Le roventi critiche di Andrea Ragusa attivista dei Grillini Apriliani e Cittadini Pentastellati sulle difformità rispetto alle norme
Ad Aprilia una pista ciclabile con ostacoli
La pista ciclabile come un percorso ad ostacoli, l’ultimo in ordine di tempo posizionato sul tracciato in prossimità della chiesa l’armadio ripartilinea posizionato da Open Fiber, società che sta lavorando in centro per incentivare le infrastrutture per la linea internet veloce. A porre l’accento su questo nuovo inconveniente, che rischia di minare la funzionalità stessa dell’opera realizzata grazie ai fondi del Plus per un costo di 550 mila euro, Andrea Ragusa, attivista dei Grillini Apriliani e Cittadini Pentestellati.
“Ci fu una grande esultanza quando Aprilia si aggiudicò i fondi europei – spiega Ragusa – progetti che includevano anche la pista ciclopedonale dalla stazione ferroviaria alla ex Claudia. Per essere definita tale la pista ciclabile dovrebbe soddisfare i requisiti previsti dal Decreto Ministeriale 557 del 30 novembre 1999, tra i quali la larghezza di 2,5 metri e soprattutto non presentare ostacoli che ne impediscano la percorribilità inficiandone la sicurezza. A giudicare dagli ostacoli disseminati sulla pista ciclabile di Aprilia e non segnalati, questa sembrerebbe non a norma. Oltre al tronco di pino presente tra via Aldo Moro e l’angolo di via Sabotino, le piantane elettriche disseminate sul tracciato tra via Aldo Moro e via Nettunense, i contatori dell’acqua, troviamo anche diversi armadi ripartilinea appartenenti a varie compagnie telefoniche, gli ultimi dei quali in fase di installazione in questi giorni da parte di Open Fiber”.
Impedimenti improvvisi e imprevisti in quanto non segnalati, che soprattutto nelle ore notturne creano problemi di sicurezza per i cittadini, anche perché in corrispondenza delle strutture la pista si restringe sotto il minimo consentito per poter essere definita tale.
“Non sappiamo se e quanti armadi fossero presenti al momento del collaudo – precisa l’attivista – ma se anche sono stati posizionati dopo, qualcuno deve averne autorizzato la realizzazione. Una brutta abitudine che non si è presa nel tempo, vista la realizzazione dell’ultimo di fronte alla chiesa. L’amministrazione ne ha contezza? Sono stati autorizzati? Se si, chi ha autorizzato questo restringimento della pista? E siamo sicuri che con tutti questi ostacoli, la pista rispetti ancora la normativa di riferimento?”
Problemi e interrogativi che si aggiungono a quelli già sollevati negli anni e che alimentano i dubbi sulla sicurezza del tracciato. Il caso più eclatante è rappresentato certamente dal caso di via Cagliari, dove la pista finisce direttamente nel fosso, ma possibili errori di progettazione o di esecuzione sono evidenti anche nel tratto di via Seneca, dove dagli originari 2 metri e 50 la larghezza si restringe pericolosamente a 1,45 rendendo pericolosa l’immissione su via Nettunense. Non mancano difformità anche rispetto al computo metrico: dalla sostituzione dei dissuasori in ghisa dal costo complessivo di 13 mila 707 euro con paletti in plastica, alla mancata posa in opera dell’asfalto colorato in corrispondenza degli attraversamenti, sostituito da asfalto normale colorato con la vernice dunque già sbiadito. Insomma un pasticcio su tutta la linea, del quale Grillini e Pentastellati tornano a chiedere conto.
Francesca Cavallin