SIMPOSIO
Giuliana Bellorini
Coordinatrice corrispondente
del salotto sede del Simposio
Le piante
Così semplice e perfetto, un fiore è bellezza! Mentre assapori un frutto, quel piccolissimo seme generatore di vita, ti chiedi come sia possibile tale compiutezza. L’osservazione attenta della natura ha stimolato approfondimenti e studi, sono stati scritti libri e formulate teorie. Autosufficienti dei quattro elementi - aria, acqua, terra, fuoco - le piante sono nate, cresciute, si sono diffuse e consumate per far nascere la vita.
Avevamo cominciato a parlare del mondo vegetale qualche anno fa, insieme ad un biologo: le erbe commestibili o gli alberi strani e curiosi. Inoltre, approfondimmo il tema con una rubrica tenuta da una giovane esperta conosciuta in un vivaio. Sui banchi di scuola si studiavano i vegetali sezionati, un mondo suddiviso e catalogato in varietà, specie, genere, ordine e classe. Le piante occupano oltre l'80% dello spazio terrestre e la scienza riconosce la loro intelligenza intesa come capacità di risolvere i problemi: l'attitudine propria della vita. In modo differente da tutti noi, esse hanno una percezione della realtà e di memoria superiore a ogni altro essere vivente a loro debitore di sussistenza. Oggi sta maturando una nuova consapevole sensibilità verso il "mondo verde" e il nostro penultimo incontro, prima della pausa estiva, è stato dedicato a quello che possiamo definire un miracolo della vita.
(Letture: STEFANO MANCUSO e ALESSANDRA VIOLA, Verde brillante. Sensibilità e intelligenza del mondo vegetale, 2015; EMANUELE COCCIA, La vita delle piante. Metafisica della mescolanza, 2019.
Giuliana
La Celebrazione della
PENTECOSTE
di Cristian Alderete
Dum complerentur dies pentecostes, alleluia,
et subito factus est sonus de caelo, alleluia.
Tamquam spiritus vehementis et replevit totam domum, alleluia.
Giovanni Pierluigi da Palestrina per la celebrazione della Pentecoste compose questo mottetto sui testi tratti dal Vangelo.
Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. 2Venne all’improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. 3Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; 4ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere d’esprimersi. (Mt2, 1-4)
La Pentecoste è una festa religiosa complessa con radici sia nel cristianesimo che nel giudaismo con significati e celebrazioni diverse ma entrambe legate alla rivelazione e alla donazione.
Nel Cristianesimo, si celebra la discesa dello Spirito Santo sugli apostoli 50 giorni dopo la Pasqua. Lo Spirito Santo è il dono di Dio che permette la comunicazione con gli altri e la diffusione della fede, dona agli apostoli il potere di parlare in diverse lingue e di predicare il Vangelo superando le barriere linguistiche e culturali.
La Pentecoste è un evento fondamentale, che segna la nascita della Chiesa e l’inizio della sua missione nel mondo.
Nel giudaismo, conosciuta come Shavuot, la Pentecoste ebraica, è una festa che celebra sia la rivelazione della Torah sul Monte Sinai, sia la mietitura dei primi frutti del raccolto. È un ringraziamento per i doni di Dio soprattutto per la Torah che fornisce la guida per la vita.
MUSICA E CANTI
Domenico Bartolucci, (1917-2913) grande compositore italiano di musica sacra, ha scritto “Spiritus Domini” mottetto salmodico per coro virile (solo uomini) o coro misto (uomini e donne) in occasione della celebrazione della Pentecoste (l’ultima esecuzione risale al 28 maggio 2023 presso la Basilica di San Pietro in vaticano) così come la Missa “Veni Creator Spiritus” di Giovanni Pierluigi da Palestrina a 6 voci, di modo VI per coro virile (all’origine di soli uomini). La composizione è giunta a noi attraverso la copia manoscritta stesa in partitura da Giuseppe Baini, (1755-1844) primo biografo del Palestrina.
La Pentecoste è una festa complessa con radici sia nel cristianesimo che nel giudaismo, con significati e celebrazioni diverse ma entrambe legate alla rivelazione e alla donazione.
La Pentecoste è anche chiamata “Pasqua delle rose” per un’antica tradizione diffusa prevalentemente in Italia. Durante la celebrazione della Santa Messa pentecostale si facevano piovere petali di rose sui fedeli, per ricordare la discesa dello Spirito Santo sugli apostoli.
Da qualche anno tale tradizione è stata ripresa al Pantheon di Roma dove si svolge una commemorazione estremamente suggestiva. Il simbolismo della rosa è molto forte, i suoi petali sono orientati verso un unico centro da cui tutti prendono la vita: è simbolo di unità, immagine perfetta dello Spirito Santo che anima e nutre tutti gli uomini.
* Di Cristian Alderete su Giovanni Pierluigi da Palestrina vedi anche articolo su Il Litorale N° 8.
UNA GUERRA
SENZA FINE/1
di Francesco Bonanni
L’attuale conflitto Israele-Hamas, iniziato con l’attacco di Hamas contro Israele(denominato Operazione Alluvione Al-Aqsa) che tra civili e militari ha provocato la morte di 1200 Israeliani e comportato il rapimento di circa 250 di questi, non solo ha registrato negli ultimi tempi una crescente escalation ma sembra non aver mai fine.
I nostri Media, invece di informare il pubblico sulle cause lontane e sulla natura di questa sanguinosa guerra che dura da ben 77 anni, hanno spesso preso una posizione manichea a favore di una delle due parti in conflitto con quelle modalità da squallide tifoserie da bar dello sport.
Anche se le drammatiche immagini dei poveri Palestinesi che arrivano da Gaza colpiscono la nostra sensibilità ciò non toglie la necessità di una fredda analisi della situazione cercando di intravedere con onestà intellettuale le possibili soluzioni che possano porre fine alle sofferenze di quel popolo tanto martoriato.
Ma per risolvere in modo definitivo il “Problema Palestinese” è necessario non solo una sincera effettiva buona volontà da parte di tutti i Protagonisti ma anche la capacità della Politica di fare con la Ragioneun “salto di fantasia” che sia ingrado di superare tutti gli ostacoli accumulati in questi ultimi 75 anni.
“Il sonno della Ragione genera mostri”
Il pittore spagnolo Francisco Goya nel 1797 realizzò con questo titolo un’incisione con la quale intendeva affermare che la Fantasia, figlia dell’emotività, è alla base di tutte le creazioni ma quando questa è privata dalla Ragione si risvegliano visioni mostruose.
E la stessa Emotività scaturita dalla visione di tante scene drammatiche trasmesse dalla televisione deve essere governata dalla Ragione.
Ma la Ragione deve esaminare i fatti e quindi per comprendere il Dramma Palestinese è indispensabile avere una completa conoscenza dei precedenti storici che hanno dato origine a questo annoso conflitto.
Difatti il grande Luigi Einaudi affermava che era necessario “conoscere per deliberare”.
E la questione Palestinese ha profonde radici nel lontano passato addirittura risalente al 70 d.C. all’epoca della cacciata degli Ebrei dalla loro terra ad opera dell’Imperatore Romano Tito.
Per capire veramente quello che sta avvenendo in Palestina necessario ripercorrere nei secoli passati la storia del Popolo Ebraico e i suoi complessi e difficili rapporti con la Società Occidentale.
Difatti il presente ha sempre le sue radici nel passato e se non si tiene conto di questo principio si finisce inesorabilmente di non capire il presente e quindi di giungere a conclusioni completamente errate.
L’annoso conflitto arabo-israeliano non si può comprendere se non partiamo dalle sue lontane origini: la Diaspora del popolo Ebraico iniziata proprio dal 70 d.C. a seguito dell’ennesima rivolta di questo Popolo contro la Occupazione Romana e la conseguente spietata reazione dei Dominatori.
Con la “Diaspora” gli esuli Ebrei si sparsero sull’intero Continente Europeo. Nacque così l’immagine dell’ebreo Errante.
In tale frangente da parte di vari Protagonisti ci sono state pesanti responsabilità dell’attuale drammatica situazione in cui versano i poveri Palestinesi.
Prima di tutto, soprattutto per quanto riguardo il vicino e soprattutto il lontano passato, ci sono state pesanti colpe da parte degli Occidentali alle quali più recentemente si sono aggiunte anche quelle degli stessi Paesi Arabi.
Difatti la vita del Popolo Ebraico in Occidente non fu facile, furono spesso discriminati se non addirittura perseguitati.
Continua