Notte di San Lorenzo indimenticabile ad Anzio
Minaccia Bionda
Tantissimi fan, tantissime persone mature, ma soprattutto giovani hanno assistito al concerto “Minaccia Bionda”, in cui la regina della canzone Patty Pravo, al secolo la veneziana Nicoletta Strambelli ha incantato per il suo stile, la sua verve, la sua ironia, la sua voce così caratteristica, riconoscibile dai toni bassi fino ad arrivare in breve ai toni acuti, sempre potente, perfetta, sensuale. Durante il concerto, presentato da Pino Strabioli, autore di un testo fotografico sulla star, si è ripercorsa tutta la carriera dell’artista, che in tanti anni ha cambiato vari stili, tanti look, pur rimanendo sempre fedele a se stessa: dal beat, al pop rock, a fine interprete dei brani dei cantautori più noti come Battisti, Cocciante, De Gregori, Guccini, Dalla,Vecchioni, Ruggeri, Battiato, Paoli, Conte.
Indossando una mise con pailettes rosse prima e giallo oro poi, lunghi e folti capelli biondi mossi a tratti dal vento, ha deliziato il pubblico numerosissimo – Piazza Garibaldi di Anzio era strapiena-, la sera del 10 agosto.
Supportata da una band favolosa e dal maxischermo che proiettava filmati della sua vita, dei suoi incontri con Crocetta, Boncompagni, Baudo, dei suoi ricordi su Luchino Visconti, Andreotti, dai suoi primi successi al Piper di Roma, alle tante partecipazioni al Festival di Sanremo, ha cantato le famose: “ La Bambola”, “Pazza idea”, “Ragazzo triste”, “Pensiero stupendo” “Qui e là”, “ …E dimmi che non vuoi morire”, “Il Paradiso”, “Se perdo te”, “Mercato dei fiori”, “Per una bambola” e vere chicche interpretative: “Tutt’al più”, “Poesia” (di Cocciante) e “Non andare via”, traduzione personalissima di “Ne me quitte pas” di J. Brel che le riempì il camerino di rose dopo averla ascoltata.
Ricordiamo che “La Bambola”, arrangiata in modo divino, ha venduto 49 milioni di copie in tutto il mondo e l’ha cantata in tutte le lingue. Quando una cantante è ‘grande’ come Patty Pravo non passerà mai di moda e del suo concerto occorre ringraziare l’Amministrazione di Anzio, il Sindaco Candido De Angelis e l’Assessore alle Attività produttive, Turismo e Spettacolo Valentina Salsedo. Il “Tour Minaccia Bionda” è stato inserito nel programma di “Anzio Notti di Mezza Estate 2022”, ricco di tanti appuntamenti, tra cui “Carta Bianca & Friends” il 14 agosto.
Rita Cerasani
Erdogan ha ottenuto che i due paesi smettano di dare rifugio ai patrioti
Finlandia, Svezia e la testa dei Curdi
“Quando questa guerra sarà finita, scopriremo che non è finita. Né fuori né dentro di noi. Non fuori perché sospendere il massacro non significa stabilire la pace. Non dentro perché questa guerra ci lascerà senza parole, avendone spese troppe, senza comunicare nulla”.
Così si esprime l’editoriale di uno degli ultimi numeri della rivista di studi geo politici ‘Limes”. Purtroppo ha ragione. Questa -più di ogni altra- si rivela sempre più essere una guerra senza capo né coda, che con, un pudico eufemismo, viene definita ‘ibrida’, proprio per indicare questa sua indeterminatezza e sanguinaria incongruenza. Mentre episodi sempre più sconvolgenti e inquietanti costellano il suo ‘normale decorso’ (l’attentato di Mosca, i reattori di Zaporiggia…), la guerra tracima, si delocalizza, si espande in continuazione, con ‘effetti collaterali’ed eterogenei in ogni angolo del pianeta.
In mezzo a tanta crudele e confusa stupidità, Erdogan, il sultano turco, è diventato il personaggio buono, quello che ha sbloccato il grano e, soprattutto, ha permesso a Svezia e Finlandia di abbandonare la loro pluridecennale neutralità e riposizionarsi lungo i confini gelati della Nato nordica. Con questo atto di bontà Erdogan ha ottenuto, in cambio, che Svezia e Finlandia la smettano di dare rifugio e sostegno ai patrioti Curdi. Combattenti eroici, che per il satrapo turco non sono altro che terroristi, mentre sente una gran nostalgia per i suoi predecessori che sterminarono gli Armeni oltre 100 anni fa. Ora ha le mani libere per dare il via (con il beneplacito, guarda caso di Putin [che controlla mezza Siria] e sotto sotto sotto anche della Nato) al genocidio e alla pulizia etnica. Dopo la figuraccia in Afghanistan, noi occidentali abbiamo servito la testa dei curdi ad Erdogan su un piatto d’argento, senza neanche fare la finta di chiedere qualche formale garanzia pseudo-umanitaria e così potrà cominciare con tutta calma a persecuzione di una nazionalità martire e senza confini, dimenticando quando, sul campo, donne e uomini curdi combattevano a Racca e Cobane, proteggendoci dagli attentati nazijihadisti del cosiddetto stato islamico. Personalmente, in quanto occidentale, provo un po’ di vergogna, ma è meglio non andare oltre perché se no qualcuno, che parla come nei talkshow, potrebbe storcere il naso e dire che soffro di sensi di colpa ‘occidentali’ e ho la sindrome del buonista, moralista, populista’ ecc. I Curdi non fanno notizia, non importa niente a nessuno, non hanno petrolio o gas e non hanno confini né suolo patrìo, fanno la guerra con armi più o meno convenzionali con le quali i trafficanti non guadagnano quasi niente, …insomma: gli ideali capri espiatori. Nonostante la guerra continui più sanguinosa, devastante e crudele che mai, da noi sta perdendo quell’appeal mediatico televisivo che aveva all’inizio. E’ quasi del tutto assente dal dibattito elettorale che, giustamente è tutto incentrato sulle tariffe, l’inflazione, la recessione, l’aumento smisurato delle povertà, l’autunno che verrà, sembra che l’unica soluzione riguardo la guerra in corso, sia quella di continuare a inviare armi a più non posso, nessuna pallida ipotesi di war exit, nessuno idea di mediazione, di strategia d’uscita, di cessate il fuoco.. niente. Così ci ritroviamo in guerra senza fine e senza neanche essere stati avvisati.
Del resto è cosa risaputa: la guerra comporta distruzione, morte e malattie, diseguaglianze e povertà, ma anche, e il caso dei Curdi ce lo dimostra, un notevole abbassamento delle soglie della morale e dell’intelligenza. Ci voleva infatti l’imperiale stupidità di un Putin per ridare fiato a un organismo (la Nato) che in molto meno di un anno fa, davano per decotto e inutile, mentre adesso è tornato in auge, surclassando la UE, già malandata di suo.
Ci ritroviamo in un pianeta infuocato dal cambiamento climatico e in uno stato di conflittualità, permanente, latente o manifesta che ha ampliato a dismisura il già gigantesco mercato globale delle armi, tanto che attualmente circola nel pianeta una enorme quantità di armi come mai nella storia. E’ chiaro che tutta questa immensa offerta di armamenti, questa spropositata produzione bellica (dal fucile di famiglia americano, al kalashnikov del narcos, fino al missile a testata nucleare) in qualche modo deve pur essere smaltita.
G. Chitarrini