Raggiunto l’accordo in Conferenza di servizi per la caratterizzazione
Inizia l’analisi di Sassi Rossi
Dopo oltre 30 anni dalla scoperta del sito inquinato, baricentrico rispetto ai nuclei abitati di Campoleone e Casalazzara, il Comune di Aprilia è pronto a effettuare la caratterizzazione di Sassi Rossi impiegando una parte delle risorse messe a disposizione dalla Regione Lazio. Dopo mesi di lavoro infatti, con la determinazione 13 dell’8 marzo scorso, il settore ecologia e ambiente ha ratificato la conclusione della conferenza dei servizi, alla quale hanno preso parte oltre al Comune e all’attuale proprietario del terreno, Regione, Arpa Lazio, Asl di Latina, Provincia e Prefettura di Latina. Un tavolo di lavoro complesso e articolato, lo scopo del quale era quello di stilare un esame preliminare dall’area che in futuro dovrà essere bonificata ed elaborare le modalità secondo le quali dovranno essere condotti carotaggi e campionamenti di terreni e acque.
Il primo obiettivo è stato centrato solo in parte, in quanto, come si evince dalla relazione tecnica che accompagna la determinazione, ad oggi è possibile solo presumere la qualità e la tipologia di rifiuti interrati nei primi anni ‘80 nella ex cava, su una superficie estesa 163 mq e a una profondità variabile tra i 15 e 3 metri. É certo che il sito ospiti rifiuti urbani mineralizzati, rifiuti pericolosi contenuti all’interno di fusti e che le operazioni di bonifica dovranno riguardare anche il terreno di copertura, ma la caratterizzazione servirà proprio per delimitare l’area dell’intervento, per stabilire con certezza la tipologia degli inquinanti e per capire se questi, attraverso i processi di lisciviazione e migrazione delle acque sotterranee, possano aver intaccato la falda “Tutta l’area – si legge nella relazione di 48 pagine - è interessata dall’interramento di rifiuti, questo determina l’impossibilità di conoscere specifici settori come fonte di contaminazione preferenziale. Ad oggi inoltre a causa della ricopertura dei rifiuti con il terreno , non risulta possibile discriminare l’area di studio in specifici settori sulla base delle locali specificità eventualmente osservate.
Dai dati disponibili è possibile riconoscere una condizione di rischio, ma non è possibile proporre specifiche sostanze contaminanti. Si ipotizza comunque la possibilità di formazione del percolato, probabilmente arricchito da sostanze varie lisciviate durante la percolazione”.
Informazioni per lo più raccolte dall’analisi della storia del sito, una ex cava utilizzata per l’estrazione del tufo, in funzione fino alla prima metà degli anni ‘80. Solo il 12 agosto 1984, a seguito di un principio di incendio che rilasciò un odore acre e nauseabondo, si venne a conoscenza del fatto che per sei anni presso il sito erano stati ubicati rifiuti di varia tipologia, ricoperti dalla proprietà solo negli anni successivi, ancora presenti il 16 novembre 1988, durante il sopralluogo della polizia provinciale, che rinvenne fusti contenenti oli esausti e sostanze tossiche oltre che rifiuti urbani. Un tentativo di intervento della pubblica amministrazione, con l’ordinanza del sindaco il 20 gennaio 1989, non servì a sanare una situazione rimasta invariata per 30 anni. Anni durante i quali è probabile che gli inquinanti abbiano continuato a muoversi interessando il terreno sottostante. La caratterizzazione, che prevede il sondaggio a carotaggio continuo di 5 diversi punti e il prelievi di 27 campioni di terreno e acqua , servirà a stabilire il volume dei rifiuti, individuare la presenza di percolato e dare un nome alle sostanze inquinanti riversate da anni nelle viscere della terra.
Nel frattempo, con la determinazione 18 del 16 marzo scorso, l’amministrazione ha già pubblicato l’avviso pubblico per l’indagine di mercato finalizzata a individuare operatori interessati a partecipare alle procedure per il servizio di indagini ambientali dirette e indirette e l’elaborazione dei dati. Per rispondere all’avviso, gli interessati in possesso dei requisiti meglio specificati negli allegati, avranno tempo fino al 4 aprile. Il costo per l’amministrazione dell’indagine preliminare è di 68 mila 261 euro.
Francesca Cavallin
Un progetto contro la violenza delle parole
Parole O_Stili
Dopo Comuni importanti come Milano, Torino, Firenze, Palermo, Bari, Padova, Lecce, Ferrara e altri ancora e varie figure politiche di spicco di varia estrazione, il nostro Ente firma convintamente su proposta della consigliera Ilaria Iacoangeli un Manifesto che riteniamo necessario per promuovere le buone pratiche che siamo chiamati ad attuare, Parole O_Stili.
Un progetto sociale di sensibilizzazione contro la violenza delle parole
Piazza Civica con il supporto della Giunta comunale prosegue il suo impegno nella diffusione della educazione civica, in questo caso specifico attualizzando il contesto in ambito social.
A presentare la delibera di Giunta è stato l’Assessore Elvis Martino che ringraziamo per il sostegno fin da subito ricevuto come anche dello stesso vice sindaco Lanfranco Principi.
Il Manifesto è una carta che elenca dieci princìpi di stile utili a migliorare lo stile e il comportamento di chi sta in Rete.
Il Manifesto della comunicazione non ostile è un impegno di responsabilità condivisa.
Vuole favorire comportamenti rispettosi e civili.
Vuole che la Rete sia un luogo accogliente e sicuro per tutti.
Ci sono molte priorità da curare, tra queste è necessario oggi abituarci tutti ad un utilizzo consapevole e misurato delle parole, educate e inclusive per quanti navigano in rete
Aumentano le connessioni, l’uso dei social che il periodo ci chiama ad utilizzare, non dimentichiamo che anche dietro uno schermo deve continuare a vincere il nostro senso di Umanità.
Il Manifesto è nato in rete, è per la rete, ma ricordiamoci che chi rappresenta la rete sono sempre le Persone.
Ilaria Iacoangeli
Consigliere Piazza Civica
Vice presidente
VI Commissione
Servizi Sociali, Sanità,
Ufficio casa, Pari Opportunità e Rappresentanza di genere,
Cilo, Pace.