L’ipotesi della realizzazione di una discarica di servizio ad Aprilia è davvero molto preoccupante visti gli impianti già esistenti
Rifiuti: Aprilia contraria a nuovi impianti
In città si torna a parlare di rifiuti, di impianti e di ambiente. Sia dentro che fuori dal Palazzo di piazza Roma. Con il decreto del 16 giugno 2022 il Commissario ad Acta nominato per l’individuazione di uno o più siti nel territorio della Provincia di Latina, idonei alla localizzazione e realizzazione degli impianti di smaltimento dei rifiuti per garantire l’autosufficienza dell’ATO Latina, sono stati individuati tre siti idonei tra cui uno ricadente nel territorio apriliano.
“L’ipotesi della realizzazione di una discarica di servizio ad Aprilia è davvero molto preoccupante, anche perché la nostra Città, in questo ambito, già ospita una consistente quantità di impiantistica necessaria per chiudere il ciclo e garantire l’autosufficienza al sistema nel suo complesso”. Alessandro Mammuccari di Movap interviene così sul tema rifiuti.
“Di fronte a questa situazione, spiega, il posizionamento di un ennesimo impianto sarebbe davvero troppo e le istituzioni non possono rimanere sorde rispetto al grido di allarme lanciato dai cittadini apriliani. Tanti gli impianti di trattamento dei rifiuti autorizzati nel corso di questi anni sia sul versante della gestione della frazione differenziata che su quella del trattamento e smaltimento della frazione indifferenziata, che portano al limite il rispetto del coefficiente di sostenibilità ambientale quale parametro da rispettare per la localizzazione di nuovi impianti. Il no alla proposta del Commissario ad Acta, oltre che a considerazioni di carattere paesaggistico ed ambientale, arriva anche alla luce della nuova disciplina che il Piano Nazionale dei Rifiuti, introdotto con il PNRR, prevede con riferimento alla realizzazione dei nuovi impianti di trattamento dei rifiuti necessari per chiudere il ciclo di gestione dei rifiuti urbani.
Alla luce di quanto previsto dal Piano il concetto di autosufficienza dovrà essere valutato a livello di macroarea territoriale che comprenderà più regioni, che nel nostro caso vedrà inserita la Regione Lazio nella macroarea comprendente la stessa, la Toscana, l’Umbria e le Marche. Il rischio reale che l’area nord della provincia di Latina diventi l’hub di riferimento per quanto riguarda il trattamento e smaltimento della frazione indifferenziata”.
Questo in città mentre dentro al palazzo i gruppi consigliari sono a chiamati ad esprimere un parere su un nuovo progetto relativo ad un impianto cosiddetto css-combustibile. Dopo la Commissione congiunta Urbanistica Ambiente anche il Consiglio comunale mette in disco rosso all’ipotesi di un impianto di css- combustibile ad Aprilia. Il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità, come accade da tempo le forze politiche sono tutte unite in tema di rifiuti, una delibera di contrarietà al progetto di realizzazione di un impianto di produzione e raffinazione di combustibile solido secondario a partire da rifiuti di scarto, a seguito dell’iniziativa della società Mts Ambiente Innovazione e Tecnologie che di recente ha depositato in Regione Lazio una ipotesi progettuale da realizzarsi in via Valcamonica.
“Sul terreno ambientale Aprilia ha già dato”, è stato il comune denominatore tra le forze politiche che siedono in Consiglio e ribadito dall’assessora al ramo Michela Biolcati.
“La prima questione è urbanistica - ha spiegato l’assessora - la proposta vuole una variante all’attuale destinazione agricola per 20 mila metri quadri di terreno. Poi vi sono tutta una serie di questioni ambientali”.
Tra i vari punti evidenziati dalla massima assise c’è la stima che vede “il transito di ulteriori 75 mezzi al giorno nello scenario di esercizio relativo al trattamento di 495.000 tonnellate all’anno di rifiuti”.
I motivi ulteriori circa il parere negativo dei gruppi consiliari sono scritti nero su bianco in delibera: “la realizzazione del nuovo impianto comporterebbe l’impermeabilizzazione di ulteriori 2 ha circa di suolo agricolo con impatti permanenti ed irreversibili sul suolo ed ambiente idrico; l’esercizio del nuovo impianto comporterebbe un incremento di traffico veicolare significativo, quantificabile in circa 150 transiti (entrate + uscite) di mezzi d’opera su viabilità locale”.
“Il lotto di progetto - si legge dal documento votato questo pomeriggio - dista meno di 400 mt dai limiti del Nucleo Sacida e meno di 100 metri dal limite settentrionale del Nucleo Cinque Archi, definiti dalla Variante Speciale per il Recupero dei Nuclei Abusivi di cui alla D.G.R. 622/2012”.
Il Nucleo Sacida, estensione pari a circa 50 ha, infatti esprime, attualmente, circa 1.700 abitanti potenziali, prevede zone di espansione e di reperimento servizi pubblici ed ha capacità insediativa a saturazione pari a 690 abitanti circa oltre l’esistente.
“Il contesto territoriale nel quale si inserisce il progetto, hanno dichiarato tutti i consiglieri, non deve essere gravato da ulteriori pressioni sulle componenti ambientali”.
Sul territorio di Aprilia, hanno ricordato le forze politiche, sono attualmente presenti ed in esercizio impianti di trattamento rifiuti autorizzati a trattare i seguenti quantitativi: 409.200 tonnel-late/anno di residuo indifferenziato (Tmb) che rappresentano il 100% di quanto autorizzato nell’Ato Latina ed il 22% di quanto autorizzato nell’intera Regione; 170.000 tonnellate/anno frazioni organiche (Compostaggio/Digestione anaerobica) che rappresentano il 77% di quanto autorizzato nell’Ato Latina ed il 39% di quanto autorizzato nell’intera Regione. Dunque dopo il parere negativo della Commissione congiunta Urbanistica-Ambiente anche il Consiglio comunale mette il semaforo rosso al progetto e invoca ancora una volta il principio di omogeneità del Piano di gestione dei rifiuti, in relazione all’ambito territoriale ottimale, nella localizzazione dei nuovi impianti, sia di trattamento che di smaltimento, in modo da non determinare ulteriori carichi ambientali, soprattutto nei casi in cui la capacità di trattamento degli impianti soddisfi il fabbisogno dell’intero ambito.
“La nostra comunità differenzia i rifiuti per oltre il 70% - ha aggiunto la consigliera comunale Alessandra Lombardi - in questi anni la produzione di rifiuti è diminuita di 100 kg l’anno pro-capite a testimonianza di un lavoro certosino sia da parte della politica locale che dei cittadini. Dover subire nuovi impianti sarebbe una vera ingiustizia per la nostra città che si è comportata così virtuosamente. Sono le grandi città della regione a dover andare verso una seria raccolta differenziata e verso politiche di riduzione dei rifiuti e smetterla di pensare di risolvere le proprie carenze sulle città limitrofe”.
P.N.