Continua l’inutile tentativo di criminalizzare l’avversario
Campo stretto e confuso
E’ una strategia storicamente consolidata quella con cui la sinistra in questo Paese combatte le proprie battaglie elettorali e cioè quella della criminalizzazione dell’avversario, qualche volta trovando l’ aiuto della magistratura e spesso il supporto della stampa schierata. L’epopea antiberlusconiana ne rappresenta un esempio fulgido, prolungato e, direi, anche facile vista la vulnerabilità del personaggio. Considerata però storicamente potrebbe sembrare una strategia vincente se teniamo conto del fatto che la sinistra partecipa da oltre dieci anni al governo del Paese senza aver mai prevalso alle elezioni politiche. In questa tornata elettorale ad una quasi compatta coalizione di centro.-destra, la sinistra si contrappone con una coalizione di sinistra-sinistra, senza la componente centrista, a seguito del pasticciaccio Calenda e questo ne acuisce le contraddizioni e ne limita la capacità propositiva.
L’attacco del PD alla giovane leader di centro-destra è quotidiano, la sua idoneità, lei donna e di destra, a ricoprire la carica di capo del governo sembra rappresentare l’argomento prevalente della competizione politica. Invece di forti e coraggiose proposte progressiste e di governo si continua a puntare sul discredito dell’avversario nonostante questo serva solo a farne crescere il consenso. Fino al ridicolo di criticare duramente Giorgia Meloni per aver pubblicato sui social un video, già pubblicato dalla stampa, che riproduceva lo stupro di una signora ucraina da parte di un giovane clandestino del Marocco definito “richiedente asilo”: forse perché in fuga dalla guerra in atto nel suo paese. Quindi uno stupro perpetrato da parte di chi è entrato in Italia contro la legge, nei confronti di una donna forse veramente in fuga da una guerra, non apre uno squarcio sul gravissimo problema dell’immigrazione clandestina, non induce a pensare che quello è uno di quelli a cui la sinistra da il benvenuto sul molo di Lampedusa e nemmeno induce ad un dibattito sulla violenza verso le donne ma, si continua a guardare il dito e si apre la polemica sul fatto che la presidente di FDI abbia pubblicato il video.
Mentre dallo schieramento di centro-destra continua l’esposizione martellante, anche in forma di pillole quotidiane, di un programma che, per alcuni aspetti, appare essere il libro dei sogni, dalla sinistra-sinistra continuano gli attacchi subdoli ed aperti alle persone per screditarne il diritto a governare il Paese. C’è un altro aspetto che tende ad avvalorare, in questa occasione, la carenza di proposta politica da parte del PD e cioè la disomogeneità della coalizione che, ricordiamolo, è composta dal PD, da Sinistra Italiana, da Europa Verde, da Più Europa e dalla scheggia del M5S, di Luigi Di Maio, che ha trovato il nome definivo di Impregno Civico. Il Segretario del PD ha sempre dichiarato che questa coalizione è imposta dalla legge elettorale e che non prelude ad un governo insieme. Una dichiarazione che fa venire un senso di nausea verso un modo utilitaristico di fare politica che si traduce in “ci mettiamo insieme per farci eleggere e non per governare”, che non è certamente un buon viatico verso la vittoria.
L’attacco si estende anche al programma del centro-destra ed ai suoi evidenti aspetti indefiniti economicamente, ma non c’è traccia di quel robusto programma elettorale di sinistra europeista e progressista che dovrebbe rappresentare il programma di governo. Si criticano le incongruenze sulla flat tax, su quota 41 e sulla fattibilità del blocco navale per arrestare l’ondata immigratoria ma ad esse si oppone l’eventualità di una patrimoniale, l’immutabilità di “opzione donna” e di “Ape sociale” e, per quanto riguarda l’immigrazione, si rifiuta che esista il problema. Si indicano come prioritarie leggi sullo ius scholae, sull’omofobia, sul libero uso della cannabis, problemi ritenuti importanti dalla sinistra italiana ma che qualsiasi stratega elettorale, degno di questo nome, suggerirebbe di tenere in “low profile” in periodo pre-elettorale di guerra, di regressione e di bollette esose, perché fanno perdere voti. Vi sono certamente diversità di vedute nel centro-destra su alcuni aspetti della gestione della cosa pubblica ma non c’è un attacco verso le persone, non c’è un tentativo di screditare la leadership o le capacità di governare dell’avversario. Alla solita superiorità morale della sinistra viene contrapposta l’umiltà sorniona di chi pensa di vincere. Che la proposta di governo della sinistra sia inficiata dalla perdita della componente di centro è evidente come è evidente la scarsa capacità del segretario del PD a gestire l’operazione “campo largo” che sembra finita nel ridicolo e nel rendere poco credibili tutte le sue proposte liberiste, atlantiste, occidentaliste ed ambientaliste che sono avverse alla sinistra della sinistra.
Insomma come fa ad ispirarsi all’agenda Draghi chi a qual programma ha votato la sfiducia per cinquanta volte? Come si fa a condividere un progetto politico con personaggi come Luigi Di Maio che il suo precedente leader politico definisce OGM e che ha fatto dell’inconsistenza, l’incoerenza e la banalità il proprio credo politico? Come si fa a combattere il problema della mancanza di fonti energetiche con Bonelli che è contro il nucleare, i termovalorizzatori, i rigassificatori ed il prelievo del metano dalle trivelle che sono state fermate in Adriatico? Come si fa ad essere coerenti con la politica e le decisioni della NATO con Fratoianni che è sempre stato contro quelle decisioni e contro la stessa permanenza nella NATO? E come si fa a continuare a stare al fianco dell’Ucraina senza la possibilità di inviare ciò che è necessario al suo popolo per difendersi? Come si fa a portare avanti un progetto politico quando si escludono di fatto personaggi genuinamente di sinistra per fare spazio a Pierferdinando Casini, a Carlo Cottarelli, Luigi di Maio, Lucia Azzolina (si proprio quella!) e Bruno Tabacci, che dopo DC, PPI, UDR, CCD, UDC, RPL, APL e CU è stato folgorato sulla via del PD e dalla coalizione di sinistra-sinistra? Purtroppo e sottolineo purtroppo questa coalizione sarà troppo brutalmente battuta da quelli “brutti, sporchi e cattivi” e non sarà probabilmente nemmeno in condizione di fare un’opposizione significativa ad una prevedibile irruenza “di destra” a meno Enrico Letta non commetta l’ultima incoerenza e cioè quella di ri-allearsi con ciò che resta della setta 5 Stelle. Se l’esito elettorale sarà quello che si preannuncia sono certo che l’artefice del “campo largo e dell’ammucchiata” sarà chiamato a renderne conto “serenamente”.
Sergio Franchi
Elezioni nazionali fra contraddizioni e povertà politica
Il 25 si va a votare
Le elezioni sono alle porte, i sondaggi, non si è capito perché, sono stati interrotti due settimane prima del voto e la dialettica politica, che sembra, come non mai in passato, indicare un vincitore anzi una vincitrice, non appare però complessivamente interessante e degna di un Paese a democrazia avanzata. L’Italia è stata governata durante tutta la legislatura da governi spuri, sostenuti da maggioranze auspicate dal Capo dello Stato e votate da partiti incollati fra loro con lo sputo della convenienza, fino al governo attualmente in carica che ha visto un compromesso dichiarato per governare l’emergenza, tenuto insieme solo da una personalità forte e capace: Gulliver in un governo sostenuto da irrequieti Lillipuziani. Un governo interrotto per dare ai rimasugli parlamentari del Movimento 5 Stelle l’ultima ragione di esistere, per permettere a Giuseppi Conte di fare l’ultimo danno al Paese. I sondaggi danno però al Movimento 5 Stelle oltre il 10% dei voti: miracoli del reddito di cittadinanza. I poveri percettori ingannati non sanno che “papà” Conte, nonostante abbia scelleratamente minacciato una guerra civile in caso che la legge venga cancellata, non potrà fare niente quando questo provvedimento sarà, comunque, abolito. Il Segretario del PD ha continuato, come una campana stonata, a tentare di screditare l’avversario più che a proporre soluzioni forti, progressiste e coraggiose per Il Paese . Ha inveito contro il sistema elettorale che porta la firma di Rosati, allora capo gruppo PD. Si è preoccupato a lungo della fiamma che primeggia sul simbolo di Fratelli D’Italia rilasciando dichiarazioni da perdente già 18 giorni prima del giorno delle elezioni. Ha continuato a rivendicare il valore dell’agenda Draghi; dimenticando che quell’agenda funziona solo con Mario Draghi e non potrà mai funzionare in coalizioni come quella da lui costruita con gli “estremisti” di Sinistra Italiana e dei Verdi di Bonelli che, su materie nazionali ed internazionali, quell’agenda hanno sempre osteggiato. Poi i più logorroici tra i giovani leoni della politica italiana, Renzi e Calenda, che mettono insieme ambizioni e programmi sognando anche loro che il Banchiere Centrale possa accorgersi che il loro partito esiste, ma dopo le elezioni. Calenda azzarda e forse auspica che un governo di centro destra non durerà più di 6 mesi.
Alla fine: una coalizione fatta più per creare un po’ di consistenza su cui ancorare i fiumi di parole ed un po’ di millantata competenza. Tralascio più Europa, in cui è atterrato anche Gianfranco Librandi; dopo i flirt con Forza Italia, Scelta Civica, Partito Democratico ed Italia Viva, che pur di dar un posto in Parlamento alla Bonino a Della Vedova ed a Magi, farebbe alleanze anche col diavolo. Poi c’è la destra che i sondaggi danno nettamente in vantaggio e che potrebbe generare un mostro: una donna Presidente del Consiglio. Fratelli d’Italia sta riscuotendo gli interessi capitalizzati in anni all’opposizione, luogo in cui la coerenza è merce facilmente spendibile ma dove le responsabilità non vengono mai condivise. La Lega è in pallone sia per l’osmosi di voti ceduti a Fratelli d’Italia e sia per le contraddizioni e qualche ambiguità in cui il suo dinamico Segretario si è venuto a trovare. Infine c’è ancora Forza Italia, dissanguata dalla fuoriuscita di tutti i ministri del Governo Draghi e non solo; con il suo leader, padre e padrone, che ne muove le fila “forte” di un elettorato ormai ridotto ad una frazione di quello che era. Forza Italia che, forse, per le caratteristiche politiche potrebbe rappresentare il partito più vicino all’indole più condivisa dagli italiani, e lo è stato, non è stato capace di emanciparsi dall’essere un giocattolo nelle mani del suo creatore ed i vari Fini, Alfano, Toti e Tajani, sono solo potute restare ipotesi irrealizzate. E’ patetico vedere il leader di Forza Italia, lanciare improbabili slogan elettorali, con promesse di danaro a tutti, dalle sue lussuose dimore affiancato da biondissima sposa non -sposa che ha 25 anni meno della figlia e che, per la cronaca, è deputato al Parlamento della Repubblica. Poi ci sono altri partitini di tipo personale di quelli che risiedono sempre nei sondaggi nella categoria “altri” e le schegge: le mille espressioni di una società irrequieta in cui una buona percentuale della popolazione è contro, contro tutto, contro sempre. Basta ricordare che esistono alcuni partiti contro i vaccini e contro il green pass a cui è sfuggito il fatto che il green pass non è più in vigore.
Esistono partiti che inneggiano alla Follia Creativa ed al Sacro Romano Impero e c’è anche il partito del capelluto Adriano Panzironi che con la sua Rivoluzione Sanitaria promette che tutti vivremo 120 anni. Insomma ce n’è per tutti i gusti e, fra la miscellanea dei micro partiti c’è anche quello che, pur se oggi dispone di una truppa di circa 75 parlamentari, col suo 0,6% nei sondaggi, non avrà nessun rappresentante nel prossimo parlamento: Impegno Civico di Luigi di Maio, una miscela di opportunismo, di presunzione e di incapacità. Insomma questo è il menu del Ristorante Italia e, c’è poco da dire, ogni popolo ha il ristorante che si merita. Alcuni azzardano ribaltamenti rispetto ai sondaggi, fatto possibile ma improbabile ed il ribaltamento dovrebbe avvenire da parte di quel 35% di coloro che hanno dichiarato che non andranno a votare. Chi è dato soccombente nei sondaggi auspica una valanga di voti da parte di quelli che decidono all’ultima ora dimenticando che, per l’effetto traino, gli indecisi potrebbero essere più attratti dal carro dei presunti vincitori ed aumentarne il loro vantaggio elettorale. Penso che quella percentuale di astensioni permarrà perché essa deriva dalla sfiducia dei cittadini nei confronti di una politica che si è ormai da anni rivelata autoreferenziale, fatta da incompetenti ed incapace di rinnovare se stessa e di cambiare lo stesso iniquo metodo elettorale. Questa è la democrazia: il meno penalizzante dei metodi di governo della società, perché, anche se con metodi discutibilissimi come quello utilizzato per queste elezioni politiche, permette ai cittadini di esprimersi liberamente e di dare incarico ad un piccolo gruppo di rappresentarli nel Parlamento. Purtroppo il metodo democratico di selezione dei rappresentanti utilizzato in questa tornata elettorale appare iniquo e poco utile e dovrà essere cambiato ed a cambiarlo dovrà essere il prossimo Parlamento e lo farà col le persone che i cittadini avranno delegato e chi non avrà votato non avrà il diritto di essere rappresentato a farlo. Ritengo che votare ed esprimere comunque anche la più astrusa ed improbabile scelta elettorale sia un obbligo morale per chi vuole chiamarsi cittadino.
Sergio Franchi