Le considerazioni del dottor Francesco Lamanna su questo progetto
Ospedale di Comunità
Pomezia ed il suo nuovo Ospedale di Comunità… da un progetto di un miliardo di euro dal PNRR per 307 strutture sul territorio nazionale.
Anche Pomezia dovrebbe avere a breve, quindi, un ospedale di comunità. Dovrebbe sorgere presso lo stabile ASL di via del Mare. Indubbiamente il fine sembrerebbe interessante, 3.2 milioni di euro per realizzare almeno una struttura sanitaria territoriale, rivolte a pazienti che, a seguito di un episodio di acuzie minore o per la riacutizzazione di patologie croniche, necessitano di interventi sanitari a bassa intensità clinica, potenzialmente erogabili a domicilio, ma che necessitano di assistenza e sorveglianza sanitaria infermieristica continuativa, anche notturna, non erogabile a domicilio o in mancanza di idoneità del domicilio stesso (strutturale o familiare)..
In verità a me viene in mente una specie di RSA… in piccolo, insomma la solita terapia estetica, di facciata per curare un male che va verso una fase cachettica di un malato terminale che si chiama Sanità Pubblica… ma sono il solito malpensante… dicono… Comunque vediamo di capire meglio l’organizzazione di questa nuova struttura, L’O.d.C. dovrebbe essere una struttura pubblica in possesso dei requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi che garantiscono la qualità delle cure e la sicurezza dei pazienti, nonché la misurazione dei processi e degli esiti. Non è una duplicazione o una alternativa a forme di residenzialità già esistenti, che hanno altri destinatari; in particolare, non è ricompreso nelle strutture residenziali di cui agli articoli dal 29 al 35 del DPCM del 12/01/2017. L’O.d.C. può essere collocato in strutture sanitarie pubbliche polifunzionali o presso presidi ospedalieri riconvertiti in Presidi Territoriali di Assistenza, ma è sempre riconducibile all’assistenza territoriale. L’O.d.C. ha un numero limitato di posti letto di degenza territoriale, non superiore a 20 p.l., secondo le indicazioni del DM 70/2015, per garantire la coerenza rispetto alle finalità, ai destinatari e alle modalità di gestione. I posti letto sino a n.20 sono organizzati in n.1 modulo, fino a massimo di due complessivi, anche su istanza documentata della Direzione strategica aziendale. La tipologia di assistenza erogata possiede caratteristiche intermedie tra il ricovero ospedaliero e le risposte assistenziali domiciliari (ADI) o residenziali (RSA). Rispetto a queste ultime non si pone in alternativa, ma in un rapporto di forte integrazione e collaborazione. All’interno di queste strutture si svolgono, in forma integrata anche con i servizi sociali, le attività di assistenza domiciliare, le funzioni specialistiche territoriali e le attività di promozione della salute/prevenzione. Possono accedere all’O.d.C. pazienti con patologie acute e patologie croniche riacutizzate che necessitano di completare il processo di stabilizzazione clinica, con una valutazione prognostica di risoluzione a breve termine (da 2-3 giorni ad un massimo di 15-20 giorni), ovvero che necessitano di una fase di osservazione e continuità terapeutica e riabilitativa. I pazienti ospitati possono provenire dal domicilio o da altre strutture residenziali, nonché dal Pronto Soccorso e/o essere dimessi da presidi ospedalieri per acuti. L’obiettivo principale è il recupero funzionale, con la finalità di riportare il paziente al domicilio o in strutture territoriali cercando di evitare un nuovo ricovero a breve distanza di tempo. La durata massima dei ricoveri è determinata in 20 giorni. Per casi particolari, con riferimento al completamento di percorsi riabilitativi ed assistenziali, il prolungamento deve essere autorizzato dal Direttore Sanitario e non può, comunque, eccedere i 30 giorni.
Piano/Missione: PNRR/M6 – Piano nazionale di ripresa e resilienza / Missione 6 Salute. Componente: M6C1 - Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale. Investimento: M6C1 I1.3 – Rafforzamento dell’assistenza sanitaria intermedia e delle sue strutture (Ospedali di Comunità).
Francesco Lamanna
Importante incontro organizzato dal Consorzio Sociale Pomezia-Ardea
Povertà e disagio adulti
Il Consorzio Sociale Pomezia-Ardea ha convocato un importante tavolo tematico per affrontare le problematiche legate a povertà, disagio degli adulti e immigrazione. L’incontro si è tenuto oggi 14 maggio 2025 alle ore 9:30 presso l’Aula Magna del Complesso Selva dei Pini, in seduta plenaria, per discutere approfonditamente queste tematiche urgenti.
Ai sensi della L.R. n. 11/2016 e della DGR n. 453/2023, il Consorzio ha invitato enti pubblici e privati, organismi del Terzo Settore e realtà territoriali attive nei percorsi di sussidiarietà orizzontale a partecipare all’incontro, concepito come un’occasione di programmazione condivisa.
Presenti all’incontro erano il sindaco di Ardea, Maurizio Cremonini, accompagnato dal vicesindaco Lucia Anna Estero, la dipendente Valentina Gianolla con elevata qualifica nel servizio di assistenza sociale, l’assessore ai servizi sociali Pietra Francesca, il consigliere comunale Riccardo Roma, il sindaco di Pomezia Veronica Felici e l’assessore ai servizi alla persona Giada Bardi.
Dopo l’evento, il sindaco Cremonini ha espresso un commento significativo: “Abbiamo organizzato, con la collaborazione del Consorzio Sociale Pomezia-Ardea, un importante convegno e uno studio sviluppato dalle varie associazioni su povertà, immigrazione e inclusione sociale. Sono stati toccati vari temi, dalla necessità di risorse per l’inclusione sociale alle diverse realtà dei due comuni, che presentano somiglianze e differenze. È una difficoltà importante sul sociale. Stiamo lavorando nello sviluppo dell’inclusione, mettendo a disposizione corsi finanziati dai vari comuni per qualificare le persone in difficoltà e facilitarne l’inserimento nel mondo del lavoro. È fondamentale prevenire piuttosto che curare, quindi stiamo formando queste persone affinché possano avere un reddito autonomo, senza dipendere dai finanziamenti pubblici.
Attualmente, tra Pomezia e Ardea, ci sono 2.000 persone che usufruiscono dell’assegno di inclusione, e stiamo lavorando per rimuovere questa pressione, dando dignità a chi è in difficoltà e permettendo un’integrazione nel mondo lavorativo.
È stata un’opportunità importante, anche se un po’ deludente per la minore partecipazione di alcune utenze, come i vari CAF e gli imprenditori del territorio, essenziali per la formazione proposta dal Consorzio”.
L’assessore Francesca La Pietra ha aggiunto un resoconto dell’incontro, sottolineando che si è trattato di un “importante momento di scambio”, con la partecipazione di enti pubblici e privati e realtà assistenziali.
La discussione ha messo in luce il lavoro svolto dal Consorzio, che non si limita all’assistenza, ma si concentra anche sull’inclusione sociale e lavorativa per i più bisognosi.
L’incontro ha rappresentato un passo significativo verso la creazione di un dialogo costruttivo tra le varie realtà operative sul territorio, con l’obiettivo di potenziare ulteriormente l’operato del Consorzio e migliorare le condizioni di vita dei cittadini in difficoltà.