Non si vedono miglioramenti nella gestione dei rifiuti nella cittadina neroniana
Rifiuti e pazienza
Ci vuole pazienza; quando si osservano gli avvenimenti con il solo intento di riportarne i dettagli senza preclusioni mentali, ci vuole pazienza. E ce ne vuole anche di più se le premesse sono sbagliate e se l’approccio appare inadeguato. Sto parlando del servizio per la raccolta e l’allontanamento dei rifiuti che ormai da qualche mese il comune di Anzio ha affidato ad una società pubblica di Ciampino, la AET, che gestisce appalti di un’altra quindicina di Comuni nel Lazio, tutti ubicati in area interna e collinare.
Quelli che non vivono di sciacallaggio e rigettano le pratiche masochiste continuano con pazienza a cercare di vedere i segni del cambiamento. Si, cambiamento ed anche radicale e cioè quello necessario per passare da una situazione da anni penosa ad un servizio sufficientemente efficace. Non ho mai visto con favore le società per azioni fra enti pubblici che gestiscono servizi in comune, perché risentono troppo spesso delle storture della politica che ne governa i soci e perché credo alla libera competizione nell’affidamento degli incarichi per gestione di servizi complessi ed essenziali come quelli della raccolta dei rifiuti ed dei servizi di igiene e decoro del territorio. Ma le mie opinioni lasciano il tempo che trovano, quelli che contano sono i risultati. Ed allora ho visto un manifestino circolare, forse ne è arrivato uno anche nella mia cassetta delle lettere. Era della AET che, insieme al Comune di Anzio, comunicavano di aver cambiato passo. Non ho subito afferrato che cosa il volantino mi volesse vendere ma poi ho visto che mi si stavano comunicando i dati di un forte miglioramento nel servizio della raccolta dei rifiuti e mi ringraziavano per tali miglioramenti. Ci vuole pazienza quando ti danno buone notizie anche se non capisci perché. Il volantino si riferisce ad una maggiore raccolta di differenziata, per il primo trimestre di gestione, per il cartone del 30%, per la plastica del 13%, per l’organico del 19% e, a riconferma, una riduzione dell’indifferenziato del 19%. Anche se le informazioni sembrano piuttosto sbilanciate sarebbero comunque una bella notizia foriera di una riduzione della TARI, ma esse avrebbero un senso solo se fosse indicato il termine di riferimento. 30% rispetto a che cosa? Esse avrebbero un senso se fossero l’esplicazione di un dato essenziale e cioè della percentuale certificata della raccolta differenziata e se fossero accompagnate da un reale miglioramento del territorio che resta, almeno nei quartieri, come era all’inizio giugno dell’anno scorso. Nonostante le raccolte più assidue nelle zone prossime all’usa e getta, nonostante la raccolta, con qualche defezione, dei rifiuti verdi che resta l’unico vero elemento innovativo, i mucchi nelle aree pubbliche, nei primi giorni di giugno, crescono come crescono, lungo le vie che lasciano Anzio verso Roma, i sacchetti lanciati dalle auto che lasciano il comune.
Perché non sono stati allestiti, in vista dell’estate, i punti di raccolta suppletivi per i villeggianti che tornano a Roma la domenica sera? In attesa di verificare l’attendibilità dei buoni risultati della differenziata, perché i marciapiedi di molte strade di Lavinio, di Cinncinnato, di Colonia o di Falasche sono infestate da cespugli? Considerando le grandi piogge che, in questi periodi dell’anno, hanno in passato allagato molte aree di Anzio e causato danni ingenti a privati, perché non si vedono in giro operai della ditta che puliscono le caditoie stradali? Perché le strade di Lavinio sono permanentemente sporche? Perché non parte la campagna per il compostaggio familiare? Quali sono le strategie poste in essere per intercettare ogni singolo evasore della TARI e per indurlo a pagare? O più semplicemente: perché non vengono distribuiti i nuovi mastelli alle famiglie ed alle imprese costringendo gli utenti all’utilizzo di sgangherati o improponibili contenitori? Per favore si eviti di menzionare il metodo “repressivo” delle video trappole che servono solo a spostare il luogo di abbandono dei rifiuti e, quando va bene, ad individuare il 2% dei cosidetti incivili ma certamente a non educarne nemmeno uno. Le telecamere non hanno mai risolto il problema dell’abbandono dei rifiuti e tanto meno lo hanno fatto le varie guardie ecologiche che servono più a chi le nomina, in termini di consenso elettorale, che ha contribuire al miglioramento del servizio. Solo quando l’amministrazione avrà compreso che i rifiuti si devono bloccare presso chi li produce e non paga per la sua raccolta e smaltimento, forse si potrà fare un passo avanti: ma in questo la ditta AET può fare ben poco. E’ stato verificato con l’osservazione di anni che molti di coloro che non pagano la TARI abbandonano i rifiuti nelle aree pubbliche quindi è da qui che bisogna cominciare e poi andare avanti. La politica di attuare continue campagne di raccolta dei rifiuti in strada, le costosissime bonifiche, significa accettare il disordine e l’irregolarità e farle diventare metodo ed incrementare i costi di raccolta e smaltimento. Il servizio funziona quando tutti i rifiuti vengono raccolti presso l’utenza o presso i punti di raccolta: che questo avvenga è responsabilità del dirigente del servizio. Il resto sono chiacchiere per giustificare l’incapacità. Quali sono gli strumenti nuovi posti in atto? C’è un’atmosfera di sbando nel Comune di Anzio e se esistono le tempeste perfette forse siamo nel mezzo di una di queste e l’assessorato all’ambiente ne potrebbe essere il punto focale. Non che mi aspettassi grandi strategie dalle stesse persone che hanno gestito questo servizio negli anni passati e non mi sono nemmeno fatte soverchie illusioni sulle capacità dell’assessore mattutino, ma almeno gli incarichi erano ricoperti. Con il loro ritiro tutta la responsabilità politica resta nelle mani del Sindaco che forse di gatte da pelare già abbonda. Restiamo come “color che son sospesi”, vigili ed armati di tanta pazienza.
Sergio Franchi
Il funzionamento dei servizi lascia a desiderare ad Anzio
Chiama UPA
L’estate è arrivata e lo ha fatto con quell’anticipo che nessuno vorrebbe ma che continua a caratterizzare la condizione grave provocata dai mutamenti climatici. La stagione eccezionalmente calda e la situazione post covid (si fa per dire) garantiscono un altro pienone di turisti ad Anzio. L’afflusso del turismo, quasi esclusivamente ospitato nelle seconde case, sarà l’ennesimo stress test della fragile struttura organizzativa del Comune di Anzio.
Il sistema della raccolta dei rifiuti, la corretta tenuta degli arredi urbani e la pulizia degli spazi pubblici costituiranno, come al solito, motivo di disagio e quindi di risentimento da parte della gente e specialmente di coloro che pagano tasse molto onerose per intero, per una casa che abitano solo per un breve periodo estivo.
Per quanto riguarda la TARI, che finanzia il servizio della raccolta dei rifiuti, molti proprietari di seconda casa pensano almeno di avere il diritto di ricevere un servizio efficiente, nel breve periodo in cui producono rifiuti, visto la pagano per un anno intero. Invece non è stato cosi durante gli ultimi anni in cui il servizio di raccolta dei rifiuti è stato, in modo particolare durante l’estate, del tutto caotico.
Da anni, ogni anno in estate, i cittadini che risiedono nella zona e che si sono raccolti nel coordinamento Uniti Per l’Ambiente (UPA), cercano di dare una mano ai cittadini di Anzio nel risolvere piccoli problemi ambientali. Lo fanno, innanzi tutto dando informazioni e chiarimenti e poi facendo da megafono alle legittime richieste di assistenza.
L’anno passato decine di cittadini si sono rivolti ad UPA esasperati per le condizioni delle strade e dei rifiuti abbandonati in ogni angolo di molte zone periferiche. In questi casi è stata indicata la modalità per inviare un reclamo al Comune.
Giova ricordare che reclami formali e documentati posso costituire motivo di messa in mora per il Comune nei confronti della ditta.
Questa estate, poi, si prospetta come una tempesta perfetta: Assessorato all’Ambiente senza Assessore, Ufficio Ambiente senza Dirigente e nuova Impresa di raccolta che, non ha dato finora il segno dell’efficienza necessaria a ribaltare una situazione di “cattive pratiche” ben radicata.
In che modo UPA potrà dare una mano?
Certamente non lo farà sostituendosi ai cittadini, perché sarebbe un modo per deresponsabilizzarli, ma si occuperà di casi di disagio ambientale dovuto a fatti particolari come situazioni relative a rifiuti che rappresentino un pericolo igienico, casi di pericolo derivante da qualsiasi fattore ambientale, casi di pericolo per animali ecc...
E’ un modo per il cittadino di non sentirsi solo nel proporre un suo problema che gli causa disagio.
Come fare per contattare Uniti Per l’Ambiente? Basta scrivere a chiama.upa@gmail.com, esporre i fatti e, se disponibile, inviare la documentazione per descriverli. Un responsabile di UPA darà, comunque, riscontro alle richieste ed, insieme al richiedente, cercherà di dare aiuto nella risoluzione del problema nei limiti che la particolare situazione che sta attraversando l’amministrazione comunale impongono.
Come noto tutte le attività amministrative del Comune di Anzio sono oggetto, da mesi, di investigazioni da parte di funzionari del Governo per gravissimi avvenimenti che ipotizzano la presenza di malavita organizzata. Questa condizione sta provocando un rallentamento di attività e di capacità decisionale.
Sergio Franchi