Andreassi, pubblicamente stimato e rispettato.
A Pomezia come vi state organizzando?
“Luca è una persona molto preparata ed è una fortuna averlo in una provincia difficile come quella di Roma, è una grande risorsa per esperienza e competenza. La nomina a Vice Sindaco di Albano da parte del Sindaco Borelli, dopo un grande risultato ottenuto con la lista civica “Viviamo Albano”, è il riconoscimento del lavoro portato avanti nella scorsa consiliatura. Quanto a Pomezia, ovviamente le vicende legate alla pandemia da Coronavirus ci hanno impedito di fare politica sul territorio come avremmo voluto. In ogni caso l’obiettivo dei prossimi mesi sarà quello di aprirsi alla cittadinanza e ai giovani con gli strumenti disponibili, accogliendo chi voglia dare un contributo di idee e aprendoci alla discussione con gli altri partiti. Vogliamo superare le divisioni nazionali e vogliamo convincere i nostri concittadini del fatto che Italia Viva di Pomezia sia uno spazio sano in cui poter fare politica in libertà, portando le proprie idee, le proprie competenze al servizio della città”.
- Il capogruppo del Pd in consiglio comunale Stefano Mengozzi non nasconde la sua volontà di allearsi con i grillini locali. Cosa ne pensa? Condividete questo suo tentativo?
“La disponibilità al dialogo e al confronto con chi temporaneamente amministra la città dal mio punto di vista non deve mai mancare, anche se esistono ragioni di forte divisione in ottica nazionale. Troppo spesso si identifica il Sindaco di una città o un assessore con il partito di cui fa parte, che se da un lato è un elemento evidente e innegabile, dall’altro non si può non considerare che in quel frangente il Sindaco è il Sindaco di tutta la città, non di un partito. In quest’ottica fare opposizione in modo serio e senza chiudere mai al dialogo credo sia la strada da seguire. Mi spiace però constatare che da parte dell’amministrazione pentastellata ci sia troppo spesso un atteggiamento di rifiuto a qualunque tipo di proposta, suggerimento o critica al loro operato; rifiuto mostrato talvolta con atteggiamento gratuitamente poco rispettoso e in alcuni casi infantile. Nonostante ciò mi auguro possa esserci un cambio di approccio, noi rimaniamo disponibili e aperti al dialogo nell’interesse della città. Credo che le alleanze, a cominciare da quella con il partito democratico, innanzitutto per rispetto verso gli elettori, non siano “a prescindere” sulla base dei presunti vantaggi elettorali ma debbano essere costruite con serietà sui temi; inoltre ritengo abbia poco senso parlarne ora considerato che il governo Draghi potrebbe stravolgere l’attuale assetto politico, con nuovi equilibri ad oggi difficilmente immaginabili. Infine il Capogruppo del movimento 5 stelle in Consiglio Comunale Villani è stato molto chiaro su questa ipotesi”.
A.S.