L’appello del Corpo Forestale Volontari di Latina
Cercasi volontari
Il Corpo Forestale Volontari (Ecologica, Zoofila, Ambientale) ricerca volontari, è un Ente già presente in numerose regioni italiane e tantissime province che, attraverso l’opera volontaria dei suoi aderenti, svolge servizi di protezione e tutela in disparati settori che vanno dall’ecologia, all’ambito venatorio, all’ambito ittico, ai controlli inerenti la sicurezza urbana e, più estesamente, a tutto ciò che riguarda la sicurezza e la tutela delle persone e dell’ambiente. L’Ente è inserito attivamente anche nella Protezione Civile Nazionale cui viene prestata, in caso di necessità, l’opera delle guardie ambientali, ittiche e venatorie.
In ogni ambito di intervento lavora a stretto contatto e a supporto delle Forze di Polizia Nazionali e Locali e agli Enti Territoriali dello Stato.
Il Corpo Forestale Volontario opera nel pieno rispetto della normativa vigente nei diversi settori e in adempimento alle disposizioni che vengono impartite dagli organi dello Stato, non vuole sostituirsi a quest’ultimo e ai suoi Organi ma vuole diventare un utile ed efficace intervento che possa servire per rendere più efficaci e presenti gli interventi che questi già pongono in essere.
Per ulteriori informazioni si può mandare una email corpoforestalevolontario.latina@hotmail.com nome cognome e recapito telefonico.
Il Tar del Lazio sblocca l’istanza di condono negata alla proprietà di due capannoni
Terme di Fossignano
Il vincolo legato al rilascio della concessione mineraria per le sorgenti “blocca” lo sviluppo di altre attività poste nelle immediate vicinanze per timore che queste possano arrecare nocumento alla salubrità delle acque. A Fossignano però è accaduto l’inverso, una attività è riuscita a spuntarla contro la Regione Lazio, che aveva bloccato l’istanza di condono proprio in virtù del vincolo legato all’autorizzazione delle Terme di Santo Stefano.
Il Tar del Lazio infatti ha riscontrato carenze nell’istruttoria posta in essere dall’ente regionale e accogliendo il ricorso della società Fin Due Piemme, ha annullato il parere minerario negativo, che bloccava l’istanza di condono e di conseguenza eventuali progetti di sviluppo nei capannoni di proprietà.
Una decisione che non compromette le autorizzazioni già rilasciate alla Società Santo Stefano che intende realizzare un impianto termale a Fossignano, ma riaccende la speranza per i proprietari dei capannoni che hanno impugnato l’atto. Il privato è la società Fin Due Piemme risultano infatti proprietari di un fabbricato ad uso artigianale, costituito da due capannoni prefabbricati adiacenti a piano terra, delle dimensioni complessive di circa 578,00 mq, ricadente nella zona di protezione di cui alla delibera di Giunta Regionale n. 6254 del 14.10.1997, relativa alla concessione mineraria di sorgente d’acqua denominata “Santo Stefano”.
Un parere minerario impugnato perché ostativo del condono - chiesto dal 1976- di quei manufatti, tanto da impedirne vendita e futuro utilizzo. Dopo il sopralluogo, la Regione Lazio aveva bocciato l’istanza di condono, rilevando che i fabbricati apparivano fatiscenti ed in disuso, con la copertura realizzata in cemento amianto e posti a meno di 100 metri dalle sorgenti, ma pur motivando il parere negativo, non ha mai chiesto un contraddittorio alla proprietà, che ha presentato ricorso rilevando nella ricostruzione dell’ente una contraddittorietà e un travisamento dei fatti tale da determinarne l’illegittimità.
“Il ricorso è fondato - si legge nella sentenza del Tar del Lazio - e, come tale, deve essere accolto. Innanzitutto, per come si evince dalla domanda di condono in atti, il fabbricato oggetto di condono è stato ultimato nel 1976 e tale dato temporale non è stato contestato dalla Regione Lazio. Tale fabbricato risulta, quindi, essere stato edificato in epoca antecedente a quella in cui la Regione Lazio, malgrado l’insistenza del manufatto in parola, ha assentito la concessione mineraria denominata “S. Stefano”, giusta delibera di Giunta Regionale del 10.05.1977, n. 1977. Nel 1997 la Regione Lazio ha provveduto al rinnovo della concessione mineraria in questione, per la durata di anni 30 a decorrere dal 10.05.1997 (10.05.2027), estendendola alla coltivazione di acqua termominerale e, nel contempo, costituendo le “zone di protezione”“.
Oltre ad essere stati realizzati prima, ad oggi secondo il Tar non c’è nessuna risultanza che una volta posti in attività i capannoni avrebbero potuto recare nocumento all’attività mineraria. Per questo il parere minerario negativo è stato annullato e la Regione condannata a pagare 2000 euro per le spese legali ai ricorrenti.
Francesca Cavallin