Viste le vicissitudini passate il contratto andrà prima in Commissione
Rifiuti: verso il nuovo contratto
Il nuovo contratto di servizio della Progetto Ambiente per la raccolta e lo smaltimenti dei rifiuti urbani, ma anche per le attività collaterali quali la gestione dei servizi cimiteriali e la manutenzione del verde, approderà a breve in commissione per discuterne i dettagli prima dell’approvazione definitiva. Nel frattempo il 5 settembre scorso, il tema è stato oggetto di dibattito durante la riunione ristretta tra i componenti della maggioranza guidata dal sindaco Antonio Terra, che hanno voluto riunirsi e discutere prima di sviscerare le caratterisctiche del contratto in aula. Predisporre un nuovo contratto di servizio non è stata una operazione per nulla semplice, tenuto conto che i contratti sono in proroga ormai da 9 mesi. Dopo il caso degli affidamenti milionari senza gara d’appalto, per i quali è stato rinviato a giudizio l’ex amministratore della Progetto Ambiente Valerio Valeri e che ha comportato all’ente anche le rimostranze dell’Anac, l’ente si è rintrovato l’onere di dover rinnovare il contratto di servizio scaduto il 31 dicembre e prorogato una prima volta fino a luglio, poi ancora fino a settembre.
Un’attesa che, nelle more della predisposizione del nuovo contratto da parte della Progetto Ambiente, dell’amministrazione e sotto la supervisione della ditta incaricata di verificare la corretta applicazione del contratto, ha costretto l’ente a sborsare altri 3 milioni di euro a conguaglio di quanto già versato e previsto da contratto ( per un importo che supera i 12 milioni di euro). La speranza è di riuscire, attraverso un nuovo contratto e una razionalizzazione delle spese, a ridurre gli elevati costi annuali di gestione, che vengono sostenuti dagli utenti con il pagamento della tassa sui rifiuti.
L’adeguamento inoltre, raccoglierà i cambiamenti intervenuti negli ultimi anni e previsti nel prossimo futuro, dal passaggio al porta a porta alla futura introduzione della tariffa puntuale.
“A breve - assicura il sindaco di Aprilia Antonio Terra - porteremo il nuovo contratto di servizio della Progetto Ambiente all’attenzione della commissione Ambiente, poi andremo in Consiglio comunale per l’approvazione. Abbiamo rielaborato alcuni servizi gestiti dalla partecipata, verranno apportate delle modifiche e la dirigenza sta definendo il nuovo piano industriale. Il contratto in essere è scaduto a fine anno, quello che andremo a definire avrà durata quinquennale”.
Dopo nove mesi di attesa e con i riflettori sempre puntati sulla partecipata per le irregolarità ora riscontrate anche dall’Anac, anche l’amministrazione ha avvertito l’urgenza di procedere con l’approvazione di un contratto partorito a fatica, ritenendo più prudente discuterne in una riunione ristretta prima di portarlo all’attenzione della massima assise.
Francesca Cavallin
Il caso sollevato dall’Anac, che ha certificato una violazione della normativa a carico della Progetto Ambiente per aver proseguito per anni con gli affidamenti diretti del servizio di noleggio dei mezzi necessari a portare avanti la raccolta differenziata, invece che prevedere una gara di appalto necessaria visti i costi milionari, riaccende l’attenzione sulla gestione della partecipata del Comune di Aprilia. Ente che ha la facoltà di scegliere se procedere con la costituzione di parte civile, in quanto parte danneggiata, nell’ambito del processo in cui l’ex amministratore della Progetto Ambiente Valerio Valeri dovrà rispondere dell’accusa di abuso d’ufficio continuato. Valeri, secondo il Pm e il GIP che ha deciso sul rinvio a giudizio, avrebbe commesso quel reato nel periodo tra il 2014 e il 2020 avrebbe continuato a erogare il servizio di noleggio dei mezzi d’opera con affidamenti diretti sottosoglia di breve durata, ma continuativi nel tempo, sempre a favore della stessa ristretta rosa di ditte, senza mai pensare fino al 2021 di indire una gara di appalto per un servizio arrivato a costare oltre 1 milione 500 mila euro l’anno. Se la gara fosse stata fatta il servizio sarebbe costato di meno? Un interrogativo che l’Anac non si è posta, rimarcando invece che l’assenza di programmazione ha comportato una violazione della normativa che impedisce di frazionare incarichi o prestazioni di servizi solo per evitare la gara, andando così a minare le regole della libera concorrenza. Al contrario secondo il sindaco di Aprilia Antonio Terra, si tratta di un nodo cruciale, decisivo per scegliere se il Comune si dovrà costituire parte civile o meno.
“Abbiamo girato tutti gli atti al segretario comunale - sottolinea il Primo Cittadino - e certamente l’argomento verrà affrontato a settembre in consiglio comunale, quando andremo a discutere anche del nuovo contratto con la partecipata. Approfitterò di queste settimane per avere un resoconto dettagliato di quanto abbiamo speso in più quando procedevano con gli affidamenti diretti, rispetto al periodo successivo alla gara d’appalto. Il reato di abuso d’ufficio si sostanzia con danno economico, che non riteniamo sia stato subito dall’ente”.
Insomma, neanche le considerazioni dell’Anac riescono a far cambiare idea al Sindaco, che promette comunque di discutere il caso in maggioranza e in consiglio prima di una decisione nel merito.
Del resto, oltre all’aspetto meramente economico della vicenda, dopo la gara d’appalto qualcosa è cambiato, perché quanto al servizio di noleggio dei mezzi d’opera oggi lavorano per il Comune ditte diverse rispetto alle 5 destinatarie degli affidamenti diretti proseguiti dal 2014 in poi. L’unico operatore che apparteneva alla rosa di ditte scelte senza gara che ha provato a partecipare al bando, è stata esclusa in prima istanza per assenza dei requisiti necessari.
Francesca Cavallin
Per la gestione degli appalti alla Progetto Ambiente, affidati sempre alla stessa ristretta rosa di ditte del settore per importi milionari, ma frazionati per poter evitare la gara, ora anche l’Anac bacchetta il Comune di Aprilia, rilevando non solo anomalie ma anche il mancato rispetto della normativa vigente. Il caso, per il quale è stato riviato a giudizio con l’accusa di abuso d’ufficio l’ex amministratore unico della partecipata di via delle Valli Valerio Valeri, è finito all’attenzione dell’Autorità nazionale anticorruzione a seguito dell’esposto prodotto il 13 maggio 2021 dalla MTS SRL, impresa attiva nel settore della logistica dell’intermediazione e del trasporto dei rifiuti, che ha posto in evidenza il modus operandi portato avanti dalla partecipata anche prima del 2015, ma che nel 2016, quando il porta a porta è entrato a pieno regime in tutte le zone della città di Aprilia, ha reso lampante l’anomalia dettata dalla consuetudine di procedere per il servizio di noleggio dei mezzi d’opera con affidamenti diretti per evitare la gara di appalto, nonostante gli affidamenti diretti sotto la soglia dei 40 mila euro portassero alla fine dell’anno ad una spesa milionaria. solo per riportare l’esempio proposto dall’Anac all’interno della delibera 378 del 27 luglio 2022, per l’anno 2016 la One Group ha ottenuto affidamenti diretti per 272 mila 700 euro, rinnovati nei mesi ma spacchettati di volta in volta per restare al di sotto della soglia dei 40 mila euro, oltre la quale bisogna procedere con la gara d’appalto. Stesso discorso che, come ricostruito dall’Autorita’ anticorruzione, è stato applicato alle altre ditte prescelte, la OML srl, Ecoservice Spa e Gorent e lo stesso modus operandi è proseguito fino al 2021. A nulla è valso il tentativo della società di controdurre in fase di istruttoria, ritenendo che “gli affidamenti diretti non devono intendersi come frazionamento dell’appalto, poichè gli stessi hanno riguardato fornitori diversi per tipologie diverse di mezzi”, in quanto per Anac è vietato il frazionamento dell’appalto che ha l’intento di spezzettare il valore complessivo con un numero di commesse dal valore contenuto e la Progetto Ambiente oltre a dispendiosi errori di programmazione, ha bypassato procedure volte a garantire il rispetto della concorrenza e la partecipazione dei vari operatori economici ed ha tenuto un operato non conforme al decreto legislativo 50/2016, portando avanti un anomalo susseguirsi di affidamenti di durata mensile per lo stesso servizio e a favore degli stessi operatori economici.
“Nel merito dell’esame della memoria prodotta dalla società - conclude l’Anac - l’autorità ritiene di confermare le coclusioni esposte nella Cri, pertanto non può essere condivisa la motivazione addotta dalla società relativa alle difficoltà incontrate nella programmazione del servizio a causa dell’estensione territoriale, sia perchè ciò non giustifica la mancata indizione di una procedura di gara per oltre un triennio, sia perchè tale assunto non trova supporto nel codice dei contratti che invece espressamente prevede strumenti di gestione delle sopravvenienze”.
L’Anac dunque non solo ha riscontrato violazione della normativa, ma all’ente non ha neppure riconosciuto la buona fede, sottolineando anche che “con riguardo alla diversità di fornitori e mezzi impiegati, le argomentazioni non sono accoglibili, in quanto si rileva che è il singolo affidamento frazionato su base temporale verso lo stesso operatore economico che, se non fosse stato spezzettato, avrebbe determinato un valore dell’appalto sopra la soglia. Infine, diversamente da quanto riportato dalla società - conclude - si ritiene non rispettato il principio di rotazione vista la ricorrenza dei singoli affidamenti, per singolo bene, in capo allo stesso operatore economico”.
Francesca Cavallin