Potenziato l’orario secondo le richieste degli studenti
Orario biblioteca
Il Comune di Aprilia potenzia l’orario di apertura della Biblioteca Comunale di Aprilia accogliendo le richieste dei giovani studenti che frequentano lo spazio. La struttura resterà aperta tutti i giorni dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18.50, senza più le restrizioni previste dall’emergenza sanitaria. Una notizia accolta favorevolmente dagli studenti, che attraverso un incontro avevano avanzato all’amministrazione la richiesta di modificare l’orario estivo per poter studiare un’ora in più.
“Con questo potenziamento - commenta il direttivo di Forum per Aprilia - si va incontro alle esigenze dei tanti ragazzi che giornalmente vivono quegli spazi e che volevano ampliare gli orari ristretti di accesso. Spazi, quelli della biblioteca, che a breve, vedranno partire anche una importante opera di ristrutturazione. Il Direttivo del Forum per Aprilia continuerà a dare il suo contributo, di concerto con i nostri amministratori locali: la biblioteca sarà sempre più accessibile e fruibile. Investire sulla cultura, significa investire sul futuro”.
Francesca Cavallin
Posta sotto sequestro dai Nas una struttura privata alla periferia di Aprilia
Pensione per cani abusiva
Una struttura privata alla periferia di Aprilia e nelle disponibilità di una donna che la gestiva come fosse un rifugio/pensione per cani, nei giorni scorsi è stata posta sotto sequestro dai Nas di Aprilia che nelle adiacenze dell’abitazione hanno rinvenuto 34 cani e 3 box e disposto il divieto di introdurvi altri animali. Un caso attenzionato dall’associazione Stop Animal Crimes Italia, fondata e presieduta da Antonio Colonna, che da oltre 20 anni porta avanti una battaglia contro il randagismo, cercando di stroncare il sistema dell’animalismo poggiato su strutture private senza controllo del pubblico.
“Abbiamo notiziato la Guardia di Finanza e il Sindaco di Aprilia - sottolinea in una nota stampa l’associazione Stop Animal Crimes Italia- affinchè venga accertato eventuale indebito guadagno e affinchè la struttura venga sgomberata con ordinanza idonea, mettendoci a disposizione per l’eventuale collocazione degli animali con l’aiuto di Associazioni e volontari seri e disinteressati.
Vigileremo affinchè tale realtà non abbia continuazione oppure assuma risvolti di legalità e continueremo per far comprendere - anche attraverso denunce - la necessità di invertire questa dannosa tendenza, per riportare l’animalismo dai Sindaci e nei canili, come dispone la legge e quale unica soluzione al randagismo che, infatti, da anni, cresce parallelamente al numero di associazioni locali e “volontari””.
Decine le associazioni che anziché collaborare con le istituzioni finiscono per sostituirsi ad esse, traendone un illecito guadagno.
“Il nostro movimento di denuncia - prosegue la nota dell’associazione - ha intrapreso una battaglia contro il fenomeno del randagismo, per contrastarlo alla sua radice. Attraverso sopralluoghi nei canili e incontri istituzionali siamo giunti alla sua radiografia del fenomeno e relativa soluzione. L’animalismo tutto ha addebitato le colpe del randagismo i Sindaci e ASL ignorando che il problema è la connotazione emergenziale dell’animalismo attuale e passato. Certamente i Sindaci, Polizie Locali e ASL non fanno repressione e nemmeno prevenzione attraverso i controlli, ma è anche vero che ciò deriva dall’assenza dell’animalismo, che invece di entrare nei canili per fare adottare i cani o allestire rifugi autorizzati e convenzionati per ospitare randagi o denunciare irregolarità o proporre soluzioni alla Pubblica Amministrazione deputata e fornire la propria “manovalanza”, ha costruito un sistema fuori dalle leggi ovvero una catena di più anelli:da chi preleva randagi senza segnalazione all’Autorità, alla microchippatura dei randagi delegata a privati, violando la regolare prescritta adozione/affidamento da parte del Comune, ad opera di veterinari compiacenti. I cani poi vengono collocati in strutture private abusive a pagamento, con utilizzo di staffette illecite, usufruendo del finanziamento di mamme a distanza, che donano senza domandarsi l’utilizzo effettivo del denaro, con versamenti su postepay private intestate agli “attori” del sistema summenzionato, generando un giro di affari di milioni di euro sconosciuti al fisco, destinati solo in parte agli animali. Strutture simili a quella sequestrata ad Aprilia, dove- conclude l’associazione- non è tanto il reato di maltrattamento l’illecito ma l’esercizio di rifugio e pensione senza le prescritte autorizzazioni sanitarie, edilizie, ambientali e fiscali, l’appropriazione indebita di cani del Sindaco e la truffa derivante dal ricevimento di donazioni da parte di chi, ignorando le leggi, ritiene si tratti di attività ricovero legale e non è. Il tutto in beffa alle leggi dello Stato, alla buona fede di molti donatori e tutti coloro che gestiscono rifugi e pensioni nel rispetto delle norme, simboleggiando quell’animalismo lontano anni luce dalla lotta al randagismo”.
Francesca Cavallin