Il Pontino Nuovo • 17/2019
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Era il 20 dicembre 1887 e a San
Daniele del Friuli nasceva Giovan
Battista Bello in una laboriosa fa-
miglia veneta. Crescendo comin-
ciò a guardarsi intorno perché i
fratelli erano tanti e la terra non
bastava per tutti. Giovan Battista
trova lavoro nell’ospedale del
paese e conosce Elisa che, con il
commercio nel sangue, cosa che
trasmetterà a sua figlia Teresa, già
gestisce un negozio di alimentari.
Si sposano. E’ un momento di
grande sviluppo e molti come lo-
ro cercano un posto dove andare
ed iniziare una nuova vita, spe-
rando sempre in qualcosa di più
per i propri figli. Arriva la notizia
che vicino Roma stanno cercando
delle famiglie di contadini a cui
far lavorare la terra. E’ il principe
Camillo Borghese che vuole ripo-
polare Pratica di Mare e sfruttare
i suoi possedimenti. Giovan Batti-
sta è appena tornato dalla Grande
Guerra dove è stato in prima linea
come artigliere e dove ha visto
tanti amici cadere. La Prima
Guerra Mondiale al Nord, più che
altrove, ha lasciato un senso di
angoscia e di amarezza. E’ stata
vinta, ma a che prezzo!!! Ci pen-
sano un po’, ma intanto hanno
quattro figli e molti loro parenti e
amici sono già nei posti più lonta-
ni del mondo. Giovan Battista,
Elisa, i loro figli Silvio di 8 anni,
Attilio di 6, Cesira di 4 e Giovan-
nino di 1 e mezzo arrivano a Ro-
ma (Pratica di Mare) nell’autunno
del 1919. Elisa, vista la miseria e
l’abbandono del luogo, cosa a cui,
seppur nella sua non ricchezza,
non era abituata, si spaventa e
vuole tornare in Friuli. Non era
questo quello che le avevano rac-
contato! Giovan Battista, cono-
sciuto nel dialetto friulano come
“Titte”, guarda la moglie con i
suoi occhi azzurri e la convince
che il loro pane è lì e insieme sa-
ranno in grado di far produrre
questa terra non coltivata da anni
e per giunta infestata dalla mala-
ria. La bonifica di tutti questi ter-
ritori sarebbe arrivata molto tem-
po dopo con il fascismo, ma mol-
te persone morirono e a poco ser-
viva l’unico rimedio allora cono-
sciuto, il chinino. Lavorano sodo,
la famiglia aumenta con Maria
nel 1921 ed infine Teresa nel
1927. Tutti sono incessantemente
impegnati con gli animali e con la
terra, che non lesina i suoi frutti.
C’è grande prosperità ma anche
un grande faticoso impegno. Elisa
e Giovan Battista chiedono tanto
ai loro figli ma l’istruzione è sa-
cra e loro non devono rinunciare
alla scuola. Finite le elementari,
messe a disposizione dalla princi-
pessa Borghese con le suore fran-
cesi “Figlie della Croce”, dopo il
lavoro nei campi, sono tutti a fre-
quentare la scuola serale organiz-
zata da una professoressa all’in-
terno di Pratica di Mare. Elisa fre-
meva senza il suo negozio così
apre un chiosco di frutta e verdu-
ra, inizialmente con le cose che
produceva, ma poi, specializzan-
dosi, con le merci che le arrivava-
no dai mercati generali. Alle ami-
che di Pratica che le chiedevano
come non le bastassero già i suoi
mille impegni, rispondeva che
dentro casa sua i figli dovevano
trovare sulla tavola sempre tutto e
anche qualcosa in più. Arrivò ad
aprirne anche uno a Pomezia,
proprio nel punto dove oggi c’è la
biblioteca comunale. Muore nel
1961 all’età di 76 anni, non si è
più mossa da Pratica di Mare e ad
aspettarla c’è già, purtroppo, il fi-
glio Attilio, morto nel 1935 a soli
22 anni. Militare di carriera, face-
va la guardia di frontiera a Postu-
mia, era tornato a casa in licenza
e l’impiegato delle poste gli ave-
va chiesto il favore di portare un
telegramma. Attilio non è abituato
a dire no e con la sua bicicletta
parte, anche se è già quasi buio.
Lo ritroveranno la notte sotto il
ponte di Santa Procola. Lui è il
terzo a caderci, ora si possono co-
struire i parapetti. Trenta ettari di
terra non sono pochi e la famiglia
Bello li coltiva con la sapienza di
chi da generazioni conosce l’arte
dell’agricoltura. Nell’aia allevano
ogni tipo di animale per un con-
sumo esclusivamente famigliare.
Tacchini, oche, conigli, papere,
galline, sono accuditi dalle donne
di casa. I cavalli e le mucche da
lavoro e da latte sono seguite da-
gli uomini della famiglia e rap-
presentano da soli un grosso im-
pegno. Alla famiglia non manca
niente, neanche il lavoro. Eppure
gli altri contadini lo ricordano
sempre pronto ad aiutare chi era
in difficoltà. Nell’1934 Silvio par-
te militare per l’Africa negli alpi-
ni come artigliere. Torna nel 1936
e nel 1940 verrà richiamato per la
Seconda Guerra Mondiale. Quan-
do rientra dall’Africa, Silvio po-
trebbe avere un podere tutto suo
Dall’Opera Nazionale Combat-
tenti ma il papà, per il quale l’uni-
tà della famiglia viene al di sopra
di qualsiasi interesse materiale,
gli impedisce di prendere la sua
strada. Proprio lui che si era al-
lontanato da casa tanto presto.
Nel 1939 è la volta di Giovanni-
no, anche lui alpino, combatterà
in Albania e in Grecia. Titte cono-
sce la sua terra palmo a palmo e
sa dove l’aratro è meglio che non
affondi perché “sotto chissà che
c’è”. Quando il professor Casta-
gnoli arriva alla ricerca di reperti
archeologici, si rivela una fonte
preziosa di informazione. Conti-
nua la sua collaborazione con la
professoressa Fenelli che ancora
lo ricorda con affetto. Ormai an-
ziano, ma in ottima salute, assiste
all’enorme opera di scavo che
porterà alla luce i famosi tredici
altari rivolti al sole, una necropoli
ricca di reperti, un’infinità di sta-
tue di grande importanza tra cui la
nota Minerva Tritonia, oggi sim-
bolo del museo di Pratica di Ma-
re. Affianca gli studenti e i docen-
te dell’Università la Sapienza di
Roma che si susseguono nelle
campagne di scavo. Diventa un
punto di riferimento e un esempio
di vita per tutte queste persone. A
lui affideranno fino alla fine le
chiavi dei cancelli perché nel suo
cuore e in quello degli altri quella
è ancora la sua “terra”, il suo re-
gno. Nel settembre 1982 , quando
mancavano meno di 3 mesi ai 95
anni, muore così come era sempre
vissuto, semplicemente!
L.C.
Giovan Battista e la moglie Elisa da San Daniele nel Friuli si trasferirono nel borgo di Pratica di Mare del principe Camillo Borghese nell’autunno 1919
La famiglia Bello da 100 anni a Pratica di Mare
Pag. 6 IL PONTINO NUOVO Cronaca di Pomezia ANNO XXXIV - N° 17 - 1/15 OTTOBRE 2019
Famiglia Bello: da sx in piedi: Cesira, Teresa, Maria, Giovannino, Attilio, Silvio. Seduti: la moglie Elisa e il capo-
famiglia Giovan Battista Bello
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