SEGNIXLIBRI da
TUTTO il MONDO
Presso il Liceo Scientifico G.B. Grassi di Latina,
il giorno 10 del mese di aprile si è tenuta, la pre-inaugurazione della mostra dal titolo “SEGNIXLIBRI un viaggio attraverso il pensiero, i libri e la lettura”. Mostra molto particolare perché in esposizione vi erano, forse già il titolo vi porta a capire quale possa esserne il tema, dei segnalibri. Avete capito bene, proprio quegli oggetti semplici e spesso trascurati ai quali di solito non si presta grande attenzione, ma che ci accompagnano nelle nostre letture, aiutandoci a mantenere il segno quando interrompiamo, senza dover fare quelle orribili piegature che talvolta lettori poco rispettosi del libro sono adusi fare.
La iniziativa si deve al vulcanico Massimo Pompeo che oltre ad essere un bravissimo artista ed incisore è anche un insegnante della scuola. La manifestazione, come altre di cui Massimo è stato organizzatore, ha come sempre trovato la disponibilità, direi la “complicità” dell’illuminato dirigente scolastico Vincenzo Lifranchi.
Non crediate che si tratti di una semplice mostra racchiusa in uno spazio magari grande ma comunque limitato. Assolutamente no. I lavori degli artisti partecipanti, a detta di Massimo sono 500 ed io gli credo senza andarli a contare, sono stati sistemati lungo le pareti dei corridoi dell’istituto oltre che su quelle all’interno delle aule. A tal proposito, c’è da dire che sono stati gli alunni stessi ad aver scelto le opere da collocare nella propria aula, compiendo una sorta di “adozione”, e che, nel corso della mostra, esse potranno essere sostituite con altre, presenti in altre aule, in una sorta di scambio di adozioni.
I materiali usati, oltre a quelli che di solito vengono adoperati nella fabbricazione dei segnalibri, quali carta, cartone e cartoncino, sono: carta stagnola, carta per lucido, carta pergamenata, tessuti di vario tipo, metallo, fili di lana, di cotone e fili metallici di diverso tipo, ceramica, materie plastiche, terracotta, vetro, passamanerie varie, piume, ecc.
Le tecniche adoperate vanno dal disegno a matita o a pastello alla pittura, dal collage alla stampa oltre che alle tecniche miste. Per le forme poi c’è da dire che, oltre a quella canonica del rettangolo, ce ne sono delle più varie. Ci sono segnalibri di forma circolare, triangolare, a spirale e di figure geometriche indefinibili.
Gli artisti cooptati provengono da ogni parte del mondo: dall’Europa (oltre che dall’Italia partecipano quelli provenienti da Francia, Gran Bretagna, Svizzera, Spagna, Portogallo, Moldavia, Romania, Polonia, Croazia, Slovenia e Serbia); dall’Africa del Nord (artisti della Tunisia, Algeria, Egitto, Libia e Marocco); dalle Americhe (artisti di Canada, Argentina, Brasile, Colombia, Messico, Cuba ed Ecuador) oltre a quelli di Cina, India, Iran, Turchia, Siria e Kuwait.
Alla inaugurazione si sono avuti interventi di scrittrici, scrittori, poetesse, poeti, studiosi d’arte, artiste, artisti e docenti di materie artistiche e letterarie.
La manifestazione ha avuto il supporto di un nutrito gruppo di allievi ed allieve del quinto anno. Di essi, alcuni si sono esibiti in veste di musicisti e di cantanti, riscuotendo un notevole successo, altri hanno letto brani di autori famosi che avevano come argomento la scrittura.
Un nutrito gruppo di essi ha fatto parte della organizzazione generale, chi accogliendo gli ospiti per poi accompagnarli ai posti loro riservati, chi occupandosi delle apparecchiature quali computer, microfoni, impianto fonico e di proiezione, indispensabili alla riuscita della manifestazione, chi infine occupandosi del buffet che si è tenuto in chiusura della giornata.
Massimo Pompeo non è nuovo ad eventi del genere: nel mese di aprile del 2023, sempre con la “complicità” del Dirigente, fu inaugurata la mostra dal titolo «Tra Ulisse, Enea ed Ibn Battuta, un viaggio attraverso i mari e le terre. Gli artisti, l’Europa e il Mediterraneo» che ha visto la partecipazione di 269 artisti provenienti da ogni parte del mondo.
Nel mese di novembre, in data non ancora da stabilire, si terrà la inaugurazione ufficiale della mostra, nel corso della quale verrà presentato il catalogo dei lavori esposti e si terrà un incontro con la partecipazione di poeti conosciuti in ambito nazionale ed internazionale.
La mostra rimarrà aperta fino al 19 dicembre 2025 sarà possibile visitarla in gruppi organizzati, con la guida del curatore.
Alfonso Marino
I RACCONTI DAL FARO
TAMBURI D’ACCIAIO
E MUSICA CARAIBICA
UN SUONO ESOTICO
Una melodia tipica delle isole dei Caraibi è prodotta da uno strumento che - nato a metà dell’Ottocento nell’isola di Trinidad - dagli anni del 1930fu costruito utilizzando il fondo di vecchi bidoni di acciaio usati per contenere il petrolio. È conosciuto comunemente con il termine inglese di steeldrum (o steel pan, tamburo d’acciaio).
L’isola di Trinidad era una colonia del Regno Unito britannico insieme all’isola di Tobago, nell’Arcipelago delle Piccole Antille (a Nord-Est del Venezuela) quando quella parte della popolazione che vi era stata portata dall’Africa in schiavitù nel secolo XVIII dovette trovare un’alternativa al divieto delle autorità locali di utilizzare i tamburi come strumento sonoro.Per comprendere il motivo del provvedimento, è necessario ricordare che, dopo l’abolizione della schiavitù avvenuta nel 1833, la colonia viveva un momento di grande entusiasmo popolare per la riacquistata libertà, e che il divieto governativo mirava - probabilmente - a mantenere l’ordine pubblico. Infatti, nell’Africa Occidentale il tamburo parlante o tam-tam sin dalla notte dei tempi era usato, non solo come strumento musicale o rituale, ma anche come mezzo per l’invio di messaggi tra comunità e villaggi, e per convocare a raccolta le masse.
L’ACCIAIO
La proibizione provocò a Trinidad violente proteste. La popolazione avrebbe voluto festeggiare nel Carnevale del 1834la ottenuta libertà facendo accompagnare dagli strumenti a percussione i cortei mascherati e la danza, secondo le usanze africane e creole. Comunque, nel giro di pochi anni, il divieto fu aggirato: alle percussioni dei tamburi degli avi africani si sostituirono quelle di pentole in acciaio (steelpans), di scarti metallici, di bidoni della spazzatura, di canne di bamboo. Il suono reso ritmato, accompagnato dal tintinnìo delle bottiglie di vetro percosse con cucchiai, fu portato ad armonia. Nacquero i primi complessi musicali, le steelbands, che contribuirono a diffondere quella musica particolare in tutte le caraibiche Indie Occidentali (The West Indies).
BARILI PER IL PETROLIO
All’inizio del XX secolo, il petrolio divenne un bene importante soprattutto per la diffusione dei motori endotermici; per il suo trasporto negli anni del 1930 si utilizzavano contenitori cilindrici di acciaio (più sicuri dei precedenti, in legno). Una volta vuoti e divenuti generi di scarto, si intuì, che dal loro fondo, reso concavo e con calcolate “ammaccature”, si potevano produrre con robuste bacchette vari toni musicali e melodie riconoscibili: era nato lo strumento che oggi conosciamo, chiamato steeldrum (tamburo d’acciaio). Se desiderate ascoltarne in video una breve e piacevole esecuzione, digitate su Google:
“you tube steeldrums-jump in the line - shake senora”.
IL CARNEVALE DI NOTTING HILL (Londra, UK)
Notting Hill è un distretto nel quadrante Ovest di Londra, in una zona semi-collinare. Conosciuto per essere un quartiere cosmopolita e multiculturale, nell’ultima settimana di Agosto ospita l’annuale Carnevale delle comunità afro-caraibica e indo-caraibica britanniche. Per affluenza ed esibizioni è considerato il secondo evento carnascialesco al mondo, dopo il brasiliano Carnevale di Rio de Janeiro. Ai primi del Novecento Notting Hill aveva iniziato ad ospitare le prime comunità afro-americane provenienti dalle colonie britanniche caraibiche. Per ravvivare i colori spenti dei vecchi fabbricati, i nuovi occupanti iniziarono a tinteggiare le facciate ed i portoni con sgargianti colori pastello, tipici dei loro luoghi di origine (una delle prime strade così variopinta fu la celebre Portobello Road, ove è collocato l’antico - dal 1857 - mercato dell’usato). Il primo Notting Hill Carnival fu organizzato nel 1966 e ancora oggi la manifestazione è molto sentita dalle comunità caraibiche britanniche, che la curano. Durante i tre giorni della sua durata, si può assistere alla rappresentazione delle cosiddette “5 Arti”del Carnevale di Notting Hill:
Masquerade, ovvero la grande parata in costume dei partecipanti;
Calypso, ovvero lo stile di musica, nata a Trinidad verso la metà del 1800 e diffusasi nel resto delle Antille dalla metà del 1900;
Soca ovvero un altro stile di musica nato a Trinidad negli anni del 1970 (è una variazione del Calypso);
Steel drum (o steel pan) ovvero esecuzioni musicali da strumenti a percussione in acciaio originati a Trinidad (i musicisti sono chiamati “pannisti”);
Sound system, ovvero diffusione di musica da grandi impianti con casse di amplificazione dai “bassi” potenti, adatti all’esecuzione di vari ritmi (ska, rocksteady, reggae) originari della Jamaica.
IL PROGRAMMA (del Notting Hill Carnival):
Sabato, la gara (chiamata “Panorama”) tra i complessi musicali di steeldrums;
Domenica, una corta parata in maschera dedicata ai più giovani e alle famiglie;
Lunedì, l’ampia e fantasmagorica parata in maschera - attrazione principale del Carnevale - dedicata agli adulti, in un coinvolgente ed inebriante intreccio di suoni e di colori.
Il Guardiano del Faro