Un’ipotesi che se vera sarebbe quanto meno inaccettabile. Ma di questa notizia non si ha riscontro negli atti del Consorzio
Il Consorzio di Lavinio aumenta la quota annuale
Circola la notizia che il Consorzio di Lavinio abbia deciso di aumentare del 30% la rata consortile annua. Non so se ciò sia vero e ne tanto meno ne ho ricevuta comunicazione, per cui sono andato sul sito del Consorzio; ma di quella che dovrebbe essere una notizia da porre nella massima evidenza non ho trovato nulla. Sono andato a cercare i verbali delle assemblee dei Delegati ed in particolare l’approvazione del Conto Consuntivo 2018 e nel dibattito per la sua approvazione ho trovato la semplice frase “visto il vigente Statuto dell’Ente, all’unanimità dei presenti l’Assemblea dei Delegati decide di approvare il Conto Consuntivo 2018”.
Non ho trovato l’approvazione del Bilancio preventivo 2019 e tanto meno quello del 2020. Ho scritto una mail per chiedere chiarimenti e, dopo circa un mese, non ho ricevuto alcuna risposta. Insomma trasparenza zero. Cercando qua e la in un sito del tutto privo di dinamicità e di aggiornamenti, ho appreso che il Presidente “Il giorno 25 ottobre alle ore 16,20 rende nota ai presenti la volontà di voler affidare alcuni incarichi all’interno del Consiglio di Amministrazione che nell’interno dell’Assemblea dei Delegati . Per questo motivo propone..... Il Consigliere Persia per la cura dell’immagine e della comunicazione consortile, aree di intervento: rapporti con le Istituzioni Pubbliche e Associazioni aventi finalità orientate alla cultura ed allo sviluppo turistico, rapporti con la stampa, toponomastica, arredo e decoro urbano...” Trovo abbastanza comico che il Consorzio di Lavinio incarichi un proprio Consigliere alla “mission impossible” di curare l’immagine di un ente contestatissimo e che ha passato anni in diatribe legali e ha speso somme ingenti, che forse avrebbe potuto evitare con dibattiti pubblici e con un confronto serrato con chi lo ha contestato per anni.
Chi scrive ha destinato mesi di lavoro ed anni di partecipazione e non per causare la fine del Consorzio di Lavinio ma per cercare di modificarne gli aspetti operativi e statutari e per trasformarlo da “Consorzio stradale” a “Consorzio di Servizi”. Che il Consorzio di Lavinio cerchi da molti anni di sopravvivere alla quasi completa perdita di funzioni istituzionali non è certamente un’opinione; come non è un opinione che esso sia diventato un ente avulso dalla realtà del territorio è dei fatti e non sarà la gestione di un piccolo parco giochi o qualche intervento di manutenzione stradale a dare un diverso significato alla sua carenza identitaria.
Un ente che raccoglie circa 9 mila utenti e riesce a portarne 45 (dicesi quarantacinque) a partecipare all’assemblea generale, che avviene ogni tre anni, non è un ente gravemente malato: è totalmente privo di vita. Altro che cura dell’immagine! E poi sono le motivazioni per la creazione di un responsabile della comunicazione che lasciano perplessi. Il Consorzio di Lavinio allo stato attuale è un ente creato fra privati che “ha lo scopo di mantenere, esercire, ricostruire ed eseguire le opere stradali, quelle per l’approvvigionamento idrico, per la regolazione del deflusso delle acque, per l’approvvigionamento dell’energia elettrica, ed in generale ha lo scopo di eseguire tutte le opere e svolgere tutte le attività collettive e connesse con quelle sopra specificate ed interessanti le zone comprese nel suo perimetro” Il Consorzio di Lavinio non può avere intenti di promozione culturale e turistica perché lo Statuto non lo prevede e quindi non lo permette ed il progetto, dal sottoscritto sempre auspicato, di trasformarlo in un Consorzio di Servizi fu a suo tempo ostacolato insieme alle modifiche statutarie che il sottoscritto e l’apposita commissione avevano prodotto qualche anno fa.
C’è stata anche un’ulteriore modifica dello Statuto miseramente fallita perché approvata da meno dell’1% degli aventi diritto al voto.
Quindi parlare di immagine, di contatti con associazioni e con la stampa quando non si è capaci nemmeno di dare riscontro a semplici richieste di informazione o a semplici inviti ad attuare lo statuto appare semplicemente parte di quel ridicolo di cui il Consorzio di Lavinio si nutre da anni . Sollecitato da alcune mail, che sono giunte al Comitato per Lavinio, in data 5 novembre di quest’anno, ho invitato per la seconda volta, il Consorzio a dare istruzioni, agli stabilimenti che non lo fanno, di tenere sempre aperte ed a disposizione degli abitanti, le discese a mare che vengono spesso chiuse. Nessun riscontro, nessuna risposta, un totale menefreghismo da parte di uno staff impiegatizio e di un team manageriale di dimensioni tali da gestire una grossa impresa commerciale. Gli stessi nomi, la stessa orchestra, lo stesso spartito non possono che produrre la stessa musica e chi cerca di cambiarla senza cambiare il metodo fa solo stonature che non solo non portano a nulla ma allontanano anche quei quattro gatti che ancora si occupano del Consorzio.
O forse è proprio questo lo scopo! Ma la speranza è l’ultima a morire e aspettiamo che si apra un dibattito aperto agli altri e non ai Delegati; agli altri: alle associazioni, ai dissenzienti, a coloro che contestano, alla grande maggioranza che di questo Consorzio non vuol sentire più parlare. Si discuta e si convincano le migliaia di consorziati necessari per modificare lo Statuto per fare un nuovo Consorzio per gli anni 2000 che sia aperto a tutti anche agli analfabeti ed alle donne. Insomma si aprano le porte al futuro e per farlo non si possono continuare ad usare gli strumenti del passato. Tanto per cominciare si spieghi quale è la ragione per aumentare del 30% la quota annuale e si risponda a chi rivolge domande all’Ufficio Consortile che, oltre tutto, è anche un obbligo amministrativo oltre che un aspetto di buona educazione..
Sergio Franchi