Con la società che doveva restaurare l’ex scuola di Carano
Contratto risolto
Contratto risolto. La scure dell’antimafia cade su un altro appalto del Pnrr. Nelle scorse ore Stefano Gargano, il dirigente ad interim del quinto settore del Comune di Aprilia, quello relativo ai lavori pubblici, ha risolto unilateralmente il contratto con la V&GA Costruzioni S.r.l , la società che avrebbe dovuto occuparsi dei lavori di messa in sicurezza e ristrutturazione edilizia dell’ex scuola di Carano.
Il progetto prevedeva che, al termine degli interventi, lo stabile ospitasse un vero e proprio centro polifunzionale destinato a servizi integrativi per l’infanzia. L’appalto alla V&GA Costruzioni S.r.l è stato affidato il 30 marzo del 2023 dopo una gara pubblica con ribasso d’asta. La società, applicando un ribasso del 10% risultò alla fine vincitrice.
I lavori di ristrutturazione nella scuola di via Carano alla fine sarebbero costati poco più di un milione e centomila euro. Ad oggi, però, gli unici lavori effettuati nell’area sono consistiti sommariamente nelle sole opere di allestimento del cantiere, di pulizia e decespugliamento e nella demolizione del fabbricato esistente.
Dopo l’arresto e la custodia in carcere scattata per Marco Antolini a seguito dell’operazione “Assedio” del luglio scorso, blitz della Dda e dei carabinieri del comando provinciale di Latina che portò all’arresto di oltre venti persone tra cui l’ex sindaco di Aprilia Lanfranco Principi, la V&GA Costruzioni S.r.l è stata colpita da un provvedimento interdittivo antimafia.
L’atto, emesso dalla Prefettura di Latina nei confronti della società, è del 30 settembre scorso. A distanza di un mese quindi, l’ente comunale di piazza Roma, oggi governato dal commissario straordinario Paolo D’Attilio, formalizza la risoluzione unilaterale del contratto con la V&GA Costruzioni S.r.l. e si riserva di “adottare ulteriori provvedimenti – si legge nella determina firmata dall’architetto Stefano Gargano - finalizzati alla possibile aggiudicazione al secondo classificato desumibile dal verbale di gara assunto agli atti, subordinatamente all’accettazione e all’accertamento del possesso dei requisiti di ordine generale e speciale”.
Il progetto che investe l’ex scuola di via Carano, per il quale l’allora amministrazione Terra riuscì ad ottenere dal ministero dell’istruzione circa un milione e mezzo di euro, prevedeva la riqualificazione dell’edificio ma anche la dotazione di quei servizi necessari alle esigenze dei minori che saranno poi i principali fruitori della struttura. L’idea è quella di trasformare la struttura in uno spazio polivalente, offrendo possibilità di aggregazione finalizzate alla prevenzione di situazioni di disagio.
Offrirà anche sostegno e supporto all’intero nucleo famigliare avvalendosi di personale specializzato.
Alessandro Piazzolla
Un’opera dell’artista Francesco Guadagnuolo per sensibilizzare l’opinione pubblica
La desertificazione in Sicilia
La Sicilia è a rischio desertificazione. Stando all’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche, il 70 % della Regione Sicilia corre il rischio della desertificazione. Il movente maggiore è la siccità, poi la scarsità di bacini confacenti e la ricorrente dispersione di acqua.
Le zone centrali e meridionali sono quelle che soffrono di più. Ogni anno 117 Km quadrati si tramutano in deserto, con relativi effetti negativi per l’agricoltura e l’ecosistema.
Quali sono le cause?
Certamente l’innalzamento delle condizioni termiche e la diminuzione delle piogge.
La carenza di impianti conformati per la raccolta e la protezione dell’acqua.
Gli incendi, di frequente originati dall’uomo, annientano la flora che sostiene il terreno dall’erosione.
Che cosa si può fare!
Attivare impianti di irrigamento validi e limitare al massimo la perdita dell’acqua.
Piantare alberi e dare origine a moderni territori floridi per soccorrere e cambiare in meglio la terra onde evitare l’erosione.
Impiegare norme agricole che immagazzinano l’umidità della terra, come la realizzazione di terrazze e l’utilizzo di rivestimenti vegetativi.
Attivare legislazioni che favoriscano la conduzione sostenibile delle risorse naturali e la salvaguardia dell’habitat.
Tali condotte per cercare di salvare il salvabile, se adoperate in maniera valida, sono in grado di concorrere alla riduzione del pericolo di desertificazione.
É significativo che un’artista come Francesco Guadagnuolo, che ha a cuore la sua Sicilia, si stia interessando così continuamente a cercare di poterla salvare. Con questa siamo alla terza opera realizzata, intitolata “La Sicilia rischio desertificazione”, fa vedere in maniera esauriente come potrebbe diventare il bel paesaggio siciliano se non si prendono urgentemente provvedimenti.
L’artista ci fa vedere con colori terrosi, l’ocra, il marrone, il nero e il bianco il senso di sterilità e squallore specifico della desertificazione. Ogni spazio rappresenta la Regione spoglia per la scarsità d’acqua alterando il paesaggio da verde ad arido.
Guadagnuolo, attivista socio-politico si avvale dell’arte, come tramite, per coinvolgere il collettivo sulle incognite ambientali e sostenere la sostenibilità.
In questo caso, con le tre opere, la prima “L’infinita siccità in Sicilia” la seconda il ‘Manifesto’ per affermare il diritto umano all’acqua, ed ora “La Sicilia rischio desertificazione” che ha realizzato non soltanto ciò che visivamente è sconvolgente, ma fa arrivare una comunicazione potente, immediata, sull’urgenza di soccorrere la Sicilia.