Le falde acquifere di Pomezia contengono Cromo VI
Acque inquinate
In questi giorni torna alla ribalta la questione dell’inquinamento delle falde acquifere di Pomezia. Ed in particolare l’area interessata è quella dello stabilimento Leonardo sulla Via del Mare a Pomezia.
“Da oltre un decennio – riporta il sito GreenMe -, l’impianto situato in via dell’Industria 4 a Pomezia è al centro di un processo di bonifica avviato dopo che l’azienda si è autodenunciata alla Regione Lazio per l’inquinamento delle falde acquifere causato dai suoi impianti produttivi. Era il 2013 quando Leonardo, in ottemperanza a un obbligo di legge, avviò le procedure di bonifica del sito, cercando di contenere l’inquinamento e fermare il flusso di sostanze pericolose, come il cromo VI, nelle acque sotterranee. Ma nonostante gli anni passati e i numerosi interventi, i risultati sono tutt’altro che positivi. A distanza di dodici anni, i livelli di contaminazione nelle falde rimangono al di sopra dei limiti di legge, sollevando preoccupazioni che vanno ben oltre il semplice aspetto tecnico della bonifica”.
Ma ancora oggi non si sa nulla degli interventi che sarebbero stati adottati per far fronte a questa emergenza. I cittadini sono all’oscuro di una circostanza che invece doveva essere di dominio pubblico e relativa alla salute ed al benessere della cittadinanza.
“In questi anni Arpa Lazio ha continuato a monitorare la situazione – sottolinea ancora il sito GreenMe -, ma la persistenza di questi inquinanti ha messo in evidenza l’insufficienza delle tecniche finora impiegate per la bonifica. Il fallimento definitivo è stato sancito proprio in questi giorni dalla Conferenza dei Servizi che si è svolta nel marzo 2025, quando l’analisi dei rischi presentata da Leonardo è stata bocciata e sono stati sollevati forti dubbi sulla qualità degli interventi adottati fino a questo momento. In sostanza, ciò che emerge anche dai documenti del Comune di Pomezia è che l’azienda, nonostante i numerosi interventi di depurazione e monitoraggio, non è riuscita a fermare il flusso di contaminazione e ha addirittura continuato, consapevolmente o meno, a inquinare l’ambiente circostante. Il trattamento delle acque reflue industriali, eseguito con il sistema “pump and treat”, che prevede il pompaggio e il trattamento delle acque inquinate, non ha avuto gli effetti desiderati. La contaminazione, infatti, persiste a livello preoccupante, compromettendo gravemente le risorse idriche della zona”.
“La Regione Lazio – scrive Simona Falasca sul sito GreenMe - ora è chiamata a fare chiarezza, a rispondere alle legittime preoccupazioni dei cittadini e a prendere in mano la situazione, perché questo tipo di disastro ambientale non può più essere ignorato. È fondamentale che le istituzioni intervengano con decisione, poiché la trasparenza su questi temi è essenziale per evitare che si ripeta una situazione simile a quella che ha caratterizzato altri siti industriali in Italia, a partire proprio dall’Ilva di Taranto”.
S.Me.
Dopo 13 anni in Cina è uno dei massimi esperti in automazione per le aziende
L’ingegner De Palo è tornato
Oggi abbiamo il piacere di intervistare Leonardo De Palo, un pometino che ha trascorso ben 13 anni in Cina, portando con sé un bagaglio di esperienze internazionali davvero unico. Il suo percorso professionale è affascinante: dai pionieristici anni dell’informatizzazione con IBM, dove ha contribuito all’introduzione dei grandi mainframe in aziende chiave del nostro territorio come Litton, SigmaTau, Procter & Gamble, Abbot e Massey & Fergussìon, fino allo sviluppo di tecnologie avanzate come la prima stampante a colori IBM prodotta qui a Pomezia. La sua carriera lo ha poi visto protagonista nello sviluppo dell’elettronica per i sistemi di previsioni meteo satellitari della RAI e nella sicurezza delle reti in fibra ottica e satellitare per l’Alta Velocità delle Ferrovie dello Stato. Ma Leonardo non si è fermato qui: tornando a Pomezia ha introdotto l’uso dei Personal Computer nel tessuto comunale e privato, per poi spaziare dalle Laser card per l’Arabia Saudita alla stampa automatica di Compact Disc, fino a ricoprire ruoli di responsabilità in SKY e nella svizzera EuroNovate, dove ha lavorato sui prototipi per l’acquisizione della firma elettronica. Un viaggio professionale intenso e ricco di sfide, culminato con la sua lunga permanenza in Cina, dove ha ideato e realizzato sistemi di automazione usati da Huawei e Samsung.
- Dr. De Palo, ci può raccontare più nel dettaglio di cosa si occupa attualmente?
“Mi definisco un “artigiano dell’automazione non convenzionale”. Immaginate quei processi produttivi manuali, ripetitivi, che si vorrebbero automatizzare ma per cui non esiste un robot standard. Il mio lavoro è analizzare a fondo questi processi per ideare, progettare e realizzare prototipi meccanici, elettronici e software che trasformino compiti ripetitivi in operazioni automatizzate eseguite da robot “su misura”. La vera innovazione è che questi robot sono realizzati a costi contenuti e gestibili da chiunque tramite Windows, un vantaggio significativo per le piccole e medie imprese che desiderano automatizzare”.
- Perché questa scelta di andare a lavorare in Cina?
“Inizialmente, la Cina non era nei miei piani lavorativi. Durante la mia esperienza in Svizzera, entrai in contatto con aziende cinesi che, pur essendo all’avanguardia, non avevano figure con la mia esperienza, iniziando un corteggiamento a cui diventò impossibile resistere.
Lì mi sono dedicato alla risoluzione dei problemi di qualità, diventando poi il CTO di quell’azienda con 4.000 dipendenti, riuscendo a portare la difettosità quasi a zero e automatizzando molti processi chiave”.
- Cosa l’ha spinta a rientrare a Pomezia?
“Il desiderio di stare più vicino ai miei figli, nel frattempo rientrati in Italia, è stata la spinta principale al mio ritorno in Italia. Qui ho deciso di portare una ventata di innovazione nel mondo dell’automazione per le piccole e medie imprese, sfruttando la mia esperienza decennale e i contatti cinesi, attraverso un progetto OPEN SOURCE che rende l’automazione incredibilmente semplice da implementare, gestire e realizzare, il tutto a costi finalmente accessibili.
Ho coinvolto i miei amici del team Theremino (www.theremino.com) per sviluppare un sistema di programmazione e gestione di bracci robotici a basso costo. Investendo i miei risparmi, ho realizzato oltre una dozzina di prototipi fino a ottenere un sistema estremamente semplificato per programmare il movimento dei bracci robotici. La vera innovazione sta nel non dover necessariamente conoscere Linux, ROS (Robot Operating System), PLC o altre complesse tecnologie tipiche dell’automazione industriale. Il mio sistema si basa su Windows e su concetti basilari elementari: se si sa usare Word, Excel e inviare/ricevere email, si hanno già le competenze necessarie per programmare e gestire i miei robot. Questo significa che chiunque, anche senza esperienza specifica in automazione – come un responsabile di produzione desideroso di migliorare la qualità, ridurre i costi ed eliminare lavori ripetitivi – può raggiungere questi obiettivi con operazioni semplici e un investimento contenuto.
Ho spiegato come funziona sul canale Theremino di YouTube: https://www.youtube.HYPERLINK “https://www.youtube.com/@TWinGo_arm”com/@TWinGo_arm. Infine, rientrare in Italia e in particolare a Pomezia dove ho vissuto per molti anni è stato molto piacevole, soprattutto per la gioia di rivedere vecchi amici e constatare i miglioramenti della città”.
A.S.