Il nuovo sistema di prenotazione online della Asl Roma 6
Tamponi Drive-In
Drive-in Asl-Roma 6 al via prenotazione online Anche i residenti di Ardea potranno usufruire di questo servizio sanitario molto importante in questi mesi.
Niente più code ai drive-in della ASL Roma 6, al via il sistema aziendale di prenotazione online dei tamponi. Per razionalizzare gli accessi e ridurre i disagi dei cittadini e degli operatori, parte a far data dal 23 ottobre il nuovo sistema aziendale di prenotazione online dei tamponi e test rapidi da effettuare presso i Drive-In della ASL Roma 6:
• Genzano, ex Ospedale E. De Sanctis - via Achille Grandi snc
• Anzio, Villa Albani via Aldobrandini, 32
• Pomezia, Presidio territoriale località Macchiozza - via del Mare, km19
Ecco come fare:
Si può prenotare SOLO se si è in possesso di impegnativa o ricetta de materializzata:
• Accedendo dal sito www.aslroma6.it all’area “Prenota Drive-In”
• Direttamente dal link: https://coronavirus.aslroma6.it/covid19/drivein.jsf
• Scansionando il codice QR presente sul manifesto in allegato.
Verrà assegnato il primo appuntamento disponibile per il Drive-In selezionato sulla base della tipologia di tampone prescritto.
Il sistema rilascerà un SMS di ricevuta avvenuta prenotazione con data, orario e indicazione Drive-In scelto, da mostrare all’ingresso il giorno dell’appuntamento.
Riceviamo e pubblichiamo il parere del sindaco Savarese su questa restrizione
Sulla chiusura dei ristoranti alle 18,00
Mi chiedono un parere da sindaco su questo argomento. Non posso assolutamente pensare ad una soluzione che sia universalmente applicabile all’intero territorio nazionale. Bisognerebbe piuttosto analizzare luogo per luogo quali sono le cause che costituiscono rischio per il contagio. Parliamo dei ristoranti, ad esempio. Ci sono delle trattorie a Roma, di quelle tipiche trasteverine, che bisognerebbe chiudere e basta perché è impossibile li garantire la minima sicurezza, non solo per gli spazi ridottissimi per il pubblico che verrebbero limitati in maniera tanto drastica da rendere vana l’idea di aprire l’esercizio, ma anche per le strutture a corredo, in primis cucina e servizi igienici. Dei veri e propri sgabuzzini. Totalmente diversa la situazione in ristoranti, e ne conosciamo molti, dove le sale sono molto ampie e pur con ricettività ridotta per garantire spazi adeguati ai clienti, sarebbero in grado di ospitare moltissimi avventori. Tipicamente questi locali sono dotati anche di cucine di dimensioni adeguate e servizi igienici più belli del salotto della mia casa.
Ecco, mi chiedo dunque, come fare per stabilire un criterio univoco in questi esempi? Poi c’è da dire che ogni comune fa storia a se. Perché Ardea continua ad avere percentuali di contagi bassi rispetto alla media dei comuni limitrofi? Semplice: ci sono ad Ardea meno occasioni di contagio. Pochi ristoranti e poco frequentati, pochi bar e nessuno di questi affollato.
I nostri giovani vanno ad ammalarsi nelle stradine della movida di Nettuno o in locali “alla moda” di Pomezia. Ci si ammala perché non si è abbastanza accorti nell’evitare i contagi. Può servire chiudere i ristoranti alle 18? probabilmente non basta e per questo forse è un provvedimento inutile; non tanto per il provvedimento in se quanto per il fatto che da solo non serve a nulla. Che faranno i giovani dei WE se gli chiudi i luoghi di ritrovo? si infetteranno in riunioni casalinghe dove nessuno li potrà controllare, probabilmente.
Ma chi sono io umile sindaco che ha un quadro estremamente limitato al proprio comune per dire che un provvedimento emanato a livello nazionale è giusto o sbagliato? Ho io i dati e i rapporti del comitato scientifico dove mi dimostrano con dati reali quali sono i veri rischi?, da che cosa derivano, e con quali dati? Guardiamo alla Francia, Alla Germania, all’Inghilterra. Scenari più disastrosi che in Italia. E allora, e concludo, non mi resta che confidare nel capo dello stato. Quale pensiamo sia stato l’argomento trattato dal Presidente della Repubblica con i capi di stato maggiore al Consiglio Supremo della Difesa?
Uno scenario possibile è proprio quello di un allentamento delle restrizioni accompagnato da un controllo serrato e capillare effettuato con l’aiuto dell’esercito che intervenga prontamente sui trasgressori, facendo capillarmente rispettare le regole di distaccamento sociale e le precauzioni sanitarie nei luoghi pubblici. Si potrebbero allora riaprire tutte le attività, limitare i danni e scongiurare il lockdown.
Mario Savarese
Sindaco di Ardea