c’è un percorso per quanto riguarda questo tema delle occupazioni che purtroppo riguarda anche proprietà comunali, riguarda le proprietà di Roma, un percorso che ripartirà presto attraverso la Prefettura, perché c’è l’esigenza di ristabilire la legalità di questo territorio. Un territorio per la maggior parte legale, c’è tanta gente che vive e opera. Noi come amministrazione abbiamo investito tanto in questo quadrante, abbiamo realizzato una scuola, abbiamo costruito la mensa dei poveri, centro anziani, il parco e riqualificato una piazza grazie al finanziamento del Ministero degli interni. Mi auguro che faremo altri interventi per sanare altre situazioni simili”.
20 ANNI PER UNA CASA, EMOZIONE E LACRIME
Dopo gli interventi delle istituzioni, tanta emozione e lacrime da parte degli assegnatari, ai quali sono state consegnate le chiavi degli appartamenti. Tra di loro, c’era chi per anni ha dovuto adattarsi a vivere in un camper o all’interno di un modulo prefabbricato, pur avendo presentato da 25 anni la richiesta per una casa popolare; chi pur di avere un tetto sopra la testa, in attesa di una risposta da parte delle istituzioni, ha trasformato un garage in un focolaio accogliente dove poter crescere i figli e ancora chi ha pagato un affitto per mesi, mentre altri godevano abusivamente di case sottratte con la prepotenza. Storie di ordinaria disperazione, quelle celate dietro i nomi e gli sguardi commossi degli otto nuovi inquilini dello stabile Ater di via Londra. Quelle chiavi consegnate dalle autorità presenti alla cerimonia di riconsegna degli immobili tornati liberi, per la comunità sono il simbolo della legalità ripristinata; per molti dei nuovi inquilini, rappresentano la possibilità di alzare la testa e risollevarsi dopo anni di una vita tutta in salita. Sentimenti raccolti nelle lacrime liberatorie di Nosa, che con la moglie e i tre figli ha dovuto adattarsi a vivere in un seminterrato, fino a ieri, quando dopo quasi dieci anni di attesa, la casa tanto desiderata è arrivata.
“Sono felice, oggi è una giornata buona” - ha sospirato tra le lacrime,stringendo tra le mani quelle chiavi colorate, quasi fossero un portafortuna. La fine di un calvario anche per Graziella. L’attesa di una casa è durata 25 anni, anche se solo da dieci risulta iscritta nelle graduatorie aggiornate dal Comune di Aprilia. Mezzo secolo ad aspettare un alloggio dall’Ater per lei ha voluto dire vivere in un alloggio di fortuna, mentre nel frattempo per chi non è mai stato iscritto in quelle graduatorie, spesso una soffiata bastava a prendersi con la forza ogni alloggio tornato libero.
“Dovrò aspettare ancora qualche giorno - ha dichiarato - ma sono felice di poter intanto vedere la mia casa, poter prendere le misure, pensare a come arredarla. Davvero è la fine di un incubo”.
Un brutto sogno durato meno del previsto per il signor Aldo, in coda solo da tre anni. 36 mesi tutt’altro che semplici, trascorsi a combattere contro un male che spesso non lascia scampo, ma che nel suo caso non è riuscito a togliergli nemmeno il sorriso.
“Mi sono stupito - ha ammesso dopo la consegna delle chiavi - che ci sia voluto meno tempo del previsto. Sono stati anni difficili, durante i quali ho subito sei interventi, per questo da Roma mi sono trasferito ad Aprilia, in affitto alla periferia nord, per aver vicina mia sorella e la mia famiglia. Ammetto che, vedendo alcuni video su youtube che riguardano questo quartiere, ho avuto un pò paura. Confido però nelle istituzioni e spero che presto arrivi anche in questa zona un presidio delle forze dell’ordine”.
Una preoccupazione legittima, perchè anche in un quartiere prevalentemente sano, come sottolineato ieri dal questore di Latina, dietro al cono d’ombra delle occupazioni abusive possono nascondersi mire criminali che puntano al controllo del territorio. Altre volte si occupa per disperazione, un sentimento comprensibile ma che non si può giustificare se non nell’alveo della legalità.
RITORNO ALLA LEGALITA’: I NUMERI DELLE CASE DA LIBERARE
Dopo la stipula nel 2016 del Protocollo d’intesa tra l’Ater e la Questura per la prevenzione e il contrasto alle occupazioni abusive degli alloggi popolari, l’ingranaggio della legalità, inceppato da anni di inerzia e dalle difficoltà del percorso, ha ripreso a lavorare a pieno ritmo. E i risultati sono ben evidenti nei numeri ufficiali che l’Ater stessa ha fornito per fare il punto della situazione. A quattro anni dalla sottoscrizione di quel protocollo infatti a Latina 18 alloggi sono stati sottoposti a sequestro e riassegnati; 14 sono rientrati nella disponibilità di Ater a seguito di procedure varie veicolate in collaborazione con la Questura. Anche ad Aprilia 6 immobili sottoposti a sequestro sono stati riassegnati, altri 3 sono tornati nella disponibilità di Ater. Soprattutto nel 2018 si è registrato un brusco calo dei casi di occupazione abusiva e ad oggi in via ordinaria si è potuto provvedere a riconsegnare una media annua di 120 alloggi.
Gli alloggi ancora occupati in tutta la Provincia di Latina sono 366, di cui 120 situazioni sanabili. Le situazioni non sanabili sono solo il 3% contro la media nazionale del 9,3%, considerato che Ater Latina gestisce un patrimonio di 7090 immobili.
Francesca Cavallin