Per finire il manufatto, finora solo chiacchiere
Teatro a pezzi
Caro Direttore, dottor Capriotti,
Quotidiani come Il Messaggero (Moira Di Mario, sabato 2 gennaio 2021), nonché riviste e periodici (compreso il suo Il Pontino nuovo, numero scorso), hanno dato la notizia dell’avviso pubblico, da parte della Amministrazione comunale di Pomezia, perché “operatori economici qualificati” si decidano finalmente a dare una mano “per il completamento dei lavori e la gestione” del nostro teatro. Notizia che ancora una volta provoca in noi - che da sempre ci siamo battuti perché il teatro si realizzasse – gioia e avvilimento; un contrasto, insomma, che proviene da speranze e delusioni non nuove, verificatesi più e più volte e sempre, purtroppo, con risultati avvilenti; una specie di stop and go (oggi, caro Direttore, non sappiamo più esprimerci usando solo la nostra splendida lingua; grazie all’esempio dei nostri politici nazionali “detto questo” e ai mass media ammalati di provincialismo e di esterofilia , tutti stiamo affogando nell’inglese porridge!) di entusiasmi e scoramenti. Così, abbiamo timore di intitolare, anche stavolta, “Una gran bella notizia” - come fatto su queste stesse pagine de Il Pontino nuovo del 16/31 ottobre 2019 -, perché, da allora, son trascorsi tredici mesi abbondanti senza che per il teatro di via Virgilio si movesse foglia. O meglio, qualche foglia reale s’è mossa, visto che di erbe e di cespugli selvatici, nel frattempo, ne son cresciuti a iosa, invadendo anche l’interno dello scheletro; c’è persino la pianta di un fico, ramificata e alta più di due metri, segno di negligenza e di lungo abbandono (si può ammirare la bella pianta di fico dal marciapiede di via Fratelli Bandiera). Le colonne di cemento incominciano a rivelare i segni del tempo e, se non si corre sveltamente ai ripari, finiranno con il non servire più e la necessità di essere abbattute. Sì, perché anche le strutture di cemento si logorano sotto il sole e la pioggia; sole e pioggia che effettuano su di esse, quando rimangono a lungo scoperte, tensioni continue, continui stop and go che finiranno col comprometterle. Invitiamo, chi volesse sincerarsene, chi volesse rendersene conto de visu, a dare uno sguardo sostando sulla rotonda di via Virgilio – senza, cioè, la necessità di entrare nel manufatto -: costaterà come tutto sia annerito e in qualche punto anche scorticato, segno che umidità e calore (sole e piaggia, stop and go) stanno costantemente conducendo il loro silenzioso logorio. C’è di più; c’è che i due brani di vecchio Consorzio, inglobati nella nuova struttura, stanno perdendo il tetto, giacché le tegole son tutte maciullate, non si sa se dalle intemperie, o dallo scorrazzare di giovinastri che qualche volta vi si arrampicano, o dagli imbecilli imbrattatori di muri che hanno sporcato anche la parete della sala che dovrebbe ospitare il palcoscenico. Questi brani dell’ex Consorzio agrario appaiono oggi così logorati e ingrigiti che, forse, sarebbe bene abbatterli del tutto e riqualificare l’ambiente che li contiene.
Allora, Caro Direttore, forse è meglio che si consideri la notizia un ennesimo avanzare e fermarsi, o, meglio, un avanzare e indietreggiare, un rimanere sempre allo stesso punto a logorarsi; abbiamo deciso, stavolta che esulteremo e scriveremo di bella notizia solo quando e se ne vedremo fervere i lavori.
Domenico Defelice
Il neroniano Massimo Manzo ha realizzato due importanti opere a Pomezia
Lo scultore degli angeli
Lo scultore Massimo Manzo, artista di fama internazionale residente ad Anzio, è presente a Pomezia con due importanti opere: una dedicata ai Martiri di Nassiriya (2005) collocata in piazza San Benedetto; l’altra è il Monumento ai caduti di tutte le guerre (2008) posizionata nel giardino Petrucci di piazza Indipendenza. Due bellissime sculture che fanno parte del patrimonio artistico della nostra città.
Abbiamo contattato questo importante artista a cui abbiamo rivolte alcune domande:
- Quando è diventato scultore e perché?
“La mia professione di artista è dentro di me da quando ero piccolo. Crescendo con l’età, innamorato di arte, l’ho affinata prima come hobby; poi, da circa 25 anni, come scultore, affermandomi”.
- Quale è stato poi il suo percorso artistico?
“Sono autodidatta, ho iniziato con corsi di scultura, e la scuola libera del nudo, per alcuni anni a Roma. Ho insegnato dei corsi di scultura nelle scuole elementari a Roma, e tutt’ora insegno corsi privati di scultura”.
- Perché la chiamano “Lo scultore degli angeli?
“Sono molto credente. Sono convinto che ci sia un angelo vicino a me che mi guida nella realizzazione delle mie opere”.
- Come è arrivato a realizzare due opere a Pomezia?
“Ho partecipato a due bandi di concorso indetti dal Comune di Pomezia”.
- Me le può descrivere singolarmente?
“Il Monumento ai caduti di Nassiriya: raffigura un angelo che accompagna i caduti nell’ultimo viaggio e, contemporaneamente, l’ho realizzato raffigurandolo sulle macerie della strage.I l Monumento ai caduti di tutte le guerre: raffigura un soldato con una divisa storica, volutamente senza armi, che ha combattuto per la pace e la libertà dei popoli”.
- Pomezia è un centro di ricerca internazionale sia nel settore farmaceutico che in quello aereospaziale. Se dovesse realizzare una scultura per rappresentare queste importanti peculiarità della città, quale idea svilupperebbe?
“Conosco bene Pomezia e il suo territorio. Sicuramente, avrei in mente un’opera, ma questa mia idea non posso naturalmente ora esplicitarla. Nel mio lavoro, le idee, e le opere, possono essere copiate e fatte proprie”.
L’auspico quindi è che in un futuro prossimo qualche altra opera del maestro Massimo Manzo abbellisca la nostra città.
A.S.
Degrado e pericolo
Ci è stata segnalata in via Don Luigi Sturzo, nel quartiere Nuova Lavinium, questa cabina attaccata al recinto del Liceo Pascal proprio su strada, da anni in un evidente stato e di degrado e di pericolo. Cosa si aspetta ad intervenire?
T.R.