Grazie all’intervento della Procura la Giunta Regionale ha dovuto impegnare soldi da girare al Comune di Pomezia per smaltire i rifiuti tossici
Dalla Regione 2,5 mln per bonificare la Kema
La giunta della Regione del Lazio ha deliberato uno stanziamento complessivo di 2,5milioni di euro per il ripristino ambientale mediante bonifica dell’ex sito Kema di Pomezia. Una buona notizia che speriamo metta fine a questa emergenza ambientale presente da decenni sul nostro territorio.
L’azienda “Kema srl Industria Chimica” con sede in via delle Pesche traversa di via Laurentina in zona Santa Procula entrò in funzione alla fine degli anni ’60 e andò in procedura fallimentare nel 1987. Un fallimento che ha lasciato nel sito uno stoccaggio di rifiuti tossici e nocivi. La Regione Lazio lo sa bene avendo inserito ormai da diversi anni il sito dell’ex Kema nell’elenco dei siti inquinanti da bonificare e indicando come responsabile la proprietà.
Nel tempo la Regione Lazio ha finanziato parzialmente le urgenze della bonifica del sito, nel 2005 vi fu una prima trance di finanziamenti, nel 2011 vi fu un secondo intervento di 500mila euro.
Poi in questi giorni è arrivata la notizia della delibera regionale di 2,5 milioni, in verità è tutto merito di un atto giudiziario, infatti la delibera della giunta regionale recita “…comunica che, al fine di provvedere alle spese per le opere di messa in sicurezza e di ripristino ambientale mediante bonifica nel sito ex Kema di Pomezia, tenuto conto della richiesta urgente da parte della Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Roma di finanziamento regionale in favore del Comune di Pomezia, è necessario provvedere all’integrazione per euro 1.000.000,00, in termini di competenza e cassa, per l’anno 2022, e per euro 1.500.000,00, in termini di competenza, per l’anno 2023”.
Chi si è interessato più di tutti di questa grave emergenza ambientale è stato sicuramente l’exconsigliere comunale Roberto Mambelli attuale presidente dell’Associazione La Lente.
“Ho appreso positivamente il nuovo contributo - mi ha riferito Roberto Mambelli - di circa 2,5 milioni di euro che la Regione Lazio avrebbe messo a disposizione per bonificare completamente l’insediamento Kema sito in loc. Santa Procula Via delle Pesche e censito al catasto al foglio n° 35 particella 78 di mq. 9714 tra superficie coperta e scoperta a destinazione industriale secondo il vigente piano particolareggiato. Ma l’argomento per la sua complessità merita un doveroso approfondimento. Tutto ebbe inizio dal fallimento da codesta società la quale lasciò in un completo stato di abbandono l’intero insediamento nonché purtroppo tutti i fusti tossici e nocivi che all’interno vi erano stati depositati nella massima incuria e degrado nel tempo tanto che intervenne direttamente la Procura della Repubblica.
Non so che fine abbiano fatto i titolari, o se rimasti come penso impuniti rispetto al grave danno arrecato alla comunità locale avendo pregiudicato la salute pubblica della zona. Il sottoscritto in qualità di allora consigliere comunale si era già occupato dell’intera vicenda già da molti anni prima quando nel 2008 la nostra segretaria dell’allora PSDI Catia Mengozzi denunciò pubblicamente a mezzo stampa l’annosa vicenda ancor prima denunciata dal 2004 dalla trasmissione “Striscia lanotizia”. Anche perché dal 2008 ci accorgemmo che un giudice delegato, certa Chiara Schettini ebbe il coraggio di mandare all’asta l’intero complesso con tutto quello che vi era all’interno. Su nostra segnalazione durante la giunta regionale Polverini riuscimmo a prendere un finanziamento di €500.000 per iniziare la bonifica poi spesi in parte ed il sottoscritto in qualità di consigliere comunale presentò uno specifico ODG in data 23-04-2015 con delibera n°14 per chiedere al sindaco di allora pentastellato ed alla maggioranza grillina di utilizzare tutti i fondi precedentemente stanziati e chiederne un incremento significativo alla Regione Lazio per proseguire l’opera di bonifica. L’ODG mi fu bocciato come la solita miopia dei 5 Stelle con la quale si caratterizzavano, ma non solo chiesi espressamente di instaurare la procedura prevista per legge sull’acquisizione ai beni statali (del Comune) l’intero insediamento come da articolo 250 del decreto legislativo 152/2006 il quale prevede la possibilità di tali Enti (Comune o Regione) di avere privilegio speciale immobiliare su tali aree con diritti superiori rispetto ai creditori ipotecari come nella fattispecie, ma adottando una precisa procedura. Purtroppo mi dicono che dall’epoca della mia denuncia nulla è stato fatto a livello giudiziario per acquisire l’intera area come patrimonio del comune, così come non mi risulta e che denunciai il fatto che la proprietà non ha pagato mai l’Imu al comune di Pomezia corrispondenti a svariate migliaia di euro mancanti annualmente nelle casse comunali. Anche in tal senso non mi sembra che il Comune abbia intrapreso azioni legali seppur da me denunciato investe di pubblico ufficiale. Infine l’amministrazione Fucci, dopo la mia bocciatura fece una delibera di giunta n°184 del 29-07-2015 (dopo 3 mesi dalla mia delibera bocciata) dove si manifestava la volontà di acquisire l’intera area e trasformarla in un centro produttivo sul tema del “Green Jobs”ma mi sembra che anche questo ad oggi è rimasto come al solito libro dei sogni.
Pertanto ritengo sia giusto bonificare l’intera area completamente anche verificando la contaminazione eventuale del sottosuolo, ma che contestualmente ed una volta per tutte si agisca parallelamente all’acquisizione in proprietà da parte del Comune dell’intero insediamento come la legislazione vigente prevede senza se e senza ma, con la speranza che ciò faccia breccia su chi oggi ha il comando del Comune di Pomezia (che sia il commissario o che sia la politica). Basta una volta per tutte che la nostra collettività venga presa ancora in giro”.
T.S.