Il successo delle sigarette elettroniche usa e getta
Le sigarette elettroniche usa e getta sono dispositivi piccoli e portatili pronti ad essere utilizzati senza parti da smontare o attivare. Contengono al loro interno il liquido precaricato per sigarette elettroniche e la nicotina. La loro durata varia a seconda del tipo di utilizzo e dal prezzo del prodotto. Con questi dispositivi monouso, puoi provare lo svapo e vedere se è un'opzione giusta per te per passare "al fumo digitale"; sono pronti per essere utilizzati subito e vengono smaltiti una volta che il dispositivo esaurisce il liquido o la carica della batteria. Ci sono diverse fragranze disponibili, fruttati, tabaccosi e dolci per accontentare i gusti di tutti coloro che vogliono provare ad utilizzare questo tipo di dispositivo. Le sigarette usa e getta solitamente hanno una forma di penna ovale o schiacciata che, una volta aperte, possono essere utilizzate per un numero di tiri limitato (a seconda della marca e del costo). Sono sbarcate da poco in Italia, ma sono prodotti già esistenti da anni nel mercato straniero come in Cina e Regno Unito dove sono ormai parte del mercato delle sigarette elettroniche. Molti svapatori hanno scelto le usa e getta grazie alla semplicità di utilizzo e alle sue performance, paragonabili ad una sigaretta elettronica tradizionale.
Ogni e-cig, monouso o meno, è costituita da un atomizzatore e da un corpo batteria. Il primo è la parte superiore della struttura e ospita il beccuccio (drip tip) per l’inalazione, la cartuccia (pod) del liquido (in alcuni modelli precaricato di liquido a base nicotina) e la resistenza (coil) che, riscaldandosi, vaporizza il liquido selezionato, l’e-liquid, a contatto e che ha durata limitata. A differenza delle e-cig normali, le usa e getta una volta esaurita la batteria al suo interno devono essere smaltite e sostituite con altre. Non è possibile ricaricare la batteria o il liquido, a differenza delle sigarette elettroniche tradizionali.
Avendo una durata inferiore rispetto alle altre sigarette elettroniche e non potendo sostituire cartuccia del liquido o batteria, perché usarla? Perchè è indicata per i principianti, per tutti coloro che vogliano approcciarsi al mondo del vaping, testando i prodotti disponibili sul mercato e le varie aromatizzazioni dei liquidi, nonché a chi desideri fumare in modo economico, occasionale e senza impegno. Inoltre, una e-cig monouso offre la possibilità di variare molto e provare sempre l’ultima novità del mercato.
I pro di una e-cig usa e getta sono diversi e non riguardano solo il lato economico, ma anche l’attuale durata del device, ormai migliorata e divenuta infatti più lunga e soddisfacente. Altri vantaggi comprendono la qualità e la vaporosità dello svapo, l’ottima resa aromatica, più persistente e piacevole, la leggerezza, la maneggevolezza, il design del dispositivo e la semplicità d’uso.
Quale dispositivo e quali aromi scegliere? Naturalmente, la scelta è soggettiva e, dopo aver analizzato le proposte del mercato, ci si può sbizzarrire data la varietà di articoli disponibili oggi. Di solito, si considerano gusto e gradazione di nicotina, comuni alle migliori marche quali: Dinner Lady, Flerbar, Geek Bar, Elf Bar, Salt. L’esperienza aromatica può essere davvero insolita e interessante perché i gusti sono molteplici e dal profumo realistico.
Per avere ulteriori informazioni su questo tipo di prodotto, vieni a trovarci direttamente in negozio! Troverai diverse tipologie di marche e aromi da provare per trovare quello che fa per te.
Questo articolo è stato riportato sul Pontino a cura dello staff di LineaSvapo, il negozio di Sigarette Elettroniche a Pomezia, Viale Manzoni 35, aperto dal Lunedì al Sabato 10:00-13:00 e 15:00-19:30, per informazioni è attiva anche l'assistenza telefonica e WhatsApp al 3880914144.
La raccolta di liriche della poetessa Sara Concato
Lirica e patchwork
Sara Concato, pometina, traduttrice trilingue e cultrice di letterature francofone presso la facoltà di Scienze della formazione dell’Università di Roma Tre, ha esordito in poesia con la sua prima raccolta di liriche, intitolata Patchwork e pubblicata dalla casa editrice romana L’Erudita. Incuriosisce in primo luogo la scelta del titolo, ispirato alla nota tecnica di cucire insieme scampoli eterogenei di vari tessuti, al fine di ottenere un risultato nuovo, certo, spesso stravagante, policromo e screziato. “Ho voluto tenere insieme, in sedici sezioni, i ritagli di vita che costituiscono la mia realtà”, ha precisato la poetessa.
Abbiamo avuto l’occasione di intervistare Sara Concato e di rivolgerle alcune domande inerenti alla poesia e al suo libro.
- Alla luce di questo accostamento tra lirica e patchwork, cos’è per te, Sara, la poesia? Come diresti che nascono le tue rime?
“Per me la poesia è in primis una forma di espressione e di comunicazione. È anche però una modalità terapeutica che permette la trasformazione – diciamo anche una traduzione - «alchemica» di un dolore o di una sofferenza in energia creativa. L’aspetto comunicativo è fondamentale per me, fa parte di questo processo guaritore. Posso dire che senza il lettore le poesie non esisterebbero, senza una voce che le abbracci. È anche per questo che i miei testi fluiscono quasi senza punteggiatura: la sintassi si dispiega nei suoni. La voce di chi legge riconduce il testo poetico alla sua natura musicale. Senza condivisione, del resto, non c’è terapia”.
- Interessante questa visione relazionale e taumaturgica, o alchemica, della poesia. Potresti spiegarci meglio come è costruito il libro e quali sezioni raccoglie?
“Il libro è costruito, lo dicevamo prima, come un patchwork, raccoglie poesie scritte nell’arco di diversi anni - sganciate dalla linea cronologica e unite semmai per echi, assonanze, motivi ricorrenti. Sceglierle è stato per me come unire insieme più lembi di stoffa per ottenere un tutto variopinto. Sono stralci esistenziali e di pensiero che tentano di comporsi in un unico corpo, necessariamente plurimo. La scrittura è stata il filo che ha permesso di ricucire i frammenti sparsi nel tempo. Ricucendomi, mi ha riconnesso agli altri e al mondo”.
- C’è qualche verso cui sei particolarmente affezionata, che ti torna spesso in mente e che ti caratterizza in particolar modo?
“C’è un verso a cui penso spesso ed è «con un palmo in cielo e uno in terra». L’ho tratto dall’immagine del derviscio rotante, che gira con una mano rivolta verso l’alto e una verso il basso, come a farsi tramite fra i due mondi, uno divino, l’altro terreno. Per me questa postura è diventata il simbolo di un doppio ancoraggio: all’impalpabilità dell’astratto e alla concretezza della materia. Un doppio ancoraggio partendo dal quale cerco di immergere la penna nel corporeo e nell’etereo”.
- Da quello che dici si capisce meglio anche il senso di connessione relazionale di cui parlavi prima. Invece, il disegno di copertina, mi accennavi, è stato fatto da tuo fratello. È curiosa la scelta di condividere con un fratello il simbolo di una pubblicazione. Puoi dirci di più?
“È stata una scelta di condivisione spontanea. Nel momento in cui ho avuto la proposta di pubblicazione, si è aperto uno spiraglio fra i miei pensieri ed è emerso il ricordo di questo disegno, fatto anni fa da mio fratello Fabrizio. Mi sembrava un disegno che si accordava proprio con l’impronta che avevo deciso di dare alla raccolta. L’immagine ricorda il ‘cadavre exquis’ dei surrealisti, perché è ‘assemblata’ attorno a un motivo centrale: una creatura intenta in un’opera di trasformazione. Il motivo alchemico, in fin dei conti, è stato proprio il motivo che ha collegato le mie poesie al suo disegno”.
Marta Mariani