UPA denuncia la scarsa disponibilità dell’Amministrazione
Risposta inadeguata ai cittadini
Ricordo il giorno dell’insediamento del nuovo consiglio Comunale, era solo qualche mese fa. Ricordo l’enfasi con cui i nuovi eletti, la quasi totalità dell’assemblea, si rivolgevano agli elettori. Nei vari interventi dei consiglieri i concetti di “cittadini” e di “collaborazione” erano quelli più gettonati per ringraziare per la fiducia ottenuta. D’altra parte, se si analizzano politicamente, i risultati indicano che ad Anzio non ha vinto il Centro-Sinistra ma ha perso il Centro-Destra, anche al netto delle vicissitudini che hanno visto coinvolti personaggi storici della vecchia Giunta. E vincere le elezioni in un contesto in cui i passati ballottaggi hanno visto competere candidati di centro destra, è stato un risultato eclatante. E la gente, quella che non è andata nemmeno a votare, o quella che era rimasta nauseata da personaggi che non potendosi più ripresentare hanno fatto candidare propri sodali, ha generalmente detto: ora vediamo che cosa succede, vediamo se “questi” sono meglio degli altri. Perché in elezioni in cui non si fa politica economica, non si definiscono le linee di politica estera e non sono in discussione i grossi principi ideologici, quello che conta sono le persone: persone capaci di amministrare una fabbrica di servizi chiamata Anzio.
La “monnezza”, le buche nelle strade, la difesa della natura, il decoro urbano e poco altro nel sociale e nella sicurezza, queste sono le materie in cui gli amministratori devono eccellere e non credo che esista una “monnezza” di destra ed una “monnezza” di sinistra. Le aspettative nei confronti di una Giunta di sinistra e, quindi storicamente più aperta alla partecipazione, erano, però, quelle di vedere interazioni con le associazioni dei cittadini genuinamente pronte a dare una mano, evitando le solite ed inutili ammucchiate del tipo “il Sindaco incontra le associazioni”, che servono solo a fare fumo ma non producono progetti di partecipazione.
Uniti Per l’Ambiente è un gruppo ben consolidato sul territorio che fa progetti di difesa ambientale, che si è attivamente confrontato con le passate Giunte e lo ha fatto sia con accordi che con forti azioni di contrasto, ma sempre con la possibilità di interagire: gli scontri nella saletta di riunioni della Giunta e in Consiglio Comunale hanno fatto storia.
Con l’avvento del “nuovo corso” una nota informativa è stata rivolta al Sindaco, da parte di Uniti Per l’Ambiente, per prospettare attività di collaborazione di problemi ambientali. Nemmeno l’ombra di un riscontro, nemmeno un diniego verso chi non ha chiesto nulla, non vuole nulla in cambio e di nessun genere, ma offre competenza e quella disponibilità che molti chiamano servizio sociale. Quesiti e richieste, sempre in ambito ambientale e sempre rivolte alla disponibilità ed alla partecipazione, sono state indirizzate al Presidente del Consiglio Comunale ed al Presidente della Commissione Ambiente: senza esito. Uniti Per l’Ambiente non fa politica di partito, non cerca una visibilità effimera e nemmeno una “pacca sulla spalla” da parte di persone elette a rappresentare i cittadini ed a servire la comunità, ma ha sempre offerto lavoro e collaborazione a difesa del territorio. Una voce, fondamentale, ha dato però disponibilità al confronto ed alla collaborazione e lo ha fatto su semplice richiesta di incontro più sul piano informale che su quello formale, perché, il “Sindaco ha tante cose da fare”: è la voce dell’Assessore alle Politiche Ambientali Dott. Luca Brignone. Con lui si è aperta una discussione su cose che si possono fare e su possibili modalità di collaborazione su materie, come quelle dei rifiuti, della difesa degli animali, del verde ecc. Certamente chi amministra può anche scegliere con chi collaborare e può rifiutare proposte lecite da parte di chiunque… ma quello che non le è concesso, nell’ambito della buona educazione civica, è di non interloquire con tutti, di non dare risposta a richieste inviate in via “formale” attraverso posta certificata. Specialmente, come ho sentito in un recente Consiglio Comunale, se il “Sindaco si è fatta una mega-segreteria” e, quindi, qualcuno deve poter dare seguito a rapporti proficui con la gente. Se non lo si fa si ripudia il dovere di rappresentanza, non si fa un buon servizio alla Comunità e si preclude la possibilità di raccogliere quel consenso stabile di cui questa Giunta ha tanto bisogno.
Sergio Franchi
Convegno al teatro Studio 8 di Nettuno sullo smaltimento dei rifiuti
Torce che accendono una soluzione
Un ambiente piuttosto originale quello scelto dagli organizzatori per la presentazione, il 17 maggio, di una tecnologia sofisticata come quella degli impianti di trattamento dei rifiuti con torcia al plasma. Un teatrino nella periferia di Nettuno, con poltroncine del velluto rosso un pò logore dal tempo.
La partecipazione non era certamente massiccia, ma la materia trattata era certamente di interesse piuttosto limitato agli addetti del settore, ma anche ad osservatori ambientali che vogliano porsi nella condizione di proporre oltre che di commentare.
Sponsor dell’evento, oltre lo studio A.M.N.A.I. Engineering, anche Uno Energy ed il Gruppo di acquisto solidale G.A.S., Co.Si., DETS. Che cosa è una torcia al plasma? Che cosa è il plasma? E’ un gas costituito da elettroni e ioni totalmente neutro che fu scoperto dal fisico britannico William Crookes nel 1879; Il plasma costituisce, di fatto, il quarto stato della materia dopo quello solido, liquido ed aeriforme.
Tanto per semplificare si chiamano tubi di Crookes quelli che negli anni 60 diventarono i tubi catodici dei vecchi televisori in bianco e nero. Sono lampade al plasma qui bellissimi globi di vetro che contengono una luce irradiata da un mille piccoli lampi multicolore. Ma quale è la sua potenzialità di utilizzo nella moderna tecnologia?
L’utilizzo delle torce al plasma per tagliare lastre di metallo di grosso spessore è ormai entrato nell’attività di molte officine; ma in che modo la tecnologia al plasma può entrare nel mondo complesso del trattamento dei rifiuti? La torcia al plasma può generare temperature elevatissime che arrivano fino a 10.000 gradi centigradi e che quindi possono scomporre i materiali a livello molecolare fino a renderli del tutto inerti.
Il trattamento dei rifiuti con il plasma può ridurre la massa di rifiuti trattati fino al 90% del suo volume, decomponendo la massa trattata in syngas (una miscela di idrogeno e monossido di carbonioriutilizzabile nell’industria) ed in una scoria di materiale vetrificato utilizzabile anche nell’edilizia. Il trattamento di gassificazione con l’uso del plasma non è particolarmente conveniente per trattare rifiuti organici come l’umido che può essere trattato con metodi meno complessi, non è certamente raccomandato per riciclare carta e cartone o altre frazioni per le quali esistono metodologie consolidate, ma nel trattamento di rifiuti pericolosi, come quelli inquinanti a base di amianto, i rifiuti radioattivi, o altri fortemente impattanti per l’ambiente, esso può considerarsi risolutivo in quanto distrugge oggi tossicità.
Gli impianti di trattamento dei rifiuti con questo processo definito come pirolisi al plasma offrono vantaggi come lo smaltimento quasi totale, la flessibilità d’impiego, il recupero di energia, un impatto ambientale ridotto e l’utilizzo delle scorie; mentre gli svantaggi solo limitati ai costi inizialie di gestione piuttosto elevati ed ad alla necessità di stabilire regole precise sul controllo e smaltimento dei materiali di risulta.
Anche se praticato sin dagli anni 60, l’impiego del plasma nello smaltimento dei rifiuti si sviluppa in tempi successivi con la necessità incombente di trattare masse sempre maggiori di rifiuti sia convenzionali che pericolosi.
Attualmente questa tecnologia si sta sviluppando un po’ dovunque come in Francia, Giappone. India, Russia ed in Romania, dove nell’impianto di Brasov si è raggiunta una massa trattata di 12 ton/ora e si sono prodotti 1200 KWh/ton, al lordo dei consumi interni. Ma impianti dedicati sono in funzioneanche sugrandi navi tra trasporto e militari.
Anche in Italia, presso Ravenna ed in Sardegna, esistono impianti di trattamento di dimensioni limitate.
Il trattamento con l’uso del plasma rappresenta una nuova era nello smaltimento dei rifiuti, specialmente di quelli indifferenziati e di quelli pericolosi, ma c’è un mondo da convincere, mille interessi di rimettere in discussione e c’è tanta ruggine da rimuovere nelle convinzioni di tecnici ambientali e di politici.
Il convegno del 17 maggio andava in questa direzione, ed in questa direzione va il lavoro della Prof. Tullia Zucca, che ha presentato, con competenza e passione l’impiego della torcia al plasma nel trattamento dei rifiuti, insieme all’ing Fabio Ferro.
C’è molta strada da fare e sarà la crescente complessità della problematica dello smaltimento di masse sempre crescenti di materiale da smaltire a spingere verso soluzioni più radicali e meno invasive come quella che prevede l’impiego delle torce al plasma.
Sergio Franchi