Ecco tutte le iniziative a sostegno dei bisognosi
Contributi Nettuno
14 Aprile, Nettuno. I contagi totali dall’inizio della pandemia restano 50 compresi otto decessi e 13 guarigioni mentre, diminuiscono i cittadini in isolamento domiciliare che ad oggi sono 36. Un trend quindi più positivo che deve comunque fa mantener l’allerta alta. Intanto, mentre il sindaco Coppola ed il consigliere comunale, professor Waldemaro Marchiafava, alla Posta Centrale di Piazzale San Francesco, hanno consegnato un termoscanner donato a sua volta al Comune dalla Farmacia Scandellari per rilevare la temperatura dei cittadini all’ingresso dell’Ufficio dove, a chi dovesse presentare una temperatura corporea superiore a 37,5 C° non ne verrà consentito l’accesso, all’insegna di: “Nettuno non abbandona nessuno”, anche il il Comune del tridente ha avviato la procedura per accedere ad un contributo economico in favore di persone e/o famiglie in condizione di disagio economico e sociale causato dalla situazione emergenziale in atto, provocata dalla diffusione del Coronavirus con il quale, ogni beneficiario, potrà richiedere i buoni spesa/i pacchi alimentari e l’acquisto dei medicinali.
I destinatari del contributo economico sono le persone e le famiglie in condizione di assoluto e/o momentaneo disagio, privi della possibilità di approvvigionarsi dei generi di prima necessità. La platea dei beneficiari ed il relativo contributo sarà individuata tra i nuclei familiari più esposti agli effetti economici derivanti dall’emergenza epidemiologica da virus Covid-19 e tra quelli in stato di bisogno, per soddisfare le necessità più urgenti ed essenziali con priorità per quelli non già assegnatari di sostegno pubblico. I Servizi Sociali, per l’assegnazione del buono spesa, per la distribuzione dei pacchi alimentari e per l’acquisto dei farmaci raccoglieranno le richieste dei cittadini che siano residenti a Nettuno ed essere in carico ai Servizi Sociali comunali. Qualora si tratti di nuclei familiari non a carico dei Servizi Sociali sarà allora acquisita una autocertificazione dove si precisa di trovarsi in una situazione di bisogno a causa dell’emergenza derivante dall’epidemia da Covid-19; non essere beneficiari di altre forme di sostegno al reddito ed alla povertà erogate da Enti Pubblici ad esclusione di quelle previste dalle norme relative al contenimento dell’epidemia da Covid-19. Solo in casi eccezionali è possibile accedere al contributo, previa certificazione dei Servizi Sociali competenti. L’erogazione del contributo economico che avverrà nei limiti di fondi disponibili, prevede un buono di spesa alimentare di un valore di 5 € a persona al giorno, elevabile a 7 € in caso in cui il destinatario sia un minore. Al fine di raggiungere il maggior numero di soggetti possibile, il massimo importo concepibile in buoni spesa alimentari per singolo nucleo familiare ammonta a 100 € a settimana. Le spese per medicinali sono riconosciute con riguardo alla situazione di disagio economico fino ad un massimo di 100 €/mese esclusivamente previa prescrizione medica inviata via mail consegnafarmaci@comune.nettuno.roma.it. Per ora, perlomeno a Nettuno, sull’erogazione
Tito Peccia
Pubblichiamo la lettera del dottor Gaetano De Mauro dopo l’articolo di Sergio Franchi
Dove sono le ONG del mare
In riferimento all’articolo pubblicato nel precedente numero del Litorale riceviamo la seguente lettera:
Gentile Direttore,
sono rimasto sconcertato dal contenuto dell’articolo: “Dove sono le ONG del mare”, a firma di Sergio Franchi (che spero non sia iscritto all’Albo dei Giornalisti), pubblicato sul “Il Litorale “ N.7 di Aprile c.a.. Sconcertato, in quanto il sacrosanto diritto alla libertà di espressione e di stampa, non deve comunque prevaricare il dovere di verificare il contenuto che viene riportato in un articolo e di come viene riportato. La posizione dell’articolista si commenta da sola e non meriterebbe oltremodo attenzione, ma in un periodo drammatico come quello che tutto il pianeta sta attraversando, è necessario cercare di mantenere il confronto delle opinioni personali in modo costruttivo, evitando di fomentare il risentimento, che è l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno.
Quindi mi limito ad indicare all’articolista che la risposta alla sua domanda, in merito a cosa stanno facendo le ONG, ed in particolare Emergency, in questo momento storico dell’epidemia COVID 19, l’ha fornita proprio Gino Strada, intervistato da Fabio Fazio a “Che tempo che fa” il 29.03.2020, ed è stata questa:
“..c,è chi fa e c’è chi parla, chi fa cerca di aiutare, chi parla molto spesso parla a sproposito, specie se è un giornalista; se vuole sapere che cosa fa Emergency o chiunque altro, basta una telefonata, chiedere o digitare la richiesta su internet”. Se il signor Franchi avesse fatto questo, sul sito di Emegency avrebbe per esempio rilevato che l’ONG in questione, ha messo in funzione, tra l’altro,insieme agli Alpini, l’ospedale da campo di supporto al Giovanni XXIII di Bergamo, mettendo a disposizione anche il proprio personale sanitario. Così pure attraverso i contatti web con Medici Senza Frontiere, si renderebbe conto che dall’inizio dell’epidemia, il personale di MGF sta collaborando in diverse strutture sanitarie (Lombardia e Marche, ad esempio) per supportare i colleghi del SSN, nella titanica impresa di trattare l’epidemia COVID-19.
Gino Strada, come altri professionisti delle ONG, hanno scelto di fare concretamente i medici e non gli Influencer, per questo non li troviamo, fortunatamente, nelle chat o nei salotti televisivi. La domanda che il signor Franchi dovrebbe invece porsi, se ha un idea di cosa sia il giornalismo, è proprio quella sul perché questa collaborazione delle ONG, nelle azioni a difesa del contagio dal COVID 19, rimanga così in ombra nei servizi dei mass media nazionali.
Probabilmente l’articolista ritiene più efficace impegnarsi nel turpiloquio (visto che si contano a fine articolo, ben 5 riferimenti all’organo riproduttivo maschile), forse prendendo a modello Giuseppe Cruciani quando conduce “La Zanzara” su radio 24, ma lì c’è una studiata strategia redazionale che gli affianca David Parenzo che gli fa da contraltare, ed il risultato è che l’ascoltatore può comunque considerare, due diversi punti di vista e farsi una propria opinione.
Concludo dicendo che non condivido comunque neanche questo modo aggressivo di fare informazione, siamo il paese di Dante, dei vari premi Nobel per la letteratura, di tanti giornalisti che hanno perso la vita per difendere la verità, ci meritiamo che i giornali pubblichino informazioni corrette, verificate ed espresse, secondo i canoni di una lingua che una delle più belle del mondo.
Cordialmente,
dott. Gaetano Di Mauro
La lettera alquanto indignata del nostro lettore merita una risposta e delle precisazioni:
Cominciando dal “turpiloquio”. Il lettore ha avuto certamente la possibilità di comprendere che la lettera di turpiloquio, circolata in rete, è attribuita ad un medico di Torino, che si pone il problema di dove siano le ONG e che usa un linguaggio forse eccessivo ma certamente giustificato dalla situazione drammatica a cui si riferisce. Attribuire, in qualche modo, tale linguaggio a chi firma l’articolo, dimostra forse conoscenza dei meccanismi psicologici, ma non è corretto.
Quando si scrive qualcosa che è riferito alla cronaca, non si va sul sito del protagonista ma si cerca di ottenere informazioni “in loco”; anche perchè io non ero alla ricerca di un protagonista particolare ma intendevo verificare se il grido di dolore del medico torinese fosse fondato. Ipotizzare l’esistenza di una tesi preconcetta non è corretto. Ho scritto l’articolo il giorno 16 o 17 marzo dopo aver contattato l’ufficio stampa della Regione Lombardia per sapere se fossero state schierate ONG nella realizzazione di ospedali con nuove unità di terapia intensiva. Mi fu risposto che era prevista la presenza di una sola ONG americana che stava realizzando un punto di trattamento. Durante la guerra dell’Iraq io ero a Bagdad come dirigente delle Nazioni Unite e quando uno dei miei si feriva, c’era il grande ospedale di Emergency che lo rimetteva a posto. Non ho saputo di un grande ospedale del genere in Lombardia e speravo che tale Organizzazione Sanitaria Italiana, tanto attiva in operazioni marittime, fosse la prima a realizzare un ospedale per combattere in prima fila una battaglia epocale nel proprio Paese.
Che poi le ONG agiscano in silenzio e che di esse non si parli sulla stampa italiana, appare un’affermazione ridicola per chi legge i giornali o guarda la TV. Che gli operatori delle ONG non facciano gli “influencer” è altra affermazione opinabile visto che la loro attività è in gran parte finanziata da donazioni che sono alquanto difficili da ottenere senza far conoscere alla gente come si spende il danaro donato. Nel caso specifico posso raccontare di un paio di decenni passati a contatto diretto con ONG di tutto il mondo e credo di aver acquisito una certa esperienza nel saperne leggere il reale contenuto. Che alcune ONG non siano ideologicamente coinvolte è un opinione che personalmente rifiuto. Che esse, in generale, meritino di essere santificate credo proprio che sia un atteggiamento altrettanto ideologico molto lontano dalle mie convinzioni, che sono ben più motivate di quanto il nostro lettore possa credere. Il nostro solerte lettore può digitare su un motore di ricerca i termini “ONG e SCANDALI” e avrà di che meditare e ci troverà anche quella ONG che ha ottenuto un premio Nobel. E’ certamente vero che chi scrive su un giornale locale, anche se lo fa in modo gratuito ed al solo fine di servizio alla Comunità, non ha ottenuto il premio Pulitzer e forse non lo otterrà mai; ma è altrettanto vero egli o ella abbia il diritto di rifiutare affermazioni gratuite e la retorica del “volemose bene” che serve sempre a perpetuare gli errori propri ed altrui.
Dott. Sergio Franchi