Il 10 febbraio l’Amministrazione di Ardea ha commemorato l’eccidio delle Foibe
Il Giorno del Ricordo
I martiri delle Foibe, il Giorno del Ricordo, il Sindaco Maurizio Cremonini e l’intera Amministrazione Comunale di Ardea hanno predisposto una particolare iniziativa in occasione del Giorno del Ricordo. D’intesa con il Presidente del Consiglio Comunale Francesco Giordani, nel corso della giornata del 10 febbraio è stato affisso uno striscione fuori dall’Aula Consiliare “Sandro Pertini” per commemorare i Martiri delle Foibe e gli esuli giuliano dalmati. Lo striscione, per tutta la notte, è stato illuminato in segno di estremo rispetto per celebrare questa solennità nazionale.
Tutti gli anni, nel giorno del ricordo del 10 febbraio, torniamo a parlare di foibe. Ma cosa sono? Perché le ricordiamo? Le foibe sono delle grandi caverne verticali tipiche della regione carsica del Friuli Venezia Giulia e dell’Istria. Tuttavia, con il passare del tempo, il termine foibe è divenuto sinonimo dei massacri subiti dai cittadini italiani tra il 1943 e il 1947 da parte dei partigiani jugoslavi. Questi massacri si verificarono subito dopo la conclusione della Seconda Guerra mondiale e hanno lasciato una traccia indelebile nella nostra storia. Per questo motivo, ogni anno ricordiamo le foibe e commemoriamo le persone che hanno perso la vita durante quei terribili eventi.
Quella degli eccidi delle foibe è una storia dai connotati tragici, a lungo rimasta nel silenzio e solo negli ultimi anni portata alla luce. Per commemorare le vittime dei massacri delle foibe, nel 2005 è stato istituito il Giorno del Ricordo, giornata commemorativa che si celebra ogni anno. Per comprendere a fondo il fenomeno del massacro delle foibe bisogna andarne a ricercare le radici in quella secolare contesa tra popolazione italiana e popolazione slava per il possesso dei territori di Nord-Est, quelli dell’Adriatico orientale. È una disputa che vide il suo inizio con la fine della Prima Guerra mondiale, quando il confine tra Italia e Jugoslavia venne delineato dalla cosiddetta “linea Wilson”: gli slavi videro sottrarsi una cospicua fetta dell’Istria dagli italiani e circa 500mila slavi si ritrovarono a vivere in territorio straniero, sotto il dominio di un popolo a tratti oppressore.
Non è difficile quindi immaginare il malcontento che le popolazioni slave iniziarono a covare, ma ciò in cui questo si trasformò è storia di brutalità che non si può comprendere, né giustificare. Una prima ondata di violenza esplose già durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale, nel momento in cui, l’8 settembre 1943 l’Italia firmò l’armistizio con gli anglo-americani e i tedeschi assunsero il controllo del nord della penisola instituendo un governo fantoccio guidato da Mussolini. Fu a partire da quel momento che, in Istria e in Dalmazia, i partigiani jugoslavi iniziarono a rivendicare il possesso di quei territori, torturando e gettando nelle foibe gli italiani fascisti – e non solo. Con la fine della Seconda Guerra mondiale, gli attacchi si fecero via via sempre più violenti ed intensi: nella primavera del 1945, l’esercito jugoslavo guidato da Tito marciò verso i territori giuliani; l’intervento venne accolto con euforia dal popolo italiano che vide negli slavi, alla stregua di americani ed inglesi, dei liberatori.
L’esercito di Tito, lungi dal voler aiutare l’Italia ed interessato solo a riappropriarsi delle zone che gli erano state sottratte alla fine della Prima Guerra mondiale, occupò invece Trieste e l’Istria, obbligando gli italiani che abitavano quelle zone ad abbandonare la propria terra. Molti furono i cittadini che vennero uccisi dai partigiani di Tito, gettati nelle foibe o deportati nei campi sloveni e croati. Gli infoibamenti si perpetuarono fino al 1947: l’esercito slavo si impadronì pian piano dell’Istria, operando una vera e propria pulizia etnica, obbligando gli italiani ad abbandonare la zona e sterminando coloro che decidevano di opporsi a tale violenza.
Il massacro delle foibe iniziò a cessare solo a partire dal 10 febbraio 1947, quando la Jugoslavia riottenne le province di Fiume, Zara, Pola e di altri territori grazie al trattato di Parigi. L’Italia riuscì ad assumere pienamente il controllo di Trieste solo nell’ottobre 1954, vedendosi obbligata a lasciare l’Istria nelle mani della Jugoslavia. Secondo le recenti stime, le vittime dell’eccidio delle Foibe furono tra le cinquemila e le diecimila: un dato di certo molto vago, frutto del silenzio che per circa un cinquantennio ha circondato il ricordo di tale massacro. Ad essere uccisi non furono solo fascisti e avversari politici, ma anche e soprattutto civili, donne, bambini, persone anziane e tutti coloro che decisero di opporsi alla violenza dei partigiani titini. Le zone colpite furono quelle del Venezia-Giulia e dell’Istria, in cui ad oggi sono state trovate più di 1700 foibe. Il 10 febbraio del 2005 il Parlamento italiano ha deciso di dedicare la giornata alle vittime delle foibe, denominandola “Giorno del Ricordo”.
S.Me.
Verranno spesi 20mila euro di cui 15mila chiesti alla Regione
Carnevale ad Ardea
La Giunta Comunale di Ardea, con deliberazione n. 9 del 31 gennaio scorso, ha approvato un atto di indirizzo per richiedere un contributo al Consiglio regionale del Lazio volto a finanziare le iniziative relative alla “Festa di Carnevale 2023”.
In particolare, su indirizzo dell’Assessore ai Servizi alla Persona, Simone Centore, la Giunta ha stabilito che sarà il Comune di Ardea a promuovere l’iniziativa, affidando l’organizzazione alla Pro Loco di Ardea APS con la collaborazione e direzione artistica dell’Associazione “White CloudOnlus”, con realizzazione dei carri allegorici a cura di Giorgio Muraretto e Marco Aggio.
Per la realizzazione dell’evento è prevista una spesa complessiva di 20.000,00 Euro, di cui 15.000,00 richiesti come contributo al Consiglio regionale del Lazio e 5.000,00 a carico del Bilancio dell’Ente.
«Nei prossimi giorni - spiega l’Assessore Centore - il centro storico e il quartiere di Nuova Florida saranno teatro di diverse iniziative che coinvolgeranno la popolazione in un momento di gioia quale è quello del Carnevale.
L’Amministrazione Comunale, promuovendo questo progetto, intende valorizzare le realtà locali e offrire alla cittadinanza tutta, e in particolare alle famiglie e alle giovani generazioni, alcune giornate di svago e sano divertimento, con il coinvolgimento anche degli alunni del territorio».
In particolare, giovedì 16 febbraio, dalle ore 9.30 alle ore 12.30, in piazza del Popolo saranno presenti artisti di strada che coinvolgeranno nelle attività gli alunni del plesso “Manzù” dell’Istituto Comprensivo Ardea 1 in alcuni spettacoli.
Domenica 19 febbraio, invece, dalle ore 14.30 alle ore 18.00 sarà il quartiere di Nuova Florida a ospitare le iniziative, con carri e artisti di strada che partiranno da viale Nuova Florida (piazzale antistante la Farmacia Comunale), attraverseranno via Sassari e via Lecce per arrivare nel piazzale antistante la Parrocchia di San Gaetano da Thiene: non mancheranno baby dance, giochi interattivi e tanto altro.
Infine, martedì 21 febbraio dalle ore 9.30 alle ore 12.30 saranno nuovamente protagonisti gli artisti di strada in piazza del Popolo, con il coinvolgimento attivo degli alunni del plesso “Manzù” dell’Istituto Comprensivo Ardea 1 in alcuni spettacoli; dalle ore 14.30 alle ore 18.00, invece, ancora spazio all’attesissima sfilata dei carri allegorici e artisti di strada che inizierà da via degli Etruschi e termineràin piazza del Popolo, dove non mancheranno baby dance, giochi interattivi e tanto altro.
Inoltre, si segnala che sabato 18 febbraio, a partire dalle ore 15.00, a Tor San Lorenzo di Ardea, è in programma un evento di Carnevale con sfilata dei carri e dei gruppi mascherati, promossa dalle mamme degli alunni della scuola di via Tanaro e dall’Associazione “La Clave”: l’appuntamento è previsto nel piazzale antistante le “Case gialle”, nei pressi dell’Ufficio Postale di zona.
Comune di Ardea
Sanità laziale
L’Associazione 7e20 ha inviato alla pec della Regione Lazio, uno scritto come propositore di un protocollo d’intesa con la sanità laziale in merito ad un nuovo iter rivolto alle persone vittime di violenza. Tale richiesta si è resa necessaria affinché chiunque sia stato/a vittima di violenza abbia procedure di visite, analisi e supporto pubblico certo, anche in fase post pronto soccorso o post accertamento di qualsiasi tipo di violenza subita. Ovviamente visto che a brevissimo termine, ci sarà l’insediamento di una nuova amministrazione, l’Associazione 7e20 invierà nuove richieste d’incontro sino a quando non ci sarà una tavola rotonda dove discutere e trovare la quadra in merito alla situazione. L’Associazione 7e20 ha deciso di proporre delle soluzioni dopo aver ascoltato la voce di vittime che oltre al danno della violenza hanno subito e subiscono la beffa dei tempi incerti e della burocrazia nonché dell’assistenza necessaria e carente.
L’Associazione 7e20 è presente sul territorio su diversi fronti e tematiche, in primis, nell’ascolto di chi chiede aiuto o sostegno alle problematiche a volte critiche che presenta la vita, passando per i corsi anti bullismo e cyber bullismo, continuando in progetti che favoriscano l’integrazione, il gruppo e la solidarietà.
I nostri obbiettivi sono trasmettere alcuni valori fondamentali:
Il rispetto di se stessi, delle persone, dell’ambiente e delle regole, fare gruppo per imparare ad aiutare e a farsi aiutare, sviluppando il senso di appartenenza.
L’Associazione 7e20 ringrazia tutti i suoi soci, sostenitori e collaboratori ed ha sempre le porte aperte a chi voglia aggregarsi nel modo e nel tempo nonché nella forma possibile.
Il presidente
Sean Capone