Il presidente del sodalizio Giacomo Castro ci illustra le battaglie portate avanti per il territorio
Latium Vetus è una voce libera
Giacomo Castro fondatore e presidente dell’Associazione Latium Vetus. Questa associazione è impegnata fin dalla nascita avvenuta nel gennaio del 2012 per la tutela del patrimonio locale, del paesaggio e dell’ambiente della Campagna Romana e più in generale dei territori dell’Antico Lazio, di cui Pomezia è parte centrale.
Essa persegue la protezione, la conservazione, la valorizzazione e la conoscenza dei beni culturali e paesaggistici presenti nell’Agro Romano.
- Castro la prima volta che ci siamo conosciuti lei era impegnato a tutelare Torre Maggiore. Attualmente come è la situazione?
“È molto positiva! Come molti sapranno, nel 2017 Associazione Latium Vetus è riuscita ad ottenere dalla Soprintendenza l’apposizione di un vincolo paesaggistico sulla campagna di Pomezia ed Ardea intorno a Torre Maggiore. Vincolo che abbiamo difeso fino alla definitiva conferma, alla fine del 2019, del Consiglio di Stato. Con quel vincolo abbiamo garantito la tutela di quell’ambito territoriale di Pomezia, impedendo così la realizzazione di ben due centrali di rifiuti, ovvero la ‘Cogea’ e la ‘Suvenergy’. Nel 2020 abbiamo firmato una convenzione con la Soprintendenza per la tutela del complesso medievale di Torre Maggiore e abbiamo collaborato alla redazione del progetto tecnico preliminare di restauro. Do un’anteprima assoluta! I lavori del progetto preliminare di restauro sono ormai terminati ed il Ministero, poche settimane fa, ha approvato lo stanziamento di 300 mila euro per la messa in sicurezza della torre! Continueremo a collaborare con l’ente statale affinché in uno o due anni possano avere inizio i lavori e non si perda per sempre un patrimonio monumentale inestimabile che per troppi decenni è rimasto nell’oblio”.
- Il vostro impegno insieme all’Associazione La Lente per riconoscere il carattere pubblico delle strade del Borgo è stato alla fine mi sembra vincente. Ora però è tutto fermo. Come mai?
“Le cause giudiziarie stanno procedendo. Finora le pronunce dei giudici hanno sempre riconosciuto la validità delle nostre tesi; Associazione Latium Vetus ha denunciato pubblicamente per molti anni la natura pubblica delle strade di Pratica di Mare nell’inerzia delle istituzioni locali e anche adesso, la questione è ferma perché il Comune di Pomezia non fa valere i diritti della collettività. Mi spiego meglio. Il dirigente all’urbanistica ha emesso dall’ottobre 2019 ad oggi, una decina di ordinanze per la riapertura delle strade del borgo.
Negli ultimi mesi, nonostante le tre pronunce favorevoli dei giudici, il dirigente, anziché dare corso a quanto ordinato – e avallato dal tribunale! – ha emesso una nuova ordinanza, poi prontamente impugnata dalla società Nova Lavinium, e così si dilaziona l’attesa. L’ultima ordinanza è scaduta a dicembre 2020! Cosa aspetta il Comune di Pomezia a rimuovere le transenne? Non è tutto! Mentre il dirigente, tramite le ordinanze, ha ribadito la natura pubblica delle strade di Pratica di Mare, nella causa civile presso il Tribunale di Velletri, il Comune di Pomezia, rappresentato dall’avvocato Luigi Leoncilli, continua a chiedere la nomina di un consulente tecnico per accertare se quelle strade siano o meno strade ad uso pubblico! Sembra che il Comune segua linee diverse in contrasto l’una con l’altra. È semplicemente grottesco ed inaccettabile”.
- In questo ultimo periodo siete impegnati a contrastare la lottizzazione ex Tacconi. Quali i motivi?
“La zona di Campo Selva è una delle aree verdi di maggior pregio di Pomezia, non a caso è situata vicino Pratica di Mare. In particolar modo, questa lottizzazione si collocherà tra il parco archeologico dell’antica Lavinium e la piana della bonifica costiera di Torvajanica, accanto al geosito preistorico dei laghetti della ex cava Tacconi. La realizzazione di 140 mila metri cubi di cemento sconvolgerà per sempre quell’area. Sarà un ghetto sociale? Una specie di ‘Corviale’ alle spalle del quartiere La Macchiozza?
È infatti previsto l’insediamento di oltre 1700 abitanti in un’area priva di servizi… queste persone graviteranno tutte sulla via del Mare! Non a caso, nel 2016 le criticità di questo piano portarono a votare in consiglio il suo annullamento; oggi però è lo stesso Movimento 5 Stelle di Pomezia, con in testa il Sindaco, a votare l’annullamento dell’annullamento! Come Associazione Latium Vetus abbiamo impugnato al TAR Lazio la delibera del consiglio comunale e presto daremo avvio ad una raccolta firme…abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti i cittadini per difendere il territorio”.
- Avete fortemente contestato la scelta del Comune sulla costosa iniziativa del murale alla biblioteca. Perché?
“Per una questione di priorità e di coerenza. Il Comune di Pomezia ha sborsato per questa operazione 73 mila euro, prelevandoli in parte dal capitolo di spesa per la ‘valorizzazione del turismo’. Secondo voi, il turismo locale avrebbe beneficiato di più da questa operazione oppure dal recupero di quei siti archeologici e monumentali, come Torre Maggiore a Santa Palomba, la villa romana di Via Siviglia a Torvajanica e il sito del Sol Indiges a Campo Ascolano, che giacciono da anni in condizioni deplorevoli. Il Comune di Pomezia non ha mai speso nemmeno un euro per questi siti, oggi però corrisponde 30 mila euro ad un solo street artist e contemporaneamente oltre 24 mila euro per la consulenza di una fondazione privata, per realizzare, tra le varie cose, un’opera così impattante a ridosso del nucleo di Fondazione di Piazza Indipendenza”.
-Come mai lei non è riuscito mai ad andare d’accordo con le amministrazioni grilline?
“Non la metterei così. Associazione Latium Vetus collabora positivamente, ad esempio, con l’amministrazione comunale di Ardea.
Non è una questione legata al partito ma all’assenza di visione che caratterizza l’amministrazione locale di Pomezia. A Pomezia ci sono, piaccia o no, problemi molto seri e strategici, che le amministrazioni degli ultimi vent’anni non hanno saputo (né in molti casi, voluto) affrontare. Dopo la fine dei finanziamenti della Cassa del Mezzogiorno (ormai decenni fa!) Pomezia non ha più saputo identificare una visione del proprio futuro. Non stiamo investendo su nulla.
Parliamo di turismo mentre il patrimonio culturale è in totale abbandono, parliamo di ambiente e continuiamo a consumare suolo, parliamo di mobilità e le nostre strade sono fatiscenti, parliamo di lavoro ed aumentano i capannoni abbandonati, mancano servizi e infrastrutture e continuiamo a costruire centri commerciali. Siamo allo sbando.
Pomezia ha bisogno di soluzioni serie ai propri problemi. Per noi questo è importante. Dov’è il sindaco? Dove sono gli assessori (che in questi tre anni non ci hanno mai nemmeno ricevuto)? Lo dico con preoccupazione, se Pomezia non pone oggi le basi del proprio futuro, il futuro non arriderà a Pomezia”.
A.S.