SIMPOSIO
ESSERE O AVERE
Noi siamo corpo oppure abbiamo un corpo?” È quanto chiede un preside per aprire un dialogo con gli studenti che stanno scioperando per la libertà di vestirsi come vogliono. Ma la scuola non è una spiaggia. Ed è dalla risposta a questa (non) semplice domanda che dipendono “la nostra vita, le nostre relazioni, le scelte che facciamo, il mondo in cui viviamo”. Non escluso il modo di vestirci, in una libertà che si muove, però, nel conformismo delle mode del momento.
Intanto, attorno a noi, viaggiando sui canali di una comunicazione sempre più accelerata, e contemporaneamente sempre più simile ad una partecipata ma estranea osservazione, la realtà si mescola e si rincorre, le notizie arrivano, si costruiscono, rimbalzano sugli schermi accompagnate da colonne sonore ad effetto. Le notizie devono suscitare emozione, non importa se si parli di come ci vestiamo o della guerra. Lo spazio per riflettere non c’è più. Tutto diventa un perenne e concitato talk-show, nel quale esibire, scandagliare dettagli, ricercare particolari pronti ad appagare le curiosità di ognuno, ma sempre meno utili a delineare i contorni di una realtà purtroppo povera di esempi e di punti di riferimento capaci di illuminare anche nel silenzio.
Giuliana
Contributo per osare la Pace
A guerra song’ io
Stà dint’’a ll’uocchie
si pe’ ’a paura
i’ guardo ’a n’ata parte
’A tengo dint’’e rrecchie
quanno m’’e ’attappo
pe nun vulè sentì
Sta’ dint’’e mmane
quanno ’un ’e stenno
mentre quaccuno affonna
’A tengo dint’’a vocca
quanno m’’a nzerro
o ’a uso per fà male
A guerra song’ io
’A tengo
nchiusa a chiave
dint’’o core.
Alfonso Marino
Traduzione dal napoletano
La guerra son io
Sta dentro gli occhi / se per paura
/ guardo da un’altra parte // L’ho
nelle orecchie / quando le tappo /
per non voler sentire // Sta nelle
mani / quando non le stendo /
mentre qualcuno sta affondando //
La tengo nella bocca / quando la
chiudo / o la uso per far male //
Sono io la guerra // La tengo /
chiusa a chiave / dentro il cuore
LA COMPLESSA STORIA
DELLA RUSSIA/7
di Francesco Bonanni
Nel 1533 alla morte di Ivan III successe il nipote Ivan IV che già all’età di tre anni si trovò orfano di padre (Basilio III) per cui come Principe di Moscovia per cinque anni fu sotto la tutela della madre Elena che operò come Reggente del Principato.
Difatti in punto di morte lo Zar Basilio III aveva trasferito tutti i poteri alla moglie Elena fino al raggiungimento dell’allora maggiore età del figlio.
Già nel 1534 il Principato si trovò sull’orlo di una Guerra Civile provocata dai Boiardi per cui Elena fece imprigionare molti Nobili tra cui gli stessi fratelli del defunto marito.
Ma nel 1538 Elena morì in circostanze misteriose, molto probabilmente per avvelenamento.
Così ad appena otto anni Il piccolo Ivan si trovò orfano di entrambi i genitori e per giunta in una grave situazione di caos provocata dallecontinue aspre lotte tra i Boiardi.
A contendersi il Potere erano le due più potenti Famiglie del Principato, i Sujskij ed i Belsky, che effettuarono numerose stragi tra i propri nemici.
Inoltre queste due Famiglie, oltre a depredare il Tesoro del Principato, utilizzarono l’Esercito Moscovita ai propri fini di potere.
E durante le lotte di potere tra questedue Famiglie Ivan fu ignorato da tutti, per cui affamato si aggirava tra le stanze del suo Palazzo circondato da tradimenti, congiure ed omicidi.
L’unico sostegno lo ebbe da Macario (Teologo, famoso storico della Chiesa Russa e suo futuro Conigliere) il quale quando nel 1542 venne eletto Metropolita di Mosca prese sotto la sua protezione il giovane Ivan.
A causa di tale situazione sorse in Ivan un implacabile odio nei confronti dei Boiardi ed una profonda diffidenza nei confronti di qualsiasi persona.
Inoltre i Sujskij, nominati reggenti, cercarono di controllare e condizionare il giovane Ivan.
Ma Ivan, dotato di un fisico erculeo, allo scopo di difendersi dai Boiardi simulava di essere un debole ed addirittura un inetto mentre era in possesso di straordinarie doti di intelligenza e di cultura che lo portavano a passare intere giornate in studio ed inletture.
Durante il suo Regno raddoppiò il già vasto territorio russo annettendo quattro Khanati Tartari della dissolta Orda d’Oro.
Alla fine del XVI secolo la Russia aveva consolidato uno Stato Multiconfessionale, Multietnico e Transcontinentale.
In seguito però lo Zarato fu indebolito dalla lunga ed infruttuosa Guerra di Livonia.
In tale guerra le truppe russe invasero la Livonia per combattere la Confederazione Polacco-Lituana alleata del Regno di Danimarca allo scopo di affermare la propria supremazia sul Mar Baltico.
La Livonia all’epoca era una Regione storico-geografica baltica che si estendeva nei pressi e sulle coste del Golfo di Riga, compresa l’Estonia a Nord e la Lituania Meridionale a Sud.
Dal 1918 la Livonia non è più un’Entità Territoriale autonoma ma una parte integrante della Lettonia.
Poi allo stesso tempo i Tartari del Khanato di Crimea, l’unico rimasto della potente Orda d’Oro, continuarono arazziare la Russia Meridionale.
YOUNG SOPHIA
Il pensiero dei giovani
Il termine “musica” associato al concetto di arte e di espressione è quanto sta approfondendo Gianluca in questa serie di articoli trattando dell’Illuminismo, il periodo storico che avvia l’età moderna.
La musica nel suo nascere da un fatto creativo è in relazione con la libertà che sta dentro di noi. È un processo di conoscenza intimo e profondo che attraverso i suoni affina il senso estetico di ognuno di noi, e che attraverso l'ascolto condiviso del concerto pubblico facilita, oltre la parola, quella comunicazione non verbale tra gli individui, ricca di sentimenti e stati d'animo che rendono una società sicuramente più sensibile e più forte.