Che succede quanto un Comune è commissariato per mafia ed i cittadini non possono più confrontarsi sulle problematiche della città
“Vogliamo più informazioni dai Commissari”
Mettiamo subito in chiaro che questa è una malattia solo Italiana, un primato del mondo occidentale di cui faremmo volentieri a meno. Il Governo del Paese interviene nell’amministrazione di una città eletta attraverso il libero voto popolare e la esautora mettendo al suo posto dei funzionari che dovranno proseguire ad amministrare il comune commissariato per un considerevole lasso di tempo. Tanto per avere un’idea sulle dimensioni del fenomeno: su 7901 comuni italiani in media sono circa 10 comuni l’anno ad essere commissariati per infiltrazioni della malavita organizzata. Nel 2023 sono stati solo tre i Comuni che hanno subito questo duro provvedimento governativo e tutti rigorosamente a sud di Napoli. Che ad in Anzio e non solo ci siano da anni segni inequivocabili di presenza della malavita organizzata non è in dubbio, che alcune decisioni prese in ambito comunale lasciassero adito a perplessità è anche fuori discussione. Una trasmissione televisiva ha portato alla luce personaggi e fatti che, anche se tutto da verificare alla luce di prove e di atti giudiziari, apparivano certamente troppo disinvolti per non creare dubbi e perplessità. Dubbi e perplessità non bastano, però, a giustificare il provvedimento di scioglimento del Consiglio Comunale, perché esso si riferisce a fatti e circostanze gravi e verificati.
“Considerato, altresì, che dall’esito di approfonditi accertamenti sono emerse forme di ingerenza della criminalità organizzata che hanno esposto l’amministrazione a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l’imparzialità dell’attività Comunale. Rilevato che la permeabilità dell’ente ai condizionamenti esterni della criminalità organizzata ha arrecato grave pregiudizio agli interessi della collettività e ha determinato la perdita di credibilità dell’istituzione locale; Ritenuto che, al fine di porre rimedio alla situazione di graveinquinamento e deterioramento dell’amministrazione comunale di Anzio, si rende necessario far luogo allo scioglimento del consigliocomunale e disporre il conseguente commissariamento per rimuovere tempestivamente gli effetti pregiudizievoli per l’interesse pubblico e per assicurare il risanamento dell’ente locale.”
In tutta questa brutta storia sembra che la democrazia sia stata posta in attesa. I cittadini non hanno più punti di contatto e di riferimento; il Consiglio Comunale è sciolto e gli abitanti di Anzio non hanno la benché minima idea delle decisioni da prendere e delle discussioni che a tali decisioni portano; le commissioni comunali non esistonoper fare sentire il proprio parere e non esiste naturalmente la Giunta per cui i cittadini di Anzio non hanno più controparti con cui confrontarsi su fatti che riguardano la vita pubblica della città. Che questo, però, non suoni come difesa di comportamenti della politica e dei politici di Anzio con la quale e con i quali il sottoscritto ha avuto e manifestato netto dissenso fino allo scontro duro. Quello che rivendico è il diritto dei cittadini a restare controparte informata e vigile nei confronti dei loro amministratori e controparte critica e propositiva nei confronti degli eletti a rappresentarli.
Se l’andamento dell’attività comunale era stato compromesso da ingerenze della criminalità organizzata, se ciò ha creato pregiudizio ai miei interessi, se l’istituzione ha perso la credibilità al punto da annullarne il potere allora vorrei sapere in che modo, quali sono i danni e chi li ha commessi. Che fanno i Commissari?
Essi hanno il difficile compito di entrare negli ingranaggi arrugginiti di un’amministrazione contaminata dalla malavita per ridare vitalità e funzionalità alla macchina eliminando gli elementi che ne hanno addomesticato il funzionamento a fini diversi da quelli legali.
In una struttura organizzata in cui, per legge, ogni transazione economica, ogni appalto, ogni determina vengono autorizzate da dirigenti comunali, se ne deduce che sono anche questi che hanno subito l’azione inquinante di cui parla il decreto di scioglimento e che provvedimenti dovranno essere presi nei confronti di coloro che hanno deviato.
Non si hanno notizie su quanto succede, sulle modalità di risanamento che il Commissario di Anzio sta ponendo in atto e questo non lenisce il senso di angoscia che il testo del decreto di scioglimento ha causato in me e, credo, anche nei confronti dei cittadini che vivono la loro partecipazione alla vita comune in modo attivo ed informato. Se non emerge chi, quando e come ha subito l’influenza malavitosa nell’ambito comunale si corre il rischio che alle prossime elezioni amministrative, gli stessi personaggi, verranno rieletti con una forte maggioranza magari sbandierando la bandiera di martiri del sistema.
Ci vorrebbe più chiarezza, più informazione in merito alle ragioni per cui il Comune di Anzio ha subito il più grave ed umiliante provvedimento di legge e la convinzione dei cittadini sulla sua opportunità è un elemento essenziale a che il male venga eradicato, perché giova ricordare che sono i cittadini che hanno eletto il Consiglio Comunale ed il Sindaco. Sono i cittadini di Anzio che hanno eletto chi si è fatto pressantemente condizionare.
Sergio Franchi