Presentate 54 domande ma disponibili 47 stalli
Bando orti sociali
Il progetto sperimentale per la realizzazione e la gestione degli orti sociali da parte dei cittadini richiedenti, a distanza di anni rivela ancora una grande partecipazione, sintomo che chi vive negli appartamenti del centro, non disdegna l’idea di avere un pezzo di terra dove poter coltivare ortaggi e verdure. Sono ben 56 i cittadini che nelle scorse settimane hanno risposto al bando per la riassegnazione degli spazi e tra queste 54 le richieste ammissibili perché presentate nei tempi stabiliti dal bando. Un numero di persone superiore anche rispetto agli stalli disponibili che ad oggi sono solo 47, quelli realizzati nell’area antistante alla scuola Toscanini e per questo nei prossimi giorni gli uffici dell’ente procederanno a stilare una graduatoria finalizzata a filtrare le richieste ed assegnare gli spazi agli aventi diritto. Si tratta di un progetto che spesso ha fatto discutere, che è stato oggetto di critiche per l’ubicazione e per il modo in cui è stato portato avanti, ma che di fatto ha ottenuto il placet da parte dei cittadini ai quali era indirizzato. I 47 stalli verranno affidati con una concessione di durata quinquennale a famiglie, cittadini e associazioni del territorio rispondenti ai criteri previsti dal bando, con una preminenza nel caso delle associazioni, verso quelle che svolgono attività a scopo sociale.
Gli affidatari potranno utilizzare lo spazio per la piantumazione di prodotti biologici, siano essi ortaggi, fiori o piante officinali.
“Le finalità del progetto – si legge nella determinazione - sono prevalentemente sociali, ricreative didattiche e culturali, oltre a promuovere buone pratiche di cura del patrimonio ambientale e pubblico, favorire la socialità attraverso attività senza fini di lucro e promuovere una sana alimentazione”.
Il progetto rappresenta uno dei primi esempi di uso “sociale” degli spazi pubblici da parte dei privati e anche per questo, visto il successo ottenuto negli anni passati, con un bando tanto partecipato da riuscire ad affidare tutti gli orti messi a disposizione, l’esecutivo ha scelto di procedere alla scadenza delle concessioni con un nuovo bando di assegnazione, sancendo il perdurare del progetto.
Francesca Cavallin
Lo strumento informativo edito dal Distretto LT1 in formato digitale e cartaceo
Una guida per migranti
Una guida per l’orientamento ai servizi di richiedenti asilo e persone migranti. Il progetto, nato dall’impulso dell’associazione Reti di Giustizia “il sociale contro le mafie” e realizzato grazie al contributo dei Comuni di Aprilia, Cisterna di Latina, Cori e Rocca Massima, gode del finanziamento del Fondo Asilo Migrazione Integrazione (FAMI 2014-2020). La guida edita dal Distretto socio-sanitario LT1 in formato digitale e cartaceo, è stata redatta in 6 lingue per favorire la più ampia fruibilità: italiano, inglese, francese, punjabi, hindi e ucraino ed è stata realizzata nell’ambito delle attività promosse dal Progetto Prima il lavoro PRogetto per l’Integrazione lavorativa dei MigrAnti nel LAZIO, di cui la Regione Lazio è Ente Capofila.
Prima Il Lavoro è un progetto che intende promuovere l’integrazione socio-lavorativa dei migranti, attraverso attività di raccordo tra le politiche del lavoro, dell’integrazione e dell’accoglienza al fine di attivare percorsi individualizzati di supporto all’autonomia ed all’integrazione dei migranti.La Guida è uno strumento pratico per l’orientamento di persone migranti e richiedenti asilo divisa in 4 sezioni facilmente consultabili: Sezione I – Vocabolario essenziale.
Sezione II - Richiedenti asilo: procedura per il riconoscimento dello status di protezione internazionale.
Sezione III - Persone migranti provenienti da Paesi extra-UE prive dei requisiti per richiedere lo status di protezione internazionale.
Sezione IV - Indirizzi e recapiti per servizi essenziali.
“Il progetto distrettuale, commentano i delegati alle Politiche sociali dei Comuni del distretto, nel quadro della normativa regionale e ministeriale, si prefigge la finalità di mitigare il rischio di emarginazione sociale delle fasce più deboli e vulnerabili della popolazione straniera e favorire la coesione e la sicurezza sociale, attraverso azioni che aiutino a sviluppare un tessuto sociale inclusivo e che sappiano coinvolgere le comunità straniere nei processi di partecipazione a partire da un più facile ai servizi del territorio e degli enti locali.
Potenziare le competenze sistemiche dei servizi rispetto alla presenza di una popolazione straniera che cambia aspetto e declinarle sulla base delle caratteristiche e dei bisogni che queste persone portano con sé significa rendere più efficienti e moderni i servizi offerti alla cittadinanza”.
A.P.