Il Litorale • 15/2019
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ANNO XIX - N° 15 - 1/15 SETTEMBRE 2019 Il Litorale Pag. 17
Anche quest’anno, durante la se-
rata di San Lorenzo, si è svolto
l’attesissimo evento della Cantina
Bacco, storica cantina sociale di
Nettuno, un appuntamento ormai
consolidato del territorio che, co-
me sempre, permette di coniugare
il buon vino con le stelle, anche
se cadenti, che ha riscontrato an-
cora una volta un notevole suc-
cesso tra tutti coloro che hanno
partecipato alla sua degustazione.
Grazie alla collaborazione con
l’Associazione Pontina di Astro-
nomia APA-Ian, gli ospiti della
cantina, hanno quindi potuto vi-
sionare veramente anche il cielo
grazie ai telescopi messi a dispo-
sizione mentre, assaporavano i vi-
ni ed i profumi della produzione
della Cantina Bacco. Per chi non
lo ricordasse, nell’entroterra sab-
bioso della città ma altresì vicino
al mare, affonda le sue radici il
vino che è stato il protagonista in-
discusso della serata: il Cacchio-
ne. Questo vitigno che, nei secoli,
ha mantenuto integra la sua au-
tenticità anche grazie alla tenacia
della Cantina Bacco che ne pro-
duce l’unica qualità a “piede fran-
co”, ovvero con piante dall’appa-
rato radicale proprio e non inne-
stato, sinonimo di perfetto adatta-
mento delle viti sul territorio, da
sempre rappresenta una risorsa
preziosa per i territori di Nettuno
in quanto, è proprio qui che que-
sto vitigno trova il suo unico ha-
bitat naturale. Un legame a dop-
pio filo che fa del Cacchione un
vino unico nel suo genere, distin-
guendosi, per questo, in tutto il
territorio laziale mentre, grazie ai
suoi valori di autenticità e di ap-
partenenza trova spazio anche su
tavole internazionali, dove è par-
ticolarmente apprezzato per il suo
gusto e la versatilità dei suoi abbi-
namenti.
Silvia Della Penna
EI FU.
Come il Manzoni anch’io, con
questi due monosillabi, voglio an-
nunciare la morte de “Il Professo-
re”: così era chiamato da tutti gli
anziati e i nettunesi, che hanno
avuto l’opportunità di conoscerlo.
Io pure ho avuto questo privile-
gio, anche se, purtroppo, sola-
mente da quattro anni ma, ora che
se ne è andato, mi sembra come
se l’avessi conosciuto da sempre.
Il nostro incontro, o meglio il mio
approccio a Lui (sì, merita la
maiuscola) è stato in occasione di
una gita di fine settimana a Na-
poli, nel giugno del 2016, orga-
nizzata sotto l’egida dell’UNUCI
(Ass. Naz.le Ufficiali in Congedo
d’Italia) territoriale, di cui era
l’indiscusso Presidente da oltre
un ventennio.
Da subito fui affascinato dal suo
altissimo livello culturale, col
quale descriveva i luoghi, ne ri-
percorreva la storia, raccontava
dei personaggi illustri e storici e
arricchiva il tutto con aneddoti
personali. Fu un’esperienza note-
vole.
Al rientro mi prospettò il pro-
gramma delle future mete cultura-
li, previste per l’anno in corso, in-
vitandomi oltre che a partecipar-
vi, anche ad iscrivermi all’Asso-
ciazione: appagato dall’esito della
prima gita accettai ad occhi chiusi
ed avanzai pure la domanda di
tesseramento.
Quali siano stati il motivo, il pun-
to di forza, la causa che hanno
concorso non saprei dirlo ma si è
creato un reciproco sentimento di
rispetto, di fiducia e di stima l’u-
no per l’altro come se ci fossimo
conosciuti da sempre e, mentre si
interessava della mia, gli piaceva
raccontare aneddoti della sua vita
passata, ricordando in particolar
modo – e forse è stato questo il
punto di incontro - il periodo, per
lui indimenticabile, trascorso da
neo-docente, in un paesino del
Varesotto nelle vicinanze della
città da cui provengo, per cui ci
scambiavamo ricordi di quei luo-
ghi.
Nel gennaio dell’anno seguente
mi coinvolse in una piacevolissi-
ma avventura: la sua vita era la
scuola e, seppure in pensione, da
alcuni anni e questo sarebbe stato
il sesto, conduceva, per conto e
col patrocinio dell’Associazione
Lions locale, di cui era socio, un
corso di formazione per docenti
delle scuole di primo livello e
particolarmente se provenienti da
altre città, sulla conoscenza stori-
co-culturale del territorio affinché
potessero a loro volta istruire i lo-
ro allievi. Orbene, alla prima le-
zione, che avrebbe dovuto tenere,
mi invitò a partecipare come col-
laboratore (o forse come sostegno
morale, mah!) ed accettai; rimasi
ad ascoltarlo per tutta la lezione
incantato da quanto a fondo aves-
se la conoscenza storica di Anzio
e Nettuno: ovviamente, inutile
dirlo, partecipai a tutte le lezioni
successive e a quelle degli anni a
seguire; per di più, conoscendo il
mio hobby per la fotografia mi
suggerì, cosa che feci, di docu-
mentare le “uscite” in visita delle
due città.
Dopo questa prima partecipazio-
ne, in tutte le successive sue atti-
vità socio-culturali svolte per
conto delle Associazioni a cui ap-
parteneva –c’erano pure AS-
SOARMA, C.R.I., Protezione Ci-
vile e non so quante altre…- non
mancò di coinvolgermi come suo
braccio destro, tanto che mi con-
vinse, e mi fece da Padrino, ad as-
sociarmi al Lions Club Anzio
Nettuno per la stima che riponeva
su di me. Anche in questa nuova
veste è stato un reciproco scam-
bio di vedute, di interessi, di col-
laborazione: prima di ogni impre-
sa si confidava e richiedeva un
mio parere in merito come se il
mio giudizio fosse per lui una ga-
ranzia.
Quante manifestazioni, gite, tour
da lui organizzati sono stati per
me motivo di nuovi interessi e co-
noscenze sia di luoghi, sia di per-
sone!
Di una sola cosa mi rammarico: il
progetto incompiuto di realizzare,
insieme, una raccolta documenta-
le fotografica dei simboli e delle
testimonianze storiche a ricordo
dello sbarco alleato di Anzio del
gennaio 1943 e delle battaglie che
si sono succedute nel territorio.
Ci teneva molto ma purtroppo
l’insorgere della malattia ha inter-
rotto l’opera. Ritengo doveroso
proseguire e completare il proget-
to in sua memoria: glielo devo!
Ciao PEPPINO, ciao GIUSEPPE,
ciao “PROFESSORE” r.i.p.
Romano Giudici
La serata di San Lorenzo alla Cantina Bacco sotto il segno del Cacchione Il professor Giuseppe La Porta ricordato da Giudici
Vini sotto le stelle...cadenti In memoria di Peppino
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