Dal 75% di alcuni anni fa siamo scesi al 70,83%
Cala la differenziata
Mentre il Comune di Aprilia si prepara ad equipaggiare gli operatori della Progetto Ambiente con i dispositivi che a breve permetteranno di calcolare la tariffa anche sulla base delle quantità di rifiuti onerosi conferiti, la percentuale di differenziata scende ancora di un punto percentuale rispetto allo scorso anno e di tre punti rispetto ad alcuni anni fa quando aveva sfiorata il 75%. A rivelarlo i dati di chiusura dell’anno 2022 pubblicati sul sito della Progetto Ambiente, la partecipata del Comune di Aprilia che si occupa del servizio di raccolta differenziata porta a porta in tutti i quartieri e dello smaltimento. Stando ai dati aggiornati al 30 novembre scorso, la differenziata si attesta al 70,83%, mentre il totale dell’indiffereziato raccolto e da conferire in discarica previa trattamento ha raggiunto il 29,17%, pari a 8698 tonnellate. Un quantitativo che da un lato rivela una stabilità del quantitativo di indifferenziata raccolta, che non è diminuita rispetto agli anni passati mantenendosi più o meno stabile, dall’altro sembra confermare invece una riduzione nella raccolta delle altre tipologie di rifiuto, ovvero organico, vetro, carta, plastica e metalli. Un calo confermato già a marzo 2022, quando la differenziata era scesa già al 71% e una differenza ancora più significativa rispetto al 2020, quando la differenziata viaggiava intorno al 73,79% ma l’indifferenziata al 26,21% produceva ancora 9219 tonnellate. Manca il dato dettagliato, che riguarda il quantitativo dei rifiuti raccolti zona per zona e che aiuta a capire quale quartiere ad oggi riesce a differenziare meglio, producendo quindi una maggiore quantità e migliore quantità dei rifiuti. Un traguardo che, stando ai dati dei mesi scorsi sembrava pienamente raggiunto dalla zona 4, che include Campoverde, Carano, Colli del Cavaliere, Frassineto, Gattone, Guardapasso, Isole, Spaccasassi e Torre del Padiglione dove la differenziata raccolta era pari al 74,28%, mentre fanalino di coda si era rivelata la zona 2 Fossignano, La Gogna, Riserva Nuova, ferma al 60,10%. Un dato che sembra rivelare come la conformazione territoriale e residenziale - ma anche il fenomeno dell’abusivismo edilizio più diffuso in queste aree - possa produrre risultati diversi all’applicazione di una stessa regola.
Francesca Cavallin
Sentenza della Corte dei Conti riguardante il risarcimento di oltre un milione di euro
Respinto il ricorso della Saggese
La Corte dei Conti, seconda sezione giurisdizionale d’appello, con la sentenza numero 633 del 2022, ha respinto il ricorso presentato da Patrizia Saggese, ex presidente e poi Amministratore unico di Tributi Italia, riguardante il risarcimento di oltre un milione di euro che la manager deve al Comune di Aprilia.
L’ex numero uno della società era stata condannata, sempre dalla Corte dei Conti del Lazio, con sentenza 601 del 2012, a versare nelle casse dell’ente di piazza Roma circa 603mila euro per minor gettito Tarsu, l’ex tassa sui rifiuti, oltre a 460mila euro per minore gettito Ici derivante dalla mancata consegna della banca dati dei contribuenti al Comune di Aprilia. Una vicenda legata alla battaglia per la ripubblicizzazione del servizio di riscossione dei tributi combattuta dall’allora amministrazione D’Alessio. Un momento storico in cui l’ente di piazza Roma stava cercando di rientrare in possesso dell’intera banca dati della società Aser e di Tributi Italia.
Di fronte alle resistenze di Tributi Italia e Aser era stato emanato un decreto di sequestro, avvenuto poi nel giugno 2010. La Saggese, rispetto alla sentenza di condanna emessa dalla Corte dei Conti nel 2012, presentò ricorso. Anche questo venne bocciato dalla Corte dei Conti con una sentenza depositata il 21 dicembre 2017. Ma l’ex numero uno di Tributi Italia ha presentato un nuovo appello nel luglio 2022 in cui chiedeva sia la revoca della sentenza 2017, pronunciata dalla Prima Sezione di Appello, sia di quella del 2012 emessa dalla Corte dei Conti del Lazio.
Da parte sua il Comune di Aprilia ha chiesto di dichiarare infondati i motivi di revoca delle due sentenze. E la corte dei Conti, seconda sezione d’appello, gli ha dato ragione ritenendo inammissibile il ricorso presentato dalla Saggese che prospettava un errore revocatorio in cui sarebbe incappato il giudice della Prima Sezione di Appello. Per la Corte dei Conti, infatti, il ricorso dell’ex numero uno di Tributi Italia è arrivato troppo tardi.
“Il termine per la proposizione della revoca per errore di fatto – si legge nel dispositivo - è di 60 giorni dalla notificazione della sentenza o di un anno dalla pubblicazione della stessa. Tale termine era ampiamente superato nel 2022 al momento della proposizione del ricorso per revocazione, vista la sentenza pubblicata nel dicembre 2017”.
A.P.