Fissato un incontro con il neo assessore all’ambiente di Anzio Luca Brignone
Le proposte di Uniti per l’Ambiente
Il volontariato, quello serio, ha un’effettiva funzione sociale solo se è capace di relazionarsi con le istituzioni, per il semplice fatto che nessuna prerogativa funzionale alla vita amministrativa di un territorio può essere gestita dai privati cittadini che decidono di mettere a profitto la loro disponibilità al servizio sociale. Troppo spesso invece la propensione è quella di essere funzionali a posizioni di parte e questo fa delle associazioni strumenti per raccogliere consensi ma spesso non permette loro di rendere quel servizio alla comunità che è scritto nel loro statuto. Sono convinto che le tante associazioni presenti sul territorio non potranno mai brillare di luce propria. Uniti Per l’Ambiente, che è una realtà che non ha nemmeno uno statuto, ma solo un decalogo etico e funzionale e vive della concretezza di ciò che riesce a fare, ha mantenuto e mantiene contatti costruttivi con tutte le amministrazioni comunali e regionali con cui si è confrontata negli anni. Il 24 febbraio avrà luogo una riunione tra l’Assessore all’Ambiente Luca Brignone e una folta delegazione di Uniti Per l’Ambiente per discutere dei vari aspetti della complessa problematica ambientale di Anzio.
Col ritorno alla democrazia formale Uniti Per l’Ambiente ha scritto al Sindaco facendo una breve presentazione della propria identità e della propria storia, prospettando la possibilità di un confronto sui problemi ambientali con la disponibilità a dare qualche apporto alla realizzazione di istanze condivise. La delegazione di Uniti Per l’Ambiente porrà in evidenza alcuni punti significativi della problematica ambientale di Anzio proponendo, ove possibile, soluzioni e approfondimenti successivi, con l’intento ultimo del progresso del nostro territorio. Si parlerà di rifiuti, che resta l’argomento fondamentale di ogni discussione ambientale, per comprendere quale sia la via che il Comune intende percorrere per risolvere il problema di stallo in atto. Si parlerà di tariffa puntuale e della possibilità di introdurla nel contratto attuale che la prevede. Si parlerà delle modalità di potenziamento delle capacità del Comune di risolvere la fortissima evasione della TARI e delle possibilità di controllo del territorio con l’abbandono dei rifiuti in strada e delle clausole contrattuali che la ditta non rispetta. Si parlerà della pineta della Gallinara e delle prospettive di un suo recupero e impiego a favore degli abitanti.
L’argomento del mare ed il suo inquinamento verrà affrontatocon l’intento di conoscere le intenzioni dell’Amministrazione Comunale nella gestione delle spiagge libere e della prospettiva delle gare di appalto per la assegnazione delle concessioni. Un argomento che verrà proposto per la discussione sarà quello della tutela degli animali in genere e dei randagi in particolare con l’intento di riprendere l’iter, interrotto durante la passata Consiliatura, della realizzazione di un rifugio comunale. Ciò al fine di risparmiare l’importo esoso di circa 250.000 Euro, che ogni anno viene versato alla struttura posta a 35 km da Anzio che si occupa attualmente di prestare il servizio di ricovero ed assistenza, con la reiterata proposta della realizzazione di un rifugio in zona Anzio-Nettuno che permetta anche di potenziare l’attività di adozione.
La costituzione di uno sportello per l’assistenza e la difesa dei diritti degli animali sarà anche un argomento che verrà proposto per la discussione.
Nel documento con cui Uniti Per l’Ambiente propone l’incontro viene anche prospettato il necessario approfondimento di un tipo di aberrazione ambientale che è tanto dannosa quanto subdola e cioè quella relativa all’inquinamento elettromagnetico. Sarà importante comprendere quale è la posizione dell’Amministrazione rispetto alla difesa del principio di precauzione sul quale altri comuni in Italia hanno assunto posizioni cautelative nella realizzazione di ripetitori telefonici di 5 generazione. Un argomento di specifica rilevanza attuativa è quello del compostaggio domestico, che Uniti Per l’Ambiente sta cercando di attuare, in via embrionale, con la collaborazione del Consorzio del Lido dei Pini e del Comitato per la difesa del territorio, dopo l’abbandono del progetto da parte della passata Amministrazione. Verrà richiesta la posizione della Giunta Comunale e perorata la possibilità di un suo immediato sviluppo con la conseguente riduzione della TARI per coloro che vi aderiranno in modo effettivo; verràinoltre prospettata la possibilità di collaborare tecnicamente all’attuazione del progetto anche a livello di Commissione Ambiente a cui Uniti Per l’Ambiente ha chiesto di partecipare come consulente esterno senza diritto di voto.
Verranno proposti altri argomenti che l’evoluzione degli interventi potrà eventualmente suggerire. Nello spirito della concretezza che, da anni caratterizza l’attività di Uniti Per l’Ambiente, verrà fatto un resoconto di quanto discusso ed eventualmente, concordato e fatto conoscere ai lettori del Litorale.
Sergio Franchi
Il clima cambia e gli amministratori non si adeguano
Colpa della politica
E’ il dibattito ricorrente in ogni confronto, è il capro espiatorio di ogni disgrazia ambientale, è il paravento di inefficienze e di ritardi, è il cambiamento del clima che si dibatte fra le due tesi e cioè la ciclicità del fenomeno e l’ineluttabilità dello stesso. La tesi prevalente ci racconta che l’uomo, con i suoi comportamenti sta creando le condizioni di mutamenti epocali del sistema meteorologico dai quali non si torna indietro se non si modificano le condizioni che lo provocano. Le rilevazioni climatiche indicano che quaranta anni fa le condizioni medie meteo di Palermo erano quelle che vengono oggi rilevate a Roma, mentre la Sicilia oggi esporta mango, datteri e, ormai da qualche anno, la Cooperativa Palermitana Valle dell’Oreto, produce ed esporta anche banane. Che mutamenti sostanziali si siano alternati nella storia è anche vero ma erano variazioni naturali in cui l’uomo non era intervenuto. Affermare oggi che il fenomeno sia ricorrente e cioè che le presenti disfunzioni climatiche si siano già verificate in passato e termineranno per tornare alle condizioni precedenti, significa affermare che nell’ultimo secolo la corsa al progresso tecnologico ed alla globalizzazione non sia esistita; significa voler far credere che la nostra atmosfera non abbia subito variazioni dopo l’avvento di milioni di fabbriche e di miliardi di auto, che l’aria che respiriamo sia la stessa e che la “greatpacificgarbage patch” non esista. Non è così: stiamo distruggendo il nostro habitat in una corsa folle verso un benessere drogato, vissuto da una parte dell’umanità, mentre una grossa parte di essa può solo ambire a condividere quel benessere ed a tentare di raggiungerlo. Una coscienza “verde” sta maturando da parte del “primo mondo” ma i suoi costi e le ragioni della sopravvivenza commerciale e quindi economica rendono gli esiti dubbi e fortemente diversificati.
Le restrizioni previste ed in atto in Europa portano con se la domanda “che senso ha che l’Europa stia facendo una campagna di risanamento che sta costando lacrime e sangue ad operatori agricoli ed industriali ed inquina in termini di gas serra per lo 9,6%, se la Cina che inquina il 30,9%, per mantenere alto il suo export e florida la sua economia, fa decisamente poco per combattere il riscaldamento climatico? Che senso ha distruggere l’agricoltura della Sardegna, Puglia e Sicilia per fare spazio alle pale eoliche ed ai pannelli solari mentre la Cina, la Russia e gli Stati Uniti continuano ad aprire nuove miniere di carbone?” Un quesito che non ha una risposta plausibile, se non nella visione storica, nella speranza che altri seguiranno man mano che i fenomeni diventeranno così evidenti anche per loro. Quello che colpisce in Italia (che, per inciso, incide per lo 0,98%) è il riverbero nella politica che banalizza questo fenomeno epocale nella diatriba tra fazioni. La tragedia causata dall’alluvione di Valencia non lascia adito a dubbi: tutti devono rendersi conto che solo una sensibile inversione di tendenza può cominciare a dare segni di attenuazione. Il ridicolo è, però, nelle affermazioni del tipo: “la responsabilità dei ricorrenti fenomeni alluvionali dell’Emilia Romagna è del cambiamento climatico”. E’ come affermare che un fiume esonda per una piena prevedibile e non per il fatto che gli argini non sono stati adeguati alla piena prevista. I fenomeni che si ripetono ormai con drammatica frequenza sono prevedibili e se le condizioni climatiche sono mutate l’uomo deve provvedere ad adeguare la propria realtà territoriale alle mutate circostanze perché non può attendere passivamente per decenni l’auspicabile mutamento di tendenza climatica. Perché l’inversione di tendenza e cioè il risultato delle limitazioni e dei provvedimenti presi per arginare il fenomeno, non avviene spegnendo un interruttore, ci vuole una partecipazione molto più significativa e generalizzata; ci vuole il coinvolgimento dei grandi inquinatori e ci vuole il tempo necessario affinché il sistema apprezzi i comportamenti virtuosi. La smettano gli amministratori incapaci di continuare a dare la colpa al “cambiamento climatico” per ogni esondazione di fiume: rinforzino gli argini, rimuovano gli alberi, creino bacini di espansione, dotino i loro territori di quegli strumenti necessari per adattarli alle mutate condizioni. Saranno il tempo e gli eventi a decidere come sarà possibile invertire la tendenza di una situazione gravemente compromessa.
Sergio Franchi
Concessioni balneari e porto
Il sindaco di Anzio, Aurelio Lo Fazio, e il suo vice assessore al demanio Pietro Di Dionisio, hanno incontrato i titolari di concessioni demaniali marittime turistico ricreative a Villa Sarsina.
“Abbiamo spiegato – dicono – la posizione dell’amministrazione. È stato un confronto costruttivo e abbiamo assicurato che il nostro metodo è quello del dialogo. La materia è molto delicata, ci sono state decisioni assunte prima che si insediasse la nostra amministrazione, lo abbiamo spiegato e ci siamo confrontati, dandoci appuntamento per un tavolo tecnico che affronterà la situazione. Non intendiamo mandar via nessuno e stiamo cercando soluzioni in linea con le normative vigenti. Il dialogo resta aperto”.
Porto, servizi prolungati
Il sindaco di Anzio, Aurelio Lo Fazio, ha firmato l’ordinanza con la quale fino al 30 giugno vengono prolungati i servizi per garantire l’ordine pubblico e la sicurezza nel porto di Anzio. Il provvedimento si è reso necessario “in ragione di quanto rappresentato dall’Ufficio Circondariale Marittimo di Anzio e nelle more dell’adozione di nuovi provvedimenti concessori / gestionali delle aree portuali e sulla scorta degli analoghi atti già adottati dalla Commissione Straordinaria”.
Le società individuate dovranno garantire:
- la gestione dell’impianto antincendio ed attuazione relativo piano sicurezza;
- assistenza minimale all’ormeggio ai soli fini della sicurezza;
- attività di assistenza in caso di avaria;
- pulizia delle banchine e specchi acquei e servizio Piano antinquinamento;
- servizi di vigilanza/sorveglianza banchine (h 24).
“Ci siamo confrontati in questi giorni con la Capitaneria di porto per arrivare a una soluzione che permettesse di garantire la sicurezza, anche a seguito dei recenti affondamenti che si sono verificati – ha detto il sindaco – stiamo lavorando, con tutti i soggetti istituzionali interessati, per una soluzione che condivideremo con il Consiglio comunale sulla gestione dell’area portuale. Con l’ordinanza sono comunque garantite le attività dei concessionari ex 45 bis. Voglio ricordare che abbiamo ereditato una situazione a dir poco complicata, con la Capo d’Anzio sotto procedura concorsuale, la concessione decaduta che è stata impugnata dai liquidatori della società e un porto in emergenza. La stiamo affrontando nel rispetto delle regole e per una soluzione che garantisca gli interessi della città, degli operatori portuali e delle maestranze”.
Sull’emergenza legata all’insabbiamento del canale di accesso domani, 12 febbraio, si terrà in Regione con l’assessore Pasquale Ciacciarelli la prima riunione del tavolo tecnico per l’escavo.
Ufficio stampa
Comune di Anzio