L’accorato appello degli operatori e dei gestori degli asili nido
Chiediamo aiuto alle istituzioni
Peggio di chi non sa pesare le proprie parole, c’è chi al contrario le utilizza intenzionalmente per servire pubblicamente una verità distorta, facendo leva sui problemi delle famiglie e condannando all’equivoco e al fallimento le attività come la nostra, che hanno dedicato gli studi e la vita ad esse per la crescita dei bambini.
Il nostro lavoro è fatto di passione e aggiornamento continuo, è un attitudine naturale richiede cura, attenzione empatia e sensibilità... ci occupiamo dell’accudimento e della crescita di bambini, non di pezzi di legno. A sentire appellare le famiglie che ci hanno scelto come “consumatori” mi fa venire la pelle d’oca, ci colloca nella sezione delle attività commerciali, ma non è questo il valore che gli diamo noi.
Siamo favorevoli all’informazione, purché sia documentata e fatta ad onore del vero e ci avvilisce che alcune testate giornalistiche importanti e programmi televisivi promuovano mediaticamente una realtà parzialmente veritiera, avvallata esclusivamente dall’intervento di Associazioni (che permettono di scaricare moduli di rimborso rette previo pagamento) senza alcun titolo.
Le loro parole hanno un peso e come professionisti dell‘informazione hanno una grande responsabilità, quella di passare un messaggio alle persone, quella di decidere con le parole la sorte delle nostre attività e delle nostre famiglie, dato che le abbiamo anche noi!
Non stiamo estorcendo soldi alle famiglie, stiamo chiedendo aiuto alle istituzioni affinché la nostra situazione non gravi sulle famiglie!
Nessuno in questo momento dovrebbe rimanere solo come nessuno dovrebbe pagare servizi non erogati ed è appunto questa la battaglia che stiamo portando avanti da quando è iniziato tutto. Permettere a voi di non sostenere spese, ottenere rimborsi per i versamenti di marzo e a noi di sopravvivere ed aver ancora il nostro lavoro e la nostra piccola isola felice.
Asilo Nido
Mirò
Ostetricia chiusa
Questa lettera è stata scritta da una mia collega, Martina Giusti, ostetrica dell’ospedale di Anzio. Racchiude il pensiero di tutti gli operatori sanitari (medici, infermieri, ostetriche, caposala, primario). Chiedo a tutta la popolazione e alle autorità comunali di Anzio e Nettuno di far sentire la nostra voce. Dobbiamo tornare a far nascere i “nostri” e i “vostri” bimbi.
Francesca De Renzi
E così eccoci qui... la mia ultima notte di servizio in questo reparto, in questo ospedale. Chi dice sia temporanea.... chi no. Questione dell’emergenza Covid oppure questione di numeri. Si, numeri.... questo ospedale non fa più numeri nell’ambito delle nascite. Eppure qui noi di “numeri” ne abbiamo fatti tanti: momenti di gloria passati di cui tutti abbiamo esultato e per cui siamo stati il terzo ospedale nel Lazio per il minor numero di parti cesarei. Poi momenti di tristezza, perché pian piano ci hanno “spogliato” di mezzi e a volte anche di morale.
Ma ci siamo stati sempre... abbiamo sostenuto, accolto, gioito con tutte le mamme per la nascita dei loro bambini. Con tante di loro siamo rimaste in contatto, tante di loro sono tornate a partorire di nuovo ad Anzio. Loro, di contro, ci hanno donato un amore ancora più grande. E allora stanotte, in questa mia ultima e speriamo momentanea notte di servizio, voglio ringraziare, oltre a tutte le mie colleghe e colleghi, proprio tutte voi che nel tempo ci avete scelto e sostenuto. Grazie per averci permesso di condividere con voi le vostre gioie, le paure, la felicità insita in quel momento in cui nasce un bambino, nel momento in cui nasce una famiglia...Grazie!
Io spero, come tutti voi, possa finire al più presto la situazione di emergenza mondiale e che altrettanto presto noi si possa tornare in questo ospedale a far nascere i “nostri” , i vostri bimbi...Buona fortuna a tutte.... e buona fortuna a noi!
Martina Giusti
Coronavirus e inquinamento
Il Corona Virus, come è noto è un’affezione che colpisce i polmoni.
I polmoni sono quegli organi che inalando l’aria atmosferica ne traggono l’ossigeno che poi immettono nel torrente sanguigno che alimenta tutti i tessuti corporei.
Se l’aria contiene agenti inquinanti, che possono essere gas venefici o particelle solide, ad esempio i PM10 particelle persistenti, non biodegradabili, queste danneggiano il tessuto polmonare, ne menomano la funzionalità e spesso sono causa di tumori.
In Europa l’inquinamento è responsabile di oltre 400mila morti premature all’anno. L’Italia si colloca tra i paesi peggiori con più decessi in rapporto alla popolazione, pari a più di 60mila nel solo 2015.
Ai frequenti blocchi della circolazione dei veicoli, attuati da alcuni comuni, non segue alcun risultato effettivo in quanto le cause sono da addebitare alla pessima coibentazione termica degli edifici pubblici o privati, la cosiddetta APE, Attestato di Prestazione Energetica.
Quando l’APE si colloca ai valori inferiori, in una scala da A a G, negli immobili per ottenere una temperatura confortevole, è necessario azionare apparecchi di condizionamento alimentati da gas o energia elettrica prodotti bruciando combustibili fossili, petrolio o carbone, che avvelenano l’aria e i nostri polmoni. I polmoni sono il bersaglio della pandemia che sta minacciando la sopravvivenza di tutti gli esseri viventi. Se vogliamo difenderci dal Virus, prima ancora di cercare un antidoto, un vaccino, dobbiamo proteggere i polmoni.
Il nostro Paese lamenta da solo la terza parte delle vittime del mondo intero. La mappa della distribuzione delle vittime vede ai primi posti, Piemonte, Lombardia ed Emilia-Romagna.
La mappa della diffusione dell’inquinamento atmosferico è esattamente sovrapponibile; dove l’aria è più inquinata, là abbiamo il maggior numero di vittime da Corona Virus.
Questi sono dati concreti, indiscutibili, non opinabili, al di là delle dichiarazioni di scienziati od opinionisti. MAPPE SOVRAPPONIBILI! Finora nessuno dei tanti soloni che alimentano le cronache scritte o televisive se ne è accorto.
Cesare Zaccaria
La comunicazione della FIPAV per ogni categoria sportiva
Campionati finiti
Il Comitato Regionale Fipav Lazio comunica a tutte le società e agli atleti tesserati quanto segue: la Federazione Italiana Pallavolo, dopo un’attenta e approfondita riflessione sulla perdurante situazione emergenziale legata alla pandemia di Covid-19 (coronavirus), che sta interessando il territorio italiano e gli stati di tutto il mondo, ha decretato la conclusione definitiva di tutti i campionati pallavolistici di ogni serie e categoria. La Fipav ritiene pertanto conclusi senza assegnazione degli scudetti, delle promozioni e delle retrocessioni tutti i campionati nazionali, regionali e territoriali. È stata inoltre dichiarata conclusa tutta l’attività sportiva legata alla disciplina del Sitting Volley. La Fipav è arrivata a queste decisioni, tenendo anche conto dei recenti Dpcm e delle Ordinanze emesse dal Governo e dalle Regioni, all’interno delle quali non emergono date certe circa la possibilità di riprendere l’attività sportiva in condizioni di completa sicurezza. Le istituzioni nazionali, regionali e medico-scientifiche, inoltre stanno continuando a ritenere necessarie misure di distanziamento sociale per il superamento di questa drammatica emergenza. Per quanto riguarda poi i campionati giovanili la Fipav ha stabilito che, per permettere agli atleti potenzialmente coinvolti quest’anno di proseguire l’attività giovanile, la prossima stagione si svolgeranno con categorie di annate dispari: Under 13, Under 15, Under 17, Under 19 Maschili e Femminili. La Federazione Italiana Pallavolo, che fin dalle fasi iniziali di questa tragica pandemia, non ha mai fatto mistero della sua politica di gestione della situazione emergenziale, volta prioritariamente alla tutela della salute di ogni tesserato, con questi provvedimenti intende proseguire sulla strada intrapresa negli scorsi mesi. Allo stesso modo la federazione ribadisce, ancora una volta, che il senso di responsabilità deve necessariamente essere alla base di ogni azione intrapresa in questi giorni e già da domani lavorerà per programmare al meglio la prossima stagione sportiva.
Fonte: Federvolley.it