Il progetto per coinvolgere le scuole e scoprire o riscoprire il porto di Anzio
Le scuole e il porto
In una bella mattina di sole, precisamente il 21 aprile scorso, l’assessore alle politiche scolastiche del Comune di Anzio, Laura Nolfi, insieme al responsabile dell’Ufficio Comunicazione del Comune Bruno Parente ed al responsabile tecnico - operativo Gabriele Carannante si sono ritrovati sulla banchina del porto per parlare di un progetto veramente coinvolgente, concordato insieme al sindaco Candido De Angelis. Si tratta di un progetto che chiamerà in causa gli studenti delle scuole del territorio, naturalmente rispettando tutte le norme anti Covid-19, quindi in piena sicurezza. Nel corso della visita, l’assessore Nolfi ha ricordato che il porto Neroniano era uno dei più antichi della costa tirrenica e che quello Innocenziano lo fece costruire Papa Innocenzo XII nel 1872, a ridosso del precedente, per dare nuova vita ai commerci marittimi ed a tutta l’economia portodanzese.
Secondo l’assessore Nolfi si vorrebbero coinvolgere le classi della scuola primaria e secondaria. Nel corso degli incontri, gli studenti verrebbero invogliati a scoprire o riscoprire il porto di Anzio.
Altro partner del progetto potrebbe essere l’Istituto Nautico un vero gioiello di scuola all’avanguardia che forma ragazzi che vogliono intraprendere la carriera marinara.
Nel suo intervento, il Responsabile tecnico- operativo Gabriele Carannante ha parlato di incontro molto proficuo per avviare il progetto con gli studenti di Anzio. La struttura portuale è a completa disposizione dell’Amministrazione per far conoscere ai ragazzi tutte le attività direttamente ed indirettamente connesse all’area del porto.
Si spera che, terminata, o assopita la pandemia, questo progetto “vada in porto”.
Rita Cerasani
La Città è orgogliosa di voi
“Alla scuola Angelita, al quartiere Sacida di Anzio, nel corso della stagione estiva, interverremo con il risanamento dei solai, con l’adeguamento dell’impiantistica per il rilascio del certificato prevenzione incendi e con interventi di riqualificazione.
Si tratta di opere importanti, pianificate anche in altri plessi scolastici del territorio, che il prossimo anno scolastico ci consentiranno di ripartire in totale sicurezza”.
Lo ha affermato l’assessore alle politiche delle scuola del Comune di Anzio, Laura Nolfi, in visita, il 20 aprile, alla scuola Angelita, dove ha incontrato il dirigente, Annamaria Corso, alcuni docenti, il personale scolastico ed una rappresentanza dei genitori, protagonisti, insieme agli alunni, dell’intervento di restyling delle facciate dell’edificio.
“E’ stata una vera emozione, - comunica l’assessore Nolfi, che ha portato i saluti ed il plauso del sindaco Candido De Angelis - partecipare, insieme ai piccoli alunni, all’opera di creazione dei fiorellini sulle pareti esterne dell’edificio, respirando un clima di positività, armonia e soprattutto grande senso di appartenenza alla propria scuola ed al proprio quartiere. La Città di Anzio tutta è orgogliosa di voi!”.
Comune di Anzio
Quest’anno la ricorrenza ha anche significato la liberazione dal Covid
Liberazione e libertà
Nonostante tutto, anche quest’anno e anche a Nettuno, si è celebrata la ricorrenza e la festività del 25 aprile, proprio quando da più parti si fa un gran parlare di Libertà, in particolare quella dalle restrizioni pubbliche di contrasto alla diffusione del Virus. Libertà e Liberazione: una distinzione penso vada fatta. La Liberazione (fra le quali quella del 25 aprile) è un’azione che, sia a livello individuale ma, soprattutto, collettivo, redime ed emancipa rispetto a una condizione iniziale indesiderata, considerata oppressiva e ingiusta. La Liberazione quindi è una realtà articolata e processuale, nel quale vengono messe in atto delle azioni finalizzate al raggiungimento di un nuovo status di una nuova condizione di liberazione da un bisogno, da una realtà sociale concreta non più sostenibile e non un concetto astratto, generico, idealizzato o ideologizzato. La Liberazione che si celebra il 25 aprile è un esito del percorso generato dal generoso, complesso e doloroso fenomeno della lotta Partigiana; un percorso che anche oggi va ricercato, mantenuto, attualizzato costantemente nella quotidianità di ognuno, come affrancamento dalle mafie, dal razzismo, dalla violenza, dalla miseria. A differenza di Libertà, la Liberazione è un termine da declinare sempre da un qualcosa: una liberazione ‘da’, cioè un termine non da utilizzare in maniera astratta e generica.
Buttandola in filosofia, Hegel sosteneva che la Libertà è un concetto aporetico, nel senso che, nella dialettica servo-padrone il primo ha bisogno del servo e questi –a sua volta- del padrone, altrimenti non sarebbe servo e il padrone non sarebbe tale. Quindi, in definitiva, né il servo né il padrone sono liberi perché sono vincolati e determinati l’uno dall’altro, per essere ‘liberati’ devono mettere in piedi un progetto radicalmente innovativo che li affranchi entrambi: entrambi devono trascendere lo status quo. Il concetto si libertà, inoltre, non può non avere il fiato corto, perché non può essere declinata nel senso di progettualità corale, perché, tutti sanno, che la libertà tua finisce là dove comincia la mia.
Poi c’è il caso della libertà propugnata dai liberisti attuali: i ‘boys di Chicago’ e gli altri residui degli anni 80-90, epigoni di D.Hume e J.S. Mills, che pensano alla libertà come un economicistico stato individuale, libero da ogni legame, e soprattutto libero dai ‘lacci e lacciuoli’ imposti da uno Stato-Leviatano, che dovrebbe essere ridotto al minimo, magari solo per quel che riguarda la difesa (o l’offesa) militare e il mantenimento dell’ordine pubblico. M. Thatcher, in pieni anni ‘80, dichiarava che la società non esiste, esiste solo l’individuo e intanto chiudeva miniere ed industrie, trasformava l’Inghilterra in un paradiso finanziario e dissanguava il Welfare, riducendo milioni di persone alla miseria.
D’altro canto, Berlusconi, molto attento a queste cose, anni fa voleva trasformare la festa della Liberazione a festa delle libertà.
Quest’anno, più dell’anno scorso, oltre ai valori consueti dell’antifascismo, la ricorrenza ha anche significato, magari allusivamente e implicitamente, di Liberazione dal Covid, visto anche che, molti, forse un po’ impropriamente, assimilano quest’ultimo a una guerra. Ma anche in questo caso occorre parlare di liberazione dal contagio, cioè come processo progressivo di cura e di osservanza delle norme per la tutela di tutti: nessuno si libera da solo dal virus..
In vita mia, non ho mai incontrato qualcuno che fosse contrario alla libertà, né qualcuno, nella fattispecie, che non voglia riaprire aziende, ristoranti, fare le vacanze, mettersi seduti ai tavolini di una gelateria o di una pizzeria. Sovranisti, negazionisti, mischiati ad aperturisti, liberisti, complottisti, sbandierando proprio il concetto di Libertà, chiedono, costi quel che costi, la Libertà e la Riapertura. Il sociologo tedesco T.W.
Adorno, già negli anni ’40, annoverava fra le cause dei totalitarismi, l’impoverimento e il degradarsi dei ceti medi e piccoli imprenditori, quindi occorre il massimo ascolto e la massima attenzione alle giuste rivendicazioni che muovono le piazze in questi giorni. Rivendicazioni, più che plausibili e necessarie; inaccettabili invece i politicanti, di lotta e di governo o solo di opposizione, che lucrano consenso e voti, sfoggiando una insopportabile retorica della ‘libertà’ e alimentando (e sfruttando) queste sacrosante, giuste e disperate rivendicazioni di chi vede minacciata la propria stessa esistenza. Insistendo con le retoriche ideologiche e semplificatrici sulla libertà si rischia di innescare dinamiche deleterie per il già provato tessuto sociale.
Una avvisaglia di ciò potrebbero essere i vaghi, velenosi ma reiterati discorsi qui e là, riguardo un presunto fronte dei ‘garantiti (pensionati, lavoratori dipendenti, statali…) contrapposto a un fronte di ‘non garantiti’ (piccoli imprenditori, partite Iva, commercianti…). Infine e a proposito di questo improprio furore ideologico ‘libertario’, non me la sento di non esternare, vista l’aria che già si respira da qualche giorno, le mie preoccupazioni per il ‘liberi tutti’ che seguirà al 26 aprile.
Giuseppe Chitarrini