Secondo La Pegna il Sindaco non dice tutto
Fuori la verità
“Quando dice che con la società non ci sono stati margini di trattativa, il sindaco Antonio Terra semplicemente non racconta la verità”.
A confermare la versione del legale rappresentante di Flavia ‘82 è il consigliere di Fratelli D’Italia Vincenzo La Pegna, che insieme all’ex consigliere Vincenzo Chiocca ha seguito passo dopo passo l’iter giudiziario relativo al contenzioso. E’ stato proprio La Pegna a portare alla luce la presenza di un nuovo atto di precetto da parte di Flavia ‘82, a riprova che malgrado la maggioranza abbia trattato in maniera diversa i due iter, caso Flavia e Salini sono di fatto sovrapponibili almeno per l’esito finale.
“Nella sua risposta al sottoscritto – commenta La Pegna – il sindaco non racconta la storia a 360 gradi, cerca solo di tirare acqua al suo mulino. Tuttavia dallo studio della documentazione relativa al contenzioso Flavia ‘82, non emerge nessuna richiesta ufficiale di un incontro e nessun reale momento di trattativa che avesse per oggetto le cifre da dover pagare. Mi risulta che la società non si è mai detta contraria ad un accordo e ancor oggi ribadisce di essere disposta a valutare eventuali offerte se messa nelle stesse condizioni nelle quali è stata messa la Salini. É impensabile infatti che l’accordo transattivo con Salini e Iniziative Immobiliari sia nato dal nulla. Probabilmente alla base ci saranno stati dei contatti informali con Salini che hanno posto le basi per un accordo ed è lecito domandarsi perché con Flavia ‘82, se la situazione è la stessa, non ci sia stato nulla di tutto questo, come dimostra anche il fatto che a differenza di Salini, per il caso Flavia ‘82 non sono state pagate neanche le spese legali e l’onere di registrazione all’agenzia delle entrate è stato lasciato alla società anche se il Comune è risultato soccombente. Anche alla luce del nuovo atto di precetto, è necessario valutare gli atti con la dovuta attenzione e raccontare le cose come stanno, a differenza di quanto fatto dal sindaco”.
Francesca Cavallin
Con il decreto legislativo 116/2020 le attività produttive possono smaltire in proprio
Smaltimento dei rifiuti
La facoltà per le attività produttive di provvedere in proprio allo smaltimento dei rifiuti e ai relativi costi, rischia di mettere in crisi il Comune di Aprilia. Se da un lato ciò dovrebbe ridurre i costi di gestione per la Progetto Ambiente, riequilibrando fisiologicamente la corretta ripartizione della tassa di scopo, qualora i costi dovessero restare invariati, il rischio concreto è che la manovra si traduca in un salasso per i cittadini, anche perché il Consiglio comunale con l’ultimo documento programmatico non sembra aver previsto variazioni significative, stimando il costo a 3 milioni di euro. Un rischio che secondo Movap può essere scongiurato solo attraverso una corretta e tempestiva attività di verifica e programmazione, una richiesta che il movimento ha veicolato attraverso una lettera destinata non solo al sindaco Antonio Terra, all’assessore Lanfranco Principi e al presidente della commissione finanze Iulian Mariana, ma anche all’assessore all’ambiente Monica Laurenzi e al presidente della commissione ambiente Vincenzo Giovannini.
“Tra le novità introdotte dal decreto legislativo 116 del 2020 approvato in attuazione delle direttive europee – specifica Lorenzo Lauretani – quelle relative alla Tari a partire dal 2021 e già introdotte nel 2020 insieme al metodo Arera. In particolare le utenze non domestiche sono destinatarie di profonde innovazioni tra le quali l’esclusione delle attività industriali e agricole dal novero delle attività produttrici di rifiuti urbani con conseguente uscita dal parametro di assoggettamento al prelievi Tari e la facoltà di uscire dal c.d privativa comunale e conferire i rifiuti urbani a società private per un minimo di cinque anni con conseguente uscita dal parametro di assoggettamento del prelievo dei rifiuti salvo pagamento della quota fissa del servizio”.
Ma l’ente di piazza Roma è pronto ad accogliere questa significativa rivoluzione? È quanto si domandano i referenti di MovAp, che alla luce delle modifiche chiedono di convocare una commissione ad hoc proprio per capire se il Comune sarà in grado di reggere i contraccolpi.
“In attesa delle circolari interpretative da parte del Ministero – conclude Lorenzo Lauretani – siamo a chiedervi la convocazione di una commissione ambiente e finanze per iniziare ad affrontare le questioni sollevate, rammentando che in base all’ultimo piano economico finanziario approvato dal consiglio comunale, i costi relativi alla gestione del ciclo dei rifiuti che potrebbero quindi essere addebitati alle nostre famiglie, ammontano a 3 milioni di euro”.
Francesca Cavallin