Il lavoro certosino dell’architetto Faggioni sul Consorzio di Lavinio ha fatto intervenire la Prefettura e coinvolto il Segretario generale del Comune
Sul Consorzio interviene il Prefetto di Roma
Mi domando fino a quando il problema “Consorzio di Lavinio” debba continuare ad essere oggetto di attenzione esclusivamente da parte di un gruppo di cittadini indignatati a cui non piace un’indifferenza che rasenta il menefreghismo. Fino a che punto le istituzioni delle Repubblica possano essere sollecitate dai cittadini a fare chiarezza senza che la facciano. Mi domando perché il Comune di Anzio che, anche se non responsabile diretto del Consorzio, ne è certamente responsabile territoriale oltre che politico, non intervenga per definirne gli aspetti legali e catastali. Si era creata una forte espressione popolare capitanata dal compianto architetto Niccolò, che ne auspicava l’abolizione, ma che è naufragata successivamente forse per l’incapacità di chi ne ha ereditato la responsabilità o forse per errori di gestione . Restano azioni sporadiche di irriducibili che non si arrendono allo status quo e continuano a chiedere ed a gridare a chi continua a fare orecchie da mercante. L’architetto Faggioni, che non ho mai avuto occasione di conoscere ed a cui non ho avuto mai il piacere di parlare, continua a fornirmi notizie ed aggiornamenti sulla sua guerra da “giapponese della giungla”. La sua ostinata azione alla ricerca di legalità, i suoi atti di denuncia non sempre cadono nel vuoto. La Regione Lazio ha già rimandato al Comune di Anzio l’onere di intervenire in merito all’aspetto fondamentale della definizione della proprietà delle strade; ma anche la Prefettura ha recepito le molteplici denunce ed ha riscontrato con la lettera allegata. Tutti e due gli enti sovracomunali non possono che rimbalzare il problema all’ente territoriale competente che è il Comune di Anzio. Le argomentazioni proposte dall’architetto Faggioni spaziano dagli aspetti meramente legali a quelli che attengono le irregolarità amministrative e ad esse fa chiaro riferimento la risposta dell’Ufficio del Governo che, inviandone copia al Comune di Anzio, ne sollecitano l’azione. In particolare, per le presunte irregolarità, che l’architetto Faggioni documenta con dati e riferimenti, l’onere di agire è stato affidato al Segretario Generale del Comune di Anzio che è stata invitata ad agire con lettera del 13 novembre 2020 mentre, per quanto attiene la definizione della proprietà delle strade, che è un problema di lana caprina in quanto prassi e norma ne indicano il Comune come proprietario, richiesta di intervento è stata indirizzata al Sindaco di Anzio il 4 dicembre 2020. Se le istanze dei cittadini non hanno ricevuto, negli anni, la risposta adeguata dal Comune di Anzio, quelle delle autorità di livello superiore a quello comunale dovranno riceverla per evitare denunce per azione omissiva. Insomma, il problema del Consorzio di Lavinio non può continuare ad essere una guerra combattuta dagli irriducibili in un mare di pigrizia e menefreghismo. E’ tempo che il Sindaco di Anzio ribadisca l’incarico al Segretario Comunale affinché coordini un’azione concreta atta a definire le responsabilità e le conseguenti azioni formali. La guerriglia di coloro che denunciano potrebbe, alla fine essere più incisiva, di azioni più poderose ma perdenti del passato. E’ stata una guerriglia che ha sconfitto l’esercito più potente del mondo in Vietnam.
Sergio Franchi