Il Pontino Aprilia • 9/2019
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Pag. 36 IL PONTINO APRILIA Cronaca di Aprilia ANNO XXX - N° 9 - 9/22 MAGGIO 2019
Anche ad Aprilia è possibile presentare domanda di
rimborso per abbonamenti del trasporto scolastico a
favore di studenti con disabilità che frequentano il
secondo ciclo di istruzione. Una delibera della giunta
comunale dello scorso 28 marzo ha infatti definito le
modalità di presentazione della richiesta presso gli
uffici del Comune. Il rimborso – erogato dalla Re-
gione Lazio – può riguardare sia ragazzi disabili in
grado di fruire autonomamente dei servizi pubblici
per raggiungere l’istituto superiore frequentato, sia le
famiglie che accompagnano e riprendono da scuola il
proprio figlio, attraverso l’utilizzo di un proprio au-
toveicolo. In quest’ultimo caso, il rimborso delle
spese sostenute sarà calcolato tenendo conto dei
giorni effettivi di frequenza scolastica e dei chilome-
tri percorsi quotidianamente (fino ad un massimo di
30). Per gli alunni disabili frequentanti istituti scola-
stici superiori insistenti sul territorio comunale, inve-
ce, il trasporto è garantito direttamente dall’Ente. Le
domandedevono essere presentate dalle famiglie in-
teressate direttamentepresso l’Ufficio Protocollo, uti-
lizzando i moduli disponibili sul sito web del Comu-
ne. L’abbonamento sostenuto per l’a.s. 2018-19 va
presentato – sempre attraverso il Protocollo – entro il
10/06/2019. Mentre entro il 21/06/2019le famiglie
che hanno provveduto autonomamente al trasporto,
devono presentare una certificazione rilasciata dall’I-
stituto di riferimento attestante il numero di giorni di
presenza a scuola dei ragazzi.
Comune di Aprilia
Recensione del libro biografico
“Il poeta della scienza – Vita del
professore Luigi Di Bella”, di
Adolfo Di Bella, 2012. Luigi Di
Bella, siciliano, nacque nel 1912
in una famiglia numerosa ed eco-
nomicamente disagiata. Dotato di
formidabile intelligenza e forza di
volontà, sopportò grandi sacrifici
per poter studiare, arrivando a far-
lo la sera in piedi sotto il lampio-
ne stradale, in mancanza del pe-
trolio per la lampada. In due mesi
riesce ad apprendere il latino, in-
dispensabile per iscriversi al li-
ceo. Parteciperà poi ai concorsi
riservati agli studenti poveri, vin-
cendo tutti quelli affrontati. Da
studente di medicina a Messina,
viene notato dal prof. Pietro Tul-
lio, il più autorevole fisiologo del
tempo, candidato al Nobel per la
medicina nel 1930 e nel 1932.
Grazie a lui, Luigi Di Bella si for-
ma in quella scuola medica che
annoverava luminari come Augu-
sto Murri e Pietro Albertoni, i più
grandi medici dei tempi moderni.
Essi raggiungevano percentuali di
diagnosi esatte prossime al 100%,
in un’epoca senza TAC e risonan-
ze magnetiche. All’epoca l’ecces-
siva specializzazione non aveva
ancora contaminato ogni settore,
e la fisiologia era considerata la
materia cardine di tutta la medici-
na, consentendo livelli di eccel-
lenza diagnostica attualmente
inarrivabili. Nel 1936 si laurea in
medicina con 110 e lode con 12
esami oltre quelli regolamentari.
Guglielmo Marconi lo chiama al
CNR ma Luigi Di Bella declina
l’invito, desiderando continuare
le sue ricerche nella medicina.
Nel 1938 si laurea anche in Far-
macia ed in Chimica mentre inse-
gna già Fisiologia e Chimica Or-
ganica all’Università di Parma.
Nel 1939 sposa Francesca Costa e
si trasferisce all’Università di
Modena. Nasceranno Giuseppe,
che diventerà anche lui medico, e
Adolfo. Durante la guerra dirige
due ospedali militari come Capi-
tano Medico in Grecia, sacrifican-
dosi incessantemente per i malati,
donandogli il pasto da ufficiale e
dormendo in piedi, appoggiato ad
una colonna, per accorrere più ve-
locemente alle richieste d’aiuto.
Ricordandolo anni dopo,dirà sem-
plicemente: “Dopo un po’ ci si
abitua”. Le immani fatiche lo de-
bilitano. Rientrato in Italia, gli
vengono diagnosticate epatite e
malaria. Appena migliora, ripren-
de l’insegnamento. Dal dopoguer-
ra subisce una persecuzione du-
rissima dall’ambiente accademico
che non gli perdona limpidezza
morale e superiorità d’intelletto.
Gli studenti invece lo idolatrano,
affollando le sue lezioni. Solo
Luigi Di Bella potrà tenere lezio-
ni nell’università occupata del
1968. I fondi universitari necessa-
ri alla ricerca gli vengano negati,
costringendolo ad indebitarsi per
costruirsi un suo laboratorio pri-
vato. Partecipa a congressi scien-
tifici in Italia e all’estero, mentre
pubblica i risultati delle ricerche.
La sua fama di medico capace di
fare diagnosi esatte e risolvere si-
tuazioni ritenute senza speranza,
alimenta invidie e persecuzioni.
Dirà un giorno: “A questo mondo,
è rigorosamente proibito fare del
bene”. I malati, che sempre visite-
rà gratis regalandogli spesso le
medicine, giungono numerosissi-
mi. Intervistato nel 1998 dalla
RAI, alla domanda “Ma lei non si
fa pagare?” risponderà: “Mi ripu-
gna. Uno viene qui perché ha bi-
sogno, e io dovrei guadagnare sul
bisogno di un altro?” Inflessibile
con sé stesso, fa dell’umiltà e del-
l’autocritica una regola di vita,
chiedendosi sempre se ha davvero
fatto tutto il possibile. Il lusso gli
ripugna: “La povertà e l’essenzia-
lità sono più vicine alla realtà di
tutto. Il lusso per me è il mezzo
migliore per deviare dalla retta
via”. Intervistato su come ha tro-
vato la cura per il cancro senza fi-
nanziamenti, risponderà: “In una
maniera semplice: rinunciando a
tutto quello che non è necessario
per vivere”. Al rigore scientifico
unisce la sensibilità per il bello.
Ama le arti figurative, la musica e
l’infinita bellezza dei meccanismi
che rendono possibile la vita.
Ogni volta che da ricercatore ri-
esce a far luce su di essi, prova un
profondo rapimento spirituale per
la bellezza e la perfezione che vi
intravede. Soltanto un poeta della
scienza può arrivare a dire: “Un
medico può considerarsi tale solo
se ama l’ammalato ed è affascina-
to dall’ignoto, se cerca di far luce
sui misteri del Creato e di con-
frontarsi con questi”. Agli amma-
lati si dona completamente, pren-
dendo parte alle loro sofferenze.
Molti pazienti gli confidano le lo-
ro pene interiori ed escono dalla
visita sconvolti nell’anima. Una
signora afferma: “E’ come se mi
avessero messo una telecamera
dentro al cuore e all’anima. Ha
letto in me cose che non sa e non
capisce nessun altro,addirittura
mi ha spiegato cose di me stessa
che non riuscivo a comprendere.
Un’esperienza sconvolgente che
non dimenticherò finché avrò vi-
ta”. Nel 1969, primo al mondo,di-
mostra l’influenza del sistema
nervoso centrale sulla concentra-
zione delle piastrine nel sangue.
Nel 1973 presenta i primi risultati
della sua cura per i tumori, senza
riuscire a vincere l’ostilità di
un’onco-ematologia che si sente
scavalcata da chi dava concrete
possibilità di salvezza a malati
condannati. Nel 1974 si salva in
extremis da un tentativo di avve-
lenamento. Nel 1996,ottantaquat-
trenne, viene colpito alle spalle
con un sacco di sabbia mentre va
in bici al laboratorio per visitare i
malati. Risvegliatosi in ospedale
con trauma cranico, commozione
cerebrale e l’udito compromesso,
ha un’unica preoccupazione: si fa
dimettere e accompagnare in la-
boratorio e, con ancora le bende
macchiate di sangue, visita i ma-
lati che lo attendevano. Ad una
giornalista che gli chiedeva quali
fossero le sue gratificazioni, viste
le mille difficoltà incontrate nella
vita,risponderà così: “Non ho bi-
sogno di gratificazioni. Sono arri-
vato ad una semplice morale che
a volte meraviglia anche i miei fi-
gli: ringrazio il Padreterno per la
sofferenza che m’ha dato, perché
attraverso la sofferenza ho impa-
rato cos’è la vita”. Nel 1998 il
Ministero dalla Sanità organizzò
la famigerata sperimentazione del
Metodo Di Bella. Sia per i pre-
supposti di partenza che per la
sua conduzione, essa aveva l’esito
era già scritto. Per comprenderne
l’eccezionalità, basti sapere che
nella letteratura scientifica mon-
diale non esiste un solo caso di
tumore solido guarito con stru-
menti farmacologici o radianti.
Tanti altri aspetti della cura, della
pseudo-sperimentazione, della vi-
ta dello scienziato ed una ricca
documentazione fotografica sono
riportati nel volume “Il poeta del-
la scienza” scritto da Adolfo Di
Bella, che ha voluto affidare a
questa biografia la testimonianza
di una vita trascorsa accanto ad
un genio e benefattore dell’uma-
nità. Luca Iezzi
Anche ad Aprilia è possibile presentare domanda di rimborso per l’a.s. 2018-2019
Trasporto studenti disabili
Il libro biografico del professor Luigi Di Bella
Il poeta della scienza
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