Il Litorale • 14/2019
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ANNO XIX - N° 14 - 1/31 AGOSTO 2019 Il Litorale Pag. 15
Il Consorzio di Lavinio continua
imperterrito ad esistere dopo le
battaglie col Comitato dei Dis-
senzienti che, credo, si sia recen-
temente disciolto nel prevedibile
guazzabuglio di pastoie giudizia-
rie e diatribe interne. E’ un pecca-
to perchè poteva essere l’occasio-
ne per fare un pò di chiarezza, at-
traverso un serio re-styling del
Consorzio, come mediazione fra
le richieste di abolizione dei dis-
senzienti e la volontà di sopravvi-
vere dell’ente. Purtroppo i miei
inviti al confronto anche duro, ri-
volti al compianto amico Niccolò
ed al gruppo che si andava allora
formando, caddero nel vuoto e mi
costrinsero ad uscire da quel con-
sesso di persone di buona volontà
che volevano fare chiarezza con
una battaglia senza speranza. Poi
sono intervenuti gli avvocati ed
infine vi ha anche fatto capolino
la politica: due presenze che co-
stituiscono spesso il fallimento
delle più valide iniziative associa-
tive. Il Consorzio prosegue la sua
attività che si legge nei numeri e
nei fatti che indicano interventi
molto limitati e totale disinteresse
da parte della gente di Lavinio.
Un gruppetto di persone tenta
inutilmente di rappresentare una
moltitudine di abitanti utilizzando
uno statuto che almeno e per for-
tuna sancisce il “diritto di voto
anche alle donne”.
Il senso del ridicolo non riesce a
scuotere chi crede ancora nella
necessità di tenere in vita un ente
che ha perso tutte le ragioni per
cui fu creato. Era ed è fondamen-
talmente un consorzio stradale, di
quelli che venivano creati per ge-
stire le fasi di sviluppo delle
grandi lottizzazioni degli anni ‘50
e ‘60 e che erano stati creati per
realizzare le opere stradali, le fo-
gne e le linee di alimentazione
elettrica ed idrica e che, per statu-
to, avrebbero dovuto estinguersi
al raggiungimento degli scopi so-
ciali. Cosa che, nel Consorzio di
Lavinio, è avvenuto da trenta an-
ni. Il Consorzio di Lavinio è un’i-
stituzione del territorio che, fon-
data da alcuni privati negli anni
‘50 per predisporre le opere di ur-
banizzazione delle lottizzazioni
in atto ha, da molti anni, pratica-
mente esaurito ogni obiettivo sta-
bilito nel suo statuto. Perchè allo-
ra non viene sciolto? Perchè per
deliberarne lo scioglimento oc-
corre “il voto favorevole di tanti
consorziati, che rappresentino al-
meno il 60% della somma dei voti
spettanti a tutti i consorziati”.
Perchè per la chiusura dell’Ente
non basta aver terminato il lavoro
per cui esso era stato creato, ma
la decisione deve essere presa
con voto favorevole di un numero
altissimo di consorziati. Circo-
stanza che costituisce di fatto una
clausola di vita eterna del Con-
sorzio, se si considera che anche
la modifica di questa norma sta-
tutaria richiede una maggioranza
analoga.
Per la sua chiusura lo statuto pre-
vede infatti un voto favorevole di
circa 5400 dei suoi circa 9000 so-
ci. Questo fa del Consorzio di La-
vinio un’istituzione eterna se si
considera che nelle ultime assem-
blee generali hanno espresso il
voto un centinaio di persone che
corrisponde circa al numero tota-
le dei delegati. E’ come dire che
alle elezioni politiche della Re-
pubblica Italiana vanno a votare
circa 1000 persone. Quindi un
consorzio blindato ed anacronisti-
co che pretende di rimanere in vi-
ta per coprire l’unica funzione
che potrebbe ancora avere una
parvenza di utilità e cioè quella
della manutenzione delle strade.
Di utilità ma non di competenza
perché l’attività di manutenzione
stradale spetterebbe comunque al
Comune di Anzio a cui i cittadini
dell’area consortile contribuisco-
no già con tasse e tributi per as-
solvere al compito. Come si può
rappresentare una comunità di
9000 persone se a votare sono so-
lo poco più di 100? Che senso ha
che questo continui ad esistere?
Si sentono e si leggono sempre le
lagnanze della dirigenza consorti-
le per la scarsa partecipazione.
Ma che fa il Consorzio per aprirsi
al confronto con la comunità se si
è alimentata una costosa diatriba
legale nei confronti di centinaia
di cittadini che almeno all’inizio
cercavano il confronto? Il Con-
sorzio di Lavinio a Lavinio è
menzionato solo con aggettiva-
zione decisamente negativa. Sono
certo che un referendum sul terri-
torio potrebbe dire come stanno
le cose. Ricordo che il sottoscrit-
to, come relatore della Commis-
sione per la revisione dello Statu-
to, lavorò sei mesi insieme ad al-
tri, per modificare lo strumento
consortile del tutto obsoleto e
renderlo adatto ai tempi che vi-
viamo facendo del Consorzio un
prestatore di nuovi servizi neces-
sari ad una moderna comunità. Ci
fu un’alzata di scudi contro chi
aveva tentato di cambiare le cose
tanto da costringermi a lasciare
ogni attività all’interno del Con-
sorzio. Ora si continua inutilmen-
te a proporre uno statuto emenda-
to in “camera caritatis” al voto
delle assemblee generali che non
potranno mai approvarlo. Per evi-
tare che il Consorzio di Lavinio
resti solo un piccolo centro di sot-
topotere politico si apra ai cittadi-
ni con l’unico segno di partecipa-
zione possibile: il referendum.
Abbia il coraggio, il nuovo Comi-
tato di Amministrazione, di deci-
dere di sottoporre il Consorzio a
referendum popolare per verifi-
carne la necessità e l’opportunità.
Chi scrive ha da 15 anni scritto e
lavorato non per chiudere il Con-
sorzio a Lavinio ma per chiudere
questo Consorzio e per dare vita
ad un altro ente moderno che non
sia solo un piccolo strumento del-
la politica locale ma che presti
servizi alla Comunità di Lavinio
necessari per ostacolare il degra-
do di cui è oggetto da anni. Nel-
l’indifferenza assoluta, di recente
il Consorzio di Lavinio ha eletto
il suo nuovo Direttivo in un’ele-
zione generale la cui partecipa-
zione si aggira intorno al solito
1% costituito da amici ed amici
degli amici, fatto che preclude
ogni reale possibilità di far diven-
tare il Consorzio una cosa di tutti
al servizio di tutti. Come già av-
venuto inutilmente in passato, in-
vito il nuovo presidente del Con-
sorzio ad un incontro per verifi-
care se esistano possibilità di col-
laborazione fra l’ente e le asso-
ciazioni del territorio che hanno
l’intento genuino di preservarne i
valori.
Sergio Franchi
Il Consorzio di Lavinio, che ha raggiunto il suo scopo sociale per cui era stato costituito, rinnova il Direttivo ma non rinnova se stesso
Facciamo un referendum per cambiare
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